Liberali Piacentini sui Rivi Urbani, è una delibera ricognitiva e che quindi opera immediatamente.
Il Comunicato Stampa
“La preoccupazione del Pd è soverchia. La delibera sui rivi urbani è una delibera ricognitiva, che quindi opera immediatamente dal momento in cui è diventata esecutiva secondo il rito deliberativo ordinario”. Così l’Associazione dei Liberali piacentini risponde alla nota del Pd relativa ai rivi urbani ed alla risposta ad una interrogazione di Consiglieri pdini fornita dall’ass. Opizzi.
La nota liberale così prosegue: “Succedono davvero cose strane. Il Pd – particolarmente ad opera del suo attuale Segretario provinciale, dott. Bisotti – ha sempre osteggiato la situazione in atto da ottocento anni, e cioè da quando venne dedotto il canale Comune (con la c maiuscola), per cui i rivi sono sempre stati ritenuti di pubblica proprietà, tant’è che sono serviti fino al secolo scorso da condotte fognarie della città. In sostanza, il Pd ha cercato di riversare su quarantamila piacentini (calcolati attribuendo una media di 15 abitanti agli immobili costruiti sui rivi e/o fronteggianti gli stessi) il costo della manutenzione ordinaria e straordinaria dei rivi stessi, da sempre facente capo al Comune, anche quale capo-consorte del disciolto Consorzio comunale dei rivi urbani. Ora, però, inspiegabilmente si preoccupa (o fa finta di preoccuparsi) che la delibera adottata dai Consiglieri di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Liberali piacentini vada in attuazione… A parte questo, il Pd – ignorando evidentemente la situazione in essere da secoli e nel tentativo di capovolgerla con ragionamenti che non hanno né capo né coda – si chiede come mai si vogliano porre a carico delle casse comunali gli oneri manutentivi dei rivi stessi. Nonostante il tenore letterale della delibera della maggioranza Barbieri, il Pd non comprende quello che la delibera dice, e cioè di confermare solo (che è cosa diversa dal porre a carico) in via ricognitiva la proprietà comunale che, quindi, non pone a carico del Comune nuovi oneri ma semplicemente attesta l’esistenza di quelli da sempre esistenti. Al proposito, basta del resto leggere la delibera del 1995 che attribuiva la manutenzione dei rivi, per conto del Comune, all’allora Amnu”. La nota dell’Associazione Liberali prosegue facendo presente che “la trascrizione della proprietà comunale dei rivi non è mai stata fatta e non è a base né del Catasto napoleonico né del Catasto urbano dello stato unitario ed ancora meno del Nuovo. Questo perché tutti sanno che la trascrizione non è prevista e tantomeno necessaria così come non è prevista né è necessaria la trascrizione della proprietà delle strade comunali”. Pur non essendo dunque la trascrizione obbligatoria (da cui, la corretta risposta dell’ass. Opizzi), l’Amministrazione comunale opererà come con chiarezza esplicitato nella citata risposta. “Comunque – prosegue ancora la nota liberale – può sin d’ora sottolinearsi: la natura di pubblica utilità dei rivi, sia per il passato che anche per il presente, non può mettersi in discussione con ogni conseguenza nel campo dei diritti reali dal Codice civile previsti; non può ipotizzarsi che un rivo che ha assolto per secoli, e comunque tuttora assolve, a pubbliche funzioni possa essere interrotto in tale titolarità solo perché attraversa una proprietà privata; la ricognizione dello stato è indispensabile e non può pensarsi che sia stata dalla struttura omessa sino ad oggi. Se ne ricaveranno (e/o se ne sono già ricavate) situazioni diversificate in relazione a: derivazioni e/o captazioni rispetto al corso principale di ogni singolo rivo, immissioni e loro natura (acque piovane e/o luride), andamento in superficie o nel sottosuolo dei rivi. E’ evidente che solo all’accertamento di quanto sopra conseguirà la valutazione della necessità o meno di assumere le conseguenti iniziative di pubblicità immobiliare”. In sostanza – continua la nota liberale – “anche l’interrogazione del Pd sottolinea – a nuovo, concorrente e pur separatamente valido titolo – l’opportunità (e, in particolare, la necessità) dell’assunzione della delibera comunale in riferimento, nella speranza che, dagli accertamenti in corso, non emergano omissioni, per i quali i Consiglieri interroganti avrebbero senza accorgersene fornito indiretta collaborazione”. Dopo aver richiamata l’osservazione “che è ben strano che il Pd giudichi inopportuna la delibera per i possibili oneri che conferma a carico del Comune, atteso che il Consiglio comunale ha come compito di deliberare nell’interesse della Comunità, che non coincide con il Comune, come ben sanno non i cultori ma anche solo i principianti cultori di Diritto pubblico” conclude facendo presente che “per ogni migliore informazione sulla materia, si consiglia la lettura dello studio n. 1196 del Consiglio nazionale del notariato in tema di acque pubbliche e private a seguito della riforma operata dalle L. 5 gennaio 1994, n. 36”.
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