Nell’incontro che si è svolto in sala consigliare della Provincia il 13 ottobre scorso, la Presidente Patelli ha dichiarato che assumerà il PTAV, piano territoriale di area vasