La sentenza del Tar nella causa Camuzzi – alla quale il Comune di Piacenza ha inutilmente resistito impegnandovi il Capo della propria Avvocatura – afferma come “pacifica” la circostanza che la delibera di Consiglio comunale annullata abbia leso “un legittimo affidamento”. Il capogruppo comunale liberale Antonio Levoni, nel motivare l’opposizione alla delibera in parola e annullata dal Tar, aveva detto per primo (poi seguito da altri) che la logica dello stato di diritto impediva di condividere la delibera stessa, di bloccare pratiche conformi alla legge nazionale e alla normativa locale, paventando anche il pericolo di un contenzioso che si è puntualmente verificato, e vincente, nonostante fosse stato “autorevolmente” affermato (in contrario al consigliere liberale) che lo stesso non vi sarebbe stato.
L’episodio, suggerisce più considerazioni – ad avviso dell’Associazione liberali – tutte unitariamente, e pur separatamente, valide.
La prima è che se la maggioranza di centrodestra e Sindaco e assessori avessero meditato sulle prese di posizione liberali anziché respingerle e basta, mettendole alla gogna come disfattiste, avrebbero evitato questo incidente e tanti altri.
La seconda. Le battaglie dei liberali sono battaglie ideali, di principii, che non nascondono nulla: la fattispecie in esame ne è un esempio. I diritti vanno rispettati sempre e non una volta si e altre no. Può toccare tutti la lesione dello stato di diritto, non capita sempre e solo agli altri. È una garanzia per tutti.
La terza osservazione è che essere contrari alla moratoria per alcuni e non per altri, nonché modificare le normative in corso d’opera, non appartiene al mondo liberale. Ma non significa neppure – in questo come in altri casi – essere favorevoli al cemento, in particolare alla grossa distribuzione. È principio irrinunciabile dei liberali e di chi crede nel mercato e nella concorrenza, proteggere anzi i piccoli imprenditori di qualsiasi settore, rispetto ai macigni in gran parte forestieri, che si fanno quindi pingui in Italia, fagocitando nostre risorse e ben poco lasciando a noi.
La quarta e ultima osservazione. Il Comune, con la sua maggioranza, ha creato il problema, e tocca ad esso rimediarvi, evitando altro contenzioso, come farebbe (espressamente o tacitamente) se continuasse a favorire alcuni rispetto ad altri, pienamente invece legittimati allo stesso trattamento stabilito dal Tar per la parte ricorrente. E per il rispetto dello stato di diritto (cioè delle normative non addomesticate a interessi non generali) i liberali ci sono sempre.
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