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Leonardo da Vinci al Quirinale: un filo rosso tra Piacenza e Roma

Una bacheca per il poeta piacentino Antonio Cornazzano.

Roma dedica al genio di Leonardo da Vinci, una Mostra fino al 30 giugno, alle Scuderie del Quirinale.
Il percorso si propone l’obiettivo, che poi è una sfida, di far emergere le innovazioni dagli studi tecnici e matematici che Leonardo condusse negli anni trascorsi in Francia, ad Amboise, presso la Corte di Francesco I.
Attraverso il confronto serrato con i suoi contemporanei, come Leonbattista Alberti e Donato Bramante, trionfa la scienza di Leonardo che trasforma la concezione del mondo moderno.
Suggestiva infatti risulta l’ambientazione della Mostra che presenta il personaggio non isolato ma inserito nel contesto del suo tempo, dapprima Firenze e poi Milano, per costruire l’immagine di un uomo che dal mondo e da Dio apprende le radici più autentiche della sua anima: la conoscenza e la contemplazione.
Manoscritti, disegni, progetti di opere ingegneristiche offrono una visione eclettica di Leonardo.
Promotori della Mostra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano e la Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Leonardo è testimone silenzioso del Rinascimento. La prima opera emblematica della Mostra è il Codice Atlantico cronologicamente molto ampio (1478 – 1518).
Dalla Matematica all’Astronomia, dalla Geografia alla Botanica fino all’Idraulica, il Codice contiene il progetto della macchina mai utilizzata per sollevare le colonne della cupola di Santa Maria del Fiore realizzata poi dal Brunelleschi. Nella Firenze del ‘400 tra gli architetti e gli scultori suoi contemporanei si venerava il De Architectura di Vitruvio. In Mostra anche uno schizzo dell’uomo vitruviano, uomo perfetto, fondato sui principi di armonia, ordine, proporzione.
Un’intera sala è dedicata ai modelli di Andrea Palladio e Sebastiano Serlio sul Pantheon.
Il visitatore è continuamente stimolato nelle scoperta delle nuove tecniche
impiegate nella realizzazione delle grandi opere d’arte tra il ‘400 ed il ‘600.

E’ curioso che George Sezanne, progettista delle Galeries Lafayette di Parigi, sia stato affascinato dall’architettura romana e si sia appassionato al mito leonardesco ricostruendo a Parigi un frontone con colonne ispirato al Pantheon (in mostra).
Seguono poi gli studi sulla prospettiva: punto, linea, angolo, superficie, corpo sono i fondamenti che rappresentano la tridimensionalità dello spazio.
Interessante lo studio prospettico di una ruota dentata che si ritroverà più volte nella riproduzione del globo terrestre.
Leonardo ammira Vasari suo futuro biografo e mai perde di vista l’ambizione di studiare la Sezione aurea realizzata poi per Ludovico il Moro a Milano.
Seguono gli studi di Idraulica eseguiti per il progetto della Cerchia dei navigli; quindi il disegno di una chiusa a doppio battente e una bellissima pianta di Milano chiamata “ortogonale”, città che Leonardo aveva concepito come città ideale.
Segue poi la sezione dedicata alle Tecniche balistiche: Leonardo a Milano realizza modelli per forti avendo letto il De re militari di Roberto Valturio; ma ecco comparire al centro della Sala n. 8 una bacheca interamente dedicata ad Antonio Cornazzano, poeta piacentino nato nel 1429 circa e attivo alla Corte di Francesco Sforza a Milano e morto a Ferrara nel 1483. Dobbiamo a lui il grandioso poema “La Sforzaide” (L’arte militare) prima in prosa e poi in rima, del 1459.
La sala presenta ponti levatoi, armi, balestre, inseriti in un contesto non più cavalleresco ma cittadino.
L’ultima sezione della Mostra è dedicata al volo. Si parte con il volo degli uccelli migratori, si passa poi ai modelli di alianti ma la metafora vincente è la sfida dell’uomo moderno ricercatore attento e vigile, osservatore della natura e dei suoi
segreti.

Leonardo: un filo rosso tra Piacenza e Roma.

Maria Giovanna Forlani

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Redazione M

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