L’Associazione dei Liberali piacentini, nel richiamare il proprio comunicato del 15 luglio scorso, sottolinea anzitutto con soddisfazione che nessuna istituzione e nessuna associazione di rappresentanza ha finora compromesso la battaglia in difesa della nostra Camera di commercio. Tanto premesso, fa notare quanto segue.
C’è una legge che prevede che la sorte delle Camere di commercio ancora in sospeso – fra cui Piacenza – nelle aggregazioni con altre alla data dell’1 gennaio scorso, deve essere decisa in coordinamento con le Commissioni parlamentari competenti. Piacenza non deve fare (come finora non ha fatto) alcuna fuga in avanti, né subire ricatti da parte di organismi/istituzioni che dispongano della borsa dei contributi pubblici. Piacenza deve solo aspettare che operi la legge e che chi vuole l’aggregazione forzata di Piacenza a Parma e Reggio (che si sono già spartite sede, alla prima, e presidenza, alla seconda) lo dica con chiarezza, assumendosi le relative responsabilità politiche e morali. A noi, peggio di come andrebbero le cose soggiacendo all’impostazione unificatrice (una vicepresidenza, che conta solo per i bigliettini da visita, al più), non può andare. E per ottenere questo trionfale risultato, a meno che non se ne voglia qualche altro (personale, non della collettività), è meglio che stiamo alla finestra e basta, senza alcuna commistione (come si è fatto finora) e conquistando casomai un credito, quantomeno, per il futuro da chi imponesse la sua volontà, senza alcuna condivisione da parte nostra, né diretta né indiretta.
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