Politica

Maltempo, Lega in Regione: “E’ mancata ancora una volta la manutenzione, ancora da realizzare numerosi interventi”

La Regione spieghi se, dopo la recente alluvione in provincia di Piacenza, “ritenga che si siano messi in atto tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria necessari ad assicurare l’incolumità della popolazione e preservarne le proprietà”.

E’ la domanda posta al question time da Matteo Rancan, capogruppo della Lega, in un’interrogazione firmata anche dai consiglieri Valentina StragliatiEmiliano Occhi e Fabio Rainieri. L’Emilia-Romagna “è la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, per diffusione ed estensione di frane sul proprio territorio” si legge nel testo. Inoltre, restano da attuare “la maggior parte degli interventi individuati con priorità “High”, “Very High” e “Critical” contenuti nei Piani di gestione del rischio di alluvioni” a riprova di quanto poco la Regione abbia messo in atto per scongiurare il ripetersi di un evento: alla provincia di Piacenza sono stati assegnati 3,7 milioni”.

“Manutenzione che non c’è stata”

Rancan aveva evidenziato che “i lavori di ripristino conseguenti all’alluvione del 2015 avrebbero dovuto contribuire a mitigare significativamente rischi futuri e che i Piani di gestione del rischio di alluvioni approvati dalla giunta regionale nel 2021 contenevano ancora la necessità di eseguire un alto numero di interventi classificati come “High”, “Very High” e “Critical” al fine di prevenire futuri eventi alluvionali. Segnalo che si è visto in modo importante che la pulizia dei fiumi non è stata eseguita in modo corretto e sulle acque galleggiavano detriti e legname. E’ segno di una manutenzione che non c’è stata. E questo lo dicono i cittadini e i sindaci”.

La risposta del sottosegretario Rabuffi

A rispondere è stato il sottosegretario alla presidenza della giunta, Davide Baruffi. “A Farini – ha spiegato – il Nure non è esondato ma si è chiusa la strada per precauzione. Così come la strada comunale. C’è poi stato un monitoraggio in tempo reale. Gli allagamenti a Mareto e Bocchie sono dovuti all’esondazione di rii e fossi privati. La Rsa non è stata evacuata e i mezzi di soccorso sono stati spostati in un punto più efficace. La viabilità è stata chiusa per precauzione, ma è rimasta aperta ai mezzi di soccorso e l’Agenzia di protezione civile è sempre stata presente”.

Baruffi ha continuato partendo dai rilievi sulla mancata manutenzione dopo l’alluvione del 2015: “Per quanto importante, la piena del Nure non è andata oltre la soglia 3 e non ci sono stati danni a persone e cose. A causare danni alle strade sono stati gli smottamenti o le frane, e gli interventi di emergenza sono stati efficaci. Dal 2015 a oggi, la Regione è intervenuta con oltre 128 milioni euro, per rete idrografica, bonifica, manutenzione e interventi strutturali. A breve, ci saranno 10 opere, con soldi del Pnrr, per 9 milioni di euro, per Nure e Trebbia. Si aggiungono poi 6 milioni di euro dal Fesr per Trebbia, Nure, Riglio e affuenti del Po”. Infine, si lavora “alla programmazione triennale per avere finanziamenti del ministero, per il Po il cui fabbisogno è di 2,5 milioni. Siamo disponibili per un approfondimento”.

Regione indietro di 20 anni sulla manutenzione

Secondo il consigliere Occhi “questa Regione è indietro di 20 anni rispetto alla manutenzione. Basta vedere i tronchi ammassati sotto i ponti, come sotto il ponte di Ozzanello (Parma), poi crollato, più volte segnalato. In molti fiumi appenninici hanno erosioni spondali vicino ai centri abitati e sarebbe utile la rimozione della ghiaia. Non siamo soddisfatti della risposta”.

La notte del 29 ottobre, le forti piogge in Appennino avevano ingrossato i fiumi, in particolare il Nure, e portato alla chiusura dei ponti di Farini, Bettola e Ponte dell’Olio, nel piacentino, a frane e chiusura di strade. A Farini, il Nure è giunto oltre la soglia 3 e il livello idrometrico del torrente ha oltrepassato la linea rossa dei 3,2 metri, raggiungendo i 3,51. Il 30 ottobre, è stato evacuato il Punto di primo intervento dell’Azienda Usl di Piacenza a Farini, inoltre, è stata soccorsa una donna di novantasette anni, evacuata dalla propria abitazione a Bocchie di Farini.

Anche nella zona di Ferriere si sono verificati degli allagamenti in diverse frazioni e piccole frane ed è franata la strada comunale di Casaldonato, interrotta la circolazione per la frazione di Pomarolo, con tre persone isolate. I detriti della frana tra Casalcò e Folli hanno impedito il passaggio delle auto lungo la statale 654 e un ponte ha ceduto. Interrotta poi la provinciale 586 in Valdaveto. Nel territorio attiguo della provincia di Parma è crollato il “ponte su una strada comunale in Val Sporzana, ad Ozzanello, nel territorio del comune di Fornovo e all’esondazione di diversi torrenti nelle località di Riccò, Respiccio e Sivizzano”.

“Interventi a dir poco sporadici”

Rancan ha ricordato l’alluvione del 2015, in Valnure, devastata dalla piena del Nure che provocò anche tre morti e mise in ginocchio numerosi paesi. Il consigliere sottolinea come la pulizia dei torrenti sia necessaria per la sicurezza, ma gli interventi “sono a dir tanto sporadici aumentando così il trasporto di materiali a valle”.

Una delibera della giunta del dicembre 2021, “individua la necessità di attuare trenta interventi nel territorio provinciale di Piacenza onde prevenire rischi alluvionali”: 10 classificati con priorità High, 5 “Very high” e sette Critical. Un’altra delibera – il programma a2023-2025 ed elenco annuale 2023 degli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico e sicurezza del territorio – ha destinato a Piacenza 3,7 milioni di euro sui 47,7 del fondo.

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