“Franco Anelli è stato un Rettore che l’appellativo “Magnifico” lo ha meritato davvero e lo ha interpretato nel migliore e più alto dei modi. Un titolo non solo onorifico dovuto al ruolo e alla tradizione accademica, ma una qualifica che il Prof. Anelli ha davvero onorato e tradotto in una gestione dell’Ateneo dei cattolici italiani intelligente, dinamica, competente e lungimirante”.
Con queste parole mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha voluto ricordare nell’omelia Franco Anelli, rettore dell’ateneo deceduto lo scorso 24 maggio. I funerali si sono celebrati questo pomeriggio nel Duomo di Piacenza. Una Cattedrale ovviamente gremita, esequie alle quali hanno partecipato le istituzioni del Piacentino e non solo, compreso il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.
“Davvero grandi sono i suoi meriti: dalle vicende del Policlinico A. Gemelli, risanato e rilanciato ai vertici della sanità e della ricerca a livello nazionale e internazionale, ai momenti difficili della pandemia affrontati con grande determinazione ed efficacia; dal rinnovamento e rilancio di tutte le sedi, con progetti innovativi e ambiziosi, alla crescente internazionalizzazione; dalla sua personale statura scientifica in ambito giuridico alle molteplici iniziative culturali che hanno dato sempre più prestigio al nostro Ateneo, dalle significative celebrazioni per il centenario al sapiente contributo dato alla missione educativa dell’Ateneo, come rilevato in questi giorni nelle espressioni di cordoglio del Santo Padre Francesco e di tante personalità del mondo ecclesiale, della realtà accademica e della società civile che ringraziamo ancora una volta per la vicinanza, l’affetto e la preghiera”.
Commosso il ricordo del ministro Bernini. “Non è stato solo un magnifico rettore, è stata una persona splendida, molto amato, lo avete visto, avete visto quante persone sono venute a salutarlo qui oggi a Piacenza e anche a Milano. E’ stato amato e ha molto amato, è stato molto amato perché ha molto amato: ha molto amato l’università, l’insegnamento, gli studenti. Questo lo so per esperienza avendo lavorato con lui per due anni. Quindi tutti noi lo salutiamo con affetto. Quello che lui ha portato è stato tanto, è stato qui per un motivo, ha fatto tante cose e sono cose che noi non dimenticheremo”.
Ieri, giovedì 30 maggio, nella Cappella del Sacro Cuore della sede milanese dell’Ateneo (largo A. Gemelli 1) era stata allestita la camera ardente, nella quale per tutta la giornata si sono susseguite le visite di commiato. Da segnalare, tra le molte autorità intervenute, il card Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede: «Nonostante lo smarrimento, anche comprensibile, l’Università Cattolica sta reagendo molto bene nelle sue varie componenti – ha dichiarato –. Quindi saprà affrontare, anche con l’aiuto di Dio e con la volontà di tutti, questi momenti di emergenza».
Questa mattina, prima del trasferimento del feretro a Piacenza, ha avuto luogo nell’Aula Magna dell’Università Cattolica a Milano una Preghiera di suffragio presieduta da mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo. «L’interruzione tragica della presenza del prof. Anelli, per anni protagonista della vita della nostra Università, determinante per scelte di persone e strategie, può generare un senso di inquietudine sul futuro – ha affermato l’arcivescovo –. Chiediamo la grazia di passare all’assunzione di responsabilità perché ciascuno si metta di impegno per servire il bene della comunità universitaria, ciascuno offra il suo contributo di pensiero e di disponibilità, perché si scriva una storia che erediti tutto il bene e che si avvii su nuovi cammini, per nuovi climi e narrazioni persuasive».
Al momento di preghiera hanno fatto seguito le testimonianze di alcune voci rappresentative della comunità universitaria. Per prima è intervenuta Elisabetta Del Campo, studentessa della Facoltà di Giurisprudenza. «Anche davanti a un fatto così drammatico – ha detto dopo aver reso omaggio all’operato del Rettore e alle sue capacità di docente – non possiamo perdere quel naturale e vero grido alla vita, sempre ostinato e presente, che ci obbliga alla ricerca incessante di quel senso a cui il cuore umano anela. Affinché ognuno di noi possa scoprire il suo posto nel mondo, questo orizzonte deve continuare ad abitare la nostra Università, anche nel silenzio delle aule, ma che può essere il terreno fertile per andare a fondo del significato ultimo della vita».
