L’emendamento presentato dai due consiglieri del Gruppo Liberali piacentini mirava ad introdurre questo principio. In sede di esame di un progetto di costruzione, il controllo del Consiglio comunale avrebbe comunque potuto svolgersi meramente “al fine della valutazione della legittimità o meno dell’intervento in relazione a quanto previsto dai vigenti strumenti urbanistici”.
Per comprendere appieno il significato di tutta la vicenda, il Consiglio direttivo dei liberali piacentini intende chiarire con esattezza il corso degli eventi.
Il Regolamento urbanistico edilizio (RUE) fino ad ora vigente prevedeva, dunque, che fosse l’amministrazione a varare i progetti esaminati dalla struttura dirigenziale; dizione che veniva intesa come sinonimo di Giunta comunale.
La nuova Amministrazione ha invece inteso introdurre un controllo finale da parte del Consiglio comunale. Controllo al quale i liberali sono sempre stati contrari, pur in un primo momento non ostacolando l’iter del Regolamento; questo sulla ottenuta assicurazione che si sarebbe provveduto a chiarire che preciso tipo di controllo fosse demandato al Consiglio comunale.
A questo punto, i liberali hanno ritenuto di proporre che il controllo del Consiglio comunale dovesse svolgersi al mero fine della valutazione della legittimità dei progetti edilizi.
In questi termini, il consigliere Levoni si è espresso come componente la Commissione Affari istituzionali; ribadendo che solo questa previsione sarebbe stata coerente con i principii liberali dello stato di diritto, che vuole che la normativa, e la conseguente applicazione nonchè i conseguenti controlli, siano uguali per tutti; abbandonato quindi ogni criterio discrezionale e quindi non ancorato ad un preciso criterio.
La visione liberale vuole infatti che ogni controllo abbia un preciso parametro di riferimento; non mutabile caso per caso, come invece sarebbe stato se si fosse fatto riferimento ad un voto del Consiglio comunale senza nulla ulteriormente prevedere.
La maggioranza consiliare ha ritenuto di non approvare la proposta liberale e di ancorare la valutazione in parola non alla “legittimità”; ma alla “conformità”, sempre sulla base degli strumenti urbanistici vigenti.
Il Consiglio direttivo intende sottolineare che si è comunque in questo modo attribuito un ruolo preciso all’esame del Consiglio comunale; e ciò in piena aderenza con il comunicato liberale. Comunicato nel quale si sottolineava appunto che al Consiglio comunale si sarebbe potuto attribuire il solo compito di “verificare la corrispondenza delle previsioni agli strumenti urbanistici e alle normative di settore”.
In sostanza, i liberali rivendicano alla componente liberale del Consiglio di avere ottenuto che il voto non sia libero e discrezionale; ma ancorato ad un ben determinato criterio.
Sui modi in cui la seduta si è svolta i liberali si riservano di esprimere un giudizio e di valutare quali azioni eventualmente intraprendere; in particolare sul piano politico. Il tutto a seguito della lettura del verbale ufficiale del Consiglio comunale.
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