Precariato dei docenti, cattiva gestione dei fondi, educazione civica altamente sottovalutata e trattata con superficialità, calo del livello di istruzione. Sono alcune delle questioni che un gruppo di studenti dell’Istituto Volta di Castel San Giovanni ha voluto sottoporre al ministro Giuseppe Valditara, in visita ieri proprio alla struttura.
Egregio signor ministro Valditara e direttore regionale, scriviamo la presente per denunciare gravi fatti accaduti quest’oggi a scuola e farle presente alcune problematiche che abbiamo riscontrato.
In occasione della sua visita la scuola ha scientemente deciso di presentare un istituto che non corrisponde alla realtà delle cose: sono stati esposti libri e apparecchiature che normalmente non vengono forniti agli studenti, la dirigente inoltre ha impedito ai rappresentanti e alle classi qualsiasi tipo di dibattito col ministro.
In risposta noi abbiamo deciso di manifestare pacificamente (firmando un’uscita anticipata per non creare problemi alla scuola) e sperando di poter aver un confronto diretto con le istruzioni. Un responsabile scolastico ci ha ritirato con forza i cartelli (con scritto: “ministro se la scuola è il futuro perché ci lasciate in un presente così precario?”) e ci ha cacciato dal perimetro scolastico. In seguito sono sopraggiunte la dirigente scolastica Simona Favari e la vice preside Francesca Pallavicini che con prepotenza ci hanno intimato di andarcene nonostante fossimo su suolo pubblico. Riteniamo questo gesto altamente offensivo e assolutamente lesivo dei nostri diritti di studenti, manifestanti e cittadini.
I punti che volevamo esporre, civilmente, al signor ministro erano i seguenti:
Il precariato dei docenti è un problema esteso a tutte le scuole di Italia, noi possiamo riportare la nostra personale esperienza. Dalla seconda abbiamo cambiato sei docenti di italiano (di cui tre nello stesso anno), tre docenti di fisica, due di informatica, quattro di arte e cinque di inglese. Inoltre ieri il supplente del docente di scienze naturali, senza preavviso e senza notificarlo nè alla preside nè alla sua vice, ha deciso di lasciare l’incarico a favore di un contratto più vantaggioso lasciando due quinte rispettivamente di scientifico e scienze applicate senza docente di una materia fondamentale e di indirizzo fino alla nomina di un nuovo sostituto (che dalla nostra esperienza richiede almeno due settimane). Suddetto professore si è inoltre rifiutato di correggere le verifiche di una delle sue quinte.
Iniziamo dicendo dove sono stati investiti i fondi PNRR:
La scuola ha investito tali fondi in divanetti la cui unica valenza è estetica e librerie che rimangono vuote (fatta eccezione per la sua visita istituzionale), invece di spenderli in ciò di cui la scuola ha veramente bisogno. Abbiamo cattedre inadeguate, muffa sui muri e tapparelle gravemente danneggiate. La preside si limita a dipingere le pareti degli spazi mostrati negli open-day come l’aula magna.
“Nell’arco, dunque, delle 33 ore annuali previste per la disciplina, i docenti potranno proporre attività che sviluppino conoscenze e abilità relative all’educazione alla cittadinanza, all’educazione alla salute e al benessere psicofisico e al contrasto delle dipendenze, all’educazione ambientale, all’educazione finanziaria, all’educazione stradale, all’educazione digitale e all’educazione al rispetto.”
Tratto dalla scheda del Ministero dell’Istruzione e del Merito, in cui si espongono “Le cose fatte per la scuola in dieci punti”. Nel suddetto documento viene sottolineata l’importanza della salute psicofisica ma, nonostante diventi oggetto di lezioni di educazione civica, non vengono assunti psicologi fissi con cui costruire un percorso per la salute mentale dei ragazzi, precaria anche a causa delle conseguenze del COVID-19. Nel documento si tratta anche di educazione digitale che il Ministero pretende di insegnare proibendo l’uso dei cellulari, che sono il principale strumento con cui i giovani si approcciano al digitale, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado mandando un messaggio contraddittorio.
Come studenti abbiamo la possibilità di incontrare il ministro ma tutto quello che possiamo fare è ascoltarlo mentre il livello di istruzione è sempre più in calo. Nel 2018 gli studenti che non raggiungevano il livello 3 (che corrisponde alla sufficienza) nelle prove invalsi si aggirava intorno al 28%, al contrario nel 2023 il valore è salito al 50%. Questi dati sono stati presi dal sito ufficiale delle provi invalsi. Le cause di questo fenomeno sono riconducibili alla mancata continuità del percorso scolastico esposta nel primo punto.
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