La bravura di una straordinaria attrice, la bellezza di un testo delicato nella scrittura e potente nei contenuti, l’attento silenzio di un pubblico in reale ascolto: questi gli “ingredienti” – è proprio il caso di chiamarli così – della serata indimenticabile di ieri, quinto atteso appuntamento di Pulcheria che ha visto protagonista, al secondo piano di XNL, Lella Costa con “Il pranzo di Babette“, il reading teatrale del celebre racconto di Karen Blixen.
La serata è stata introdotta dai saluti dell’assessora alle Pari Opportunità Serena Groppelli che ha ricordato il senso del dono e dell’accoglienza espressi magnificamente ne Il pranzo di Babette.
Quindi Paola Pedrazzini direttrice artistica di Pulcheria ha spiegato alcune motivazioni della scelta di invitare Lella Costa (“amica” del Festival di Pulcheria dove è più volte stata ospite) proprio con il reading del racconto di Karen Blixen.
“Tra i tanti e stratificati significati e temi che Il pranzo di Babette riassume in sé e porta con sé, ci sono due aspetti, la celebrazione dell’arte culinaria e il racconto per immagini (realizzato poi dal regista Gabriel Axel che ne fece una splendida trasposizione cinematografica in un film vincitore dell’Oscar) che mi hanno fatto pensare che il meraviglioso reading di Lella Costa potesse essere anche la perfetta occasione per tenere a battesimo il “lancio” delle borse di studio che la neonata Associazione “Amici di Jhonny” ha voluto in memoria del giovane filmaker piacentino prematuramente scomparso, Giuseppe Piva, perché proprio la cucina e il cinema erano – ci ha detto il suo papà- due sue grandi passioni”.
Le borse di studio saranno possibili grazie al sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano ed è stato proprio il presidente Roberto Reggi a ricordare la lodevole iniziativa che vedrà come beneficiari gli studenti e le studentesse dell’Istituto professionale alberghiero Marcora di Piacenza. Un intervento molto apprezzato quello di Reggi che ha poi lasciato la parola al presidente dell’associazione “Amici di Johnny”, Lorenzo Tagliaferri, presente alla serata insieme ad altri membri della stessa a partire da Giancarlo Piva con la moglie e insieme a Nicoletta Bracchi direttrice di Telelibertà (testata televisiva in cui lavorava Giuseppe).
Dopo le presentazioni è entrata in scena, elegantissima in un originale abito di scena, Lella Costa, accolta con grande affetto dal foltissimo pubblico con il quale ha subito empatizzato: “questa sera vi propongo di compiere un’impresa epica, di quelle che si raccontano ai nipoti: spegnete i cellulari, prendetevi il tempo dell’ascolto” – ha esordito l’attrice che ha evidenziato la bellezza de Il pranzo di Babette, “un racconto unico, che ogni volta porto sul palco con grande emozione, una storia così meravigliosa sul dono e sulla condivisione che necessita di tutta la nostra partecipazione“.
Lella Costa ha evidenziato la bellezza della scrittura di Karen Blixen, scrittrice di straordinario talento che nonostante questo scrisse Il pranzo di Babette con lo pseudonimo maschile di Isak Dinesen e che malgrado le diverse candidature al Premio Nobel per la Letteratura, non lo vinse mai.
La sua eccellenza era così indiscussa, che perfino Ernest Hemingway, nel ritirare il Nobel nel 1954, glielo dedicò affermando che sarebbe stato più felice se il riconoscimento fosse andato “a Karen Blixen”.
Continuare a portare sul palco il suo racconto, a distanza di più di settant’anni da quando è stato scritto – è una forte (ri)affermazione del valore della scrittrice che anche nella vita privata ha dovuto pagare lo scotto di essere donna in anni non facili.
Il pubblico ha partecipato a questa esperienza di ascolto collettivo seguendo con il fiato sospeso l’intensissimo reading, partecipe di ogni frase e sfumatura, corrispondendo l’emozione con cui ogni parola è stata pronunciata.
“Il vero artista non è mai povero” dice Babette nel testo “se assume la felicità degli altri come sua grande ricchezza” e alla fine, un lunghissimo applauso ha restituito a Lella Costa il riconoscimento dovuto a una grande artista che lo accolto con evidente commozione.
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