“Un riconoscimento che non mi aspettavo, lo dico senza retorica”. Così il professor Luigi Cavanna, ex primario del reparto di Oncologia dell’ospedale di Piacenza, ha commentato la cittadinanza onoraria che gli è stata conferita questo pomeriggio a Palazzo Gotico. Già perché Cavanna è residente a Gossolengo e originario di Ferriere: con questo riconoscimento, il comune ha voluto mostrare la propria gratitudine al luminare che ha dato tanto alla propria comunità anche nella lotta alla pandemia. Cavanna ha raggiunto la pensione alla fine dello scorso gennaio, al termine di una carriera che lo ha portato a essere ammirato anche all’estero per le sue ricerche e i suoi studi.
“Sono grato a Piacenza, al sindaco e a tutto il consiglio comunale. Un’attestazione di stima così importante conferma che bisogna impegnarsi e fare del proprio meglio. Un messaggio anche ai giovani: l’impegno paga, a volte anche più di quanto si ha dato”.
“Voglio dedicare questo riconoscimento a tante persone. Ai pazienti, ai loro parenti, alla mia famiglia e ai miei colleghi. A tutte le persone che mi hanno aiutato nel corso degli anni e che per me sono state da insegnamento. Specialmente i malati: da loro ho imparato tantissimo”.
C’è un momento della sua carriera che ricorda con particolare piacere?
“Sicuramente quando abbiamo introdotto a Piacenza il trapianto di midollo e di cellule staminali. Eravamo un gruppo di medici e infermieri molto motivati, alcuni di loro sono diventati primari. Abbiamo avviato una raccolta fondi per acquistare la camera sterile e nel 1999 abbiamo eseguito il primo trapianto: questa la ricordo come una tappa molto molto importante”.
“Un segno di riconoscimento e stima verso un professionista che ha sempre saputo coniugare l’innovazione e l’umanizzazione. Nella grande attenzione che ha maturato verso la prossimità: molti dei suoi pazienti se lo ricordano a casa loro, Luigi Cavanna. Attraverso il suo impegno si testimonia l’affetto, la stima e la riconoscenza nei confronti di tutta la comunità medica e scientifica di tutta l’Emilia Romagna”, commenta Raffaele Donini, assessore regionale alla Sanità.
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