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XNL gremita per l’incontro con Luciano Canfora e Fausto Russo Alesi: “Ifigenia? Una figura molto attuale. Purtroppo” – FOTO e AUDIO

Qualcuno dia un palazzetto dello sport a Paola Pedrazzini. XNL è una bellissima realtà, una struttura sapientemente ristrutturata ed egregiamente gestita dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, un punto di riferimento per la cultura piacentina. Ma il pubblico è divenuto davvero troppo numeroso per gli eventi organizzati da Pedrazzini. Ce ne siamo accorti in occasione dell’ultima edizione di Pulcheria, ne abbiamo avuto conferma questa sera con l’evento dal titolo “Aspettando Ifigenia”, organizzato come introduzione al nuovo corso di teatro “Bottega XNL-Fare Teatro”. Corso che avrà come docente, anzi maestro, Fausto Russo Alesi. Proprio Alesi ha dialogato con il celebre saggista Luciano Canfora sulla figura di Ifigenia, davanti a un pubblico enorme.

Lo stesso sindaco di Piacenza, Katia Tarasconi, ha sottolineato questo aspetto. Perché è sempre bello quando le iniziative hanno successo, ma allo stesso tempo “dispiace vedere persone che se ne vanno perché non c’è più posto a sedere, ma purtroppo gli spazi sono questi“.

Paola Pedrazzini ha trovato la formula vincente: riuscire a interessare e attirare il grande pubblico senza svilire la cultura e senza scendere a compromessi. Incontri di grande spessore intellettuale che richiamano ogni volta centinaia di persone, di tutte le età, giovanissimi inclusi.

Aspettando Ifigenia, Luciano Canfora

Passando alla serata. Tra i protagonisti era in programma anche Eva Cantarella, rimasta però bloccata da un’influenza. E così Russo Alesi e Canfora hanno snocciolato il tema di Ifigenia, un tema tristemente attuale come lo stesso autore, Euripide.

“Le credenze nel mito campeggiano e si trasformano in vicende spesso feroci. Il mito non è per nulla tranquillizzante. Il mito di Ifigenia è particolarmente violento perché c’è una ferocia del padre verso la propria figlia, di questo re che vuole per forza partire in un’impresa sanguinosissima dai contorni oscuri. Non sappiamo perché, poi si possono fare varie teorie”.

“Difensore di idee non gradite”

“Euripide è un difensore delle idee che non piacciono agli Ateniesi, quindi pone in discussione la schiavitù, pone in discussione la giustizia o non giustizia degli dei, la condizione delle donne, la libertà di parola e la differenza libero-schiavo: anche questa è una cosa che turba molto l’ateniese, specie se democratico. Quindi Euripide è un soggetto a rischio: non è un caso che a un certo punto sia stato costretto, o lui abbia scelto, di andarsene da Atene presso il re di Macedonia, che è un mecenate, si chiamava Archelao. E’ morto lì, non è morto in Atene”.

“Quando arriva la notizia della sua morte, Aristofane inventa una commedia geniale, “Le rane”, che hanno come obiettivo di riportare Euripide sulla terra. Perché il teatro è vuoto. E questo è un po’ l’inquadramento della vicenda. Quanto al rapporto con la religione, va anche detto che i racconti mitologici riguardanti questi personaggi o addirittura i cicli costituiscono una religione che non è veramente popolare. Religione popolare sono i misteri in cui c’è un coinvolgimento diretto, personale, anche drammatico, senza distinzione uomo-donna, eccetera. Però quella religione olimpica, queste narrazioni ormai codificate dall’epos eccetera piacciono, fanno il loro effetto e sono sulla scena, soprattutto tragica, il veicolo per parlare di altro.

“I tragediografi hanno manipolato i miti, giustamente, per due ragioni. Una è che nel mondo greco non c’è il libro sacro, unico, non sono religioni del libro. Sono religioni ovviamente politeistiche ma anche poliedriche per cui uno stesso racconto può essere variato per tradizione locale, per tradizione poetica, e questa è la ragione principale. L’altra è che per creare attenzione nel pubblico che già conosce la trama grossomodo, l’innovazione è necessaria”.

Il laboratorio Bottega XNL con Russo Alesi

Ifigenia sarà anche al centro del corso che Fausto Russo Alesi organizzerà per il progetto “Bottega XNL-Fare Teatro”. Un tema tristemente attuale si diceva.

“Il laboratorio verrà fuori dalla selezione di venti attori e attrici. Lavoreremo su un testo che è “Ifigenia in Aulide” di Euripide, nella traduzione inedita che sarà fatta appositamente da Letizia Russo. Un laboratorio, diciamo, che racchiude tante cose, racchiude sicuramente la possibilità di lavorare sulla formazione o sul perfezionamento, ma anche la possibilità di fare esercizio per trovare un luogo per andare in profondità. Non sempre è possibile far questo”.

“Il laboratorio questo lo consente e sicuramente io mi concentrerò molto su questo: lavoreremo ovviamente sulle ragioni del perché scegliere questo testo e portarlo in scena, lavoreremo su questi grandi personaggi di questo testo così attuale, ahimè, e lavoreremo su tutti gli strumenti dell’attore. Un laboratorio (e soprattutto un lavoro sulla tragedia greca) ci dà la possibilità di ricordarci che il teatro è un rito collettivo, quindi partiremo da qui: lavoreremo sia sul singolo che sulla relazione ma soprattutto sulla coralità. E cercheremo di restituire queste parole e assumersi la responsabilità di queste parole in una dimensione pubblica.

“Ecco, proprio su due parole voglio soffermarmi che lei ha pronunciato: “Così attuale, ahimè”.

“Ahimè! Sì, perché Ifigenia in Aulide è sicuramente un testo poco rappresentato, non molto rappresentato, ma che ci racconta delle guerre, ci racconta dell’insensatezza delle guerre, e i personaggi che attraversano questa storia sono personaggi estremamente umani, complessi, quindi sarà importante confrontarci con delle grandi domande. E purtroppo una guerra a tutti i costi, una guerra a tutti i costi, dove ovviamente in ogni guerra purtroppo ci sono vittime innocenti che soccombono”.

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