Si rincorrono le telefonate e le segnalazioni a Confagricoltura Piacenza che cerca di mappare la situazione sul territorio mentre le bombe d’acqua e le grandinate non danno tregua colpendo, in tempi diversi, un po’ tutta la provincia.
Nella serata di ieri da Calendasco sono arrivate altre foto: i campi di pomodoro dell’azienda agricola Casabassa completamente allagati e Corrado Peratici alle prese con una pompa per liberare il canale irriguo che tracimando aveva invaso, bloccandola, la strada. La prima telefonata del mattino di giovedì è stata quella di Ercole Parizzi, presidente della sezione di prodotto Colture Industriali che conduce con il figlio Dante l’Agricola Saliceto i cui terreni si sviluppano tra Alseno e Fiorenzuola.
“Una bomba d’acqua”
“Dopo parecchi anni in cui non vedevamo più queste piogge così intense – riporta scorato – quest’anno da gennaio a maggio, ad Alseno, sono caduti 580 millimetri di acqua: il quantitativo che negli altri anni cadeva in tutto l’anno. Solo il 15 maggio sono caduti 118 millimetri in 12 ore, di cui 55 concentrati in due ore al pomeriggio: una vera bomba d’acqua!”.
“Guardo i campi e non so come fare a riorganizzare il lavoro: il frumento è allettato, le colture seminate di recente, come il mais dolce, presentano i campi allagati, vedremo se saranno da riseminare, se nasceranno o marciranno. Agrofarmaci e ammendanti già distribuiti sono stati dilavati. Poi, con tutta quest’acqua, dovranno trascorrere giorni prima di poter entrare in campo. Andremo, dove si potrà recuperare, a lavorare a fine maggio con operazioni che in condizioni normali si fanno a fine aprile”.
Un’annata all’opposto degli ultimi 4-5 anni, in cui l’acqua veniva centellinata e pompata dai pozzi, con tutte le problematiche legate ai costi energetici e di monitoraggio dei quantitativi. “Oggi – spiega Parizzi – diventa difficile per noi programmare, anche perché la nuova Pac costringe a pianificare colture e avvicendamenti, ma con un’annata così saltano tutti gli schemi.
Oltre al danno la beffa
Oltre al danno – conclude – abbiamo anche la beffa di non poter stoccare tutta quest’acqua in eccesso. Solo l’11 per cento dell’acqua infatti viene trattenuta, tutto il resto scorre verso il mare, senza poter essere né custodita né valorizzata con un adeguato sistema di invasi e dighe che possa per lo meno alimentare le colture quando immancabilmente si ripresenteranno periodi siccitosi”.
Una stagione agraria insomma, per ora, davvero pessima. Nel primo pomeriggio di giovedì 16 maggio arrivano le foto della violenta grandinata a Mottaziana e poi la telefonata di Cristian Galvani, produttore vitivinicolo, che conduce la propria azienda a Trevozzo.
“In Val Tidone è un disastro”
“Qui in Val Tidone è un disastro: pioggia e vento mi hanno rotto tutte le viti di due anni che dal prossimo anno sarebbero entrate in produzione – spiega Galvani -. Ho già attenzionato gli uffici per avviare le pratiche relative ai danni, ma non è una consolazione. Abbiamo poi un grosso problema: appena uscirà il sole e si rialzeranno le temperature, le piante ferite svilupperanno fitopatologie e non riusciremo a trattare perché i terreni sono inzuppati e non possiamo entrare con i trattori”.
“Abbiamo una paura folle”
Diversi viticoltori della zona sono tra loro in contatto e i messaggi allarmati si rincorrono. “Abbiamo tutti una paura folle – dicono – perché queste condizioni ci azzerano i vigneti, se non riusciamo a trattare siamo morti. Facciamo un appello, affinché siano valutate le condizioni eccezionali di questa annata e siano resi possibili dei trattamenti in deroga”.
Confagricoltura Piacenza fa proprio il grido d’allarme dei suoi produttori ed agirà nelle sedi competenti affinché questa legittima richiesta venga recepita. Purtroppo – rimarca l’associazione – questa campagna, caratterizzata in negativo, pare proprio che non abbia risparmiato alcuna coltura e maggiore è il valore aggiunto, maggiore è il danno. Un vigneto martoriato, come quelli di cui abbiamo ricevuto le foto, richiede anni e investimenti per riprendersi.
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