Da parte sua, il Direttore Generale dell’Ateneo, dott. Paolo Nusiner, ha voluto tracciare un ritratto del Rettore: «Un uomo capace di guardare avanti, di immaginare il futuro. Ma allo stesso tempo capace di ritornare al presente per dare concretezza a quei sogni, a quei progetti immaginati. Una straordinaria capacità di trasformare in azioni le visioni». E ha poi proseguito definendolo «un uomo capace di grandi relazioni, di amicizie, di grande cultura. Anche di ironia».
Di taglio personale, oltre che istituzionale, anche il ricordo del Pro-Rettore Vicario, prof. Pier Sandro Cocconcelli. «Caro Franco, i numerosi messaggi di vicinanza che ci giungono in questi giorni da tutto il mondo testimoniano la perdita di un uomo straordinario e di un grande intellettuale, io perdo un amico affettuoso», ha confessato, sottolineando l’impegno profuso da Anelli per lo sviluppo di un’Università fortemente creativa e coraggiosamente aperta alla dimensione internazionale. «Sono certo – ha concluso – che dallo smarrimento di queste ore trarremo la forza e il coraggio per continuare a scrivere insieme la storia della nostra grande famiglia, la grande famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore».
In conclusione, ha preso la parola il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Matteo Maria Zuppi: «Il Rettore Magnifico ha vissuto intensamente la vocazione dell’Università Cattolica, che coltiva la passione per l’uomo e la sua piena realizzazione, l’impegno perché ogni persona possa diventare protagonista all’interno della società, sempre attenta al bene comune, che è sempre l’unica parte che la Chiesa sceglie e per quale sarà sempre libera». Un pensiero particolare è stato poi rivolto «agli studenti, tutti, che il Rettore «ha sentito “suoi”», ha ribadito il card. Zuppi. «Questa dedizione, caratteristica brillante della sua vita, emerge anche dai messaggi pieni di gratitudine che voi, studenti e studentesse, avete lasciato in questi giorni e che gli avete dedicato».
Nella Cattedrale di Piacenza l’omelia funebre è stata pronunciata dall’Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica, mons. Claudio Giuliodori, che ha presieduto il rito concelebrato dal vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto; dal Vescovo Emerito, mons. Gianni Ambrosio; dal Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Erio Castellucci; dal Segretario del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, mons. Giovanni Cesare Pagazzi.
«Non possiamo nascondere il turbamento per una vita che si è spezzata in modo così drammatico – ha esordito mons. Giuliodori –, ma siamo consapevoli che ci sono soglie che non sono valicabili e di fronte alle quali dobbiamo assumere l’atteggiamento più consono e appropriato. Il silenzio e il rispetto innanzi tutto per una vicenda umana che ci ha posto di fronte ad una situazione inaspettata e imponderabile».
In un dialogo serrato tra Scrittura ed esperienza radicale dell’umano (rilevante il rimando al pensiero di Giacomo Leopardi), l’Assistente Ecclesiastico Generale si è soffermato sul messaggio del Magnificat e ha voluto riprendere l’immagine espressa dal card. José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, sia nella celebrazione di suffragio svoltasi lunedì presso la sede romana dell’Ateneo sia nella visita compiuta alla camera ardente di Milano: «Non dobbiamo domandarci perché qualcuno se n’è andato quanto piuttosto che cosa è venuto a fare e che cosa ci lascia».
Come estremo commiato al Rettore, mons. Giuliodori ha richiamato la devozione che sta all’origine e a fondamento dell’Università Cattolica: «Il Sacro Cuore, che tanto ha fatto nella vita e nella storia di questo Ateneo per realizzare cose che sembravano impossibili, possa ora accogliere e ricolmare di pace l’anima del nostro fratello Franco».
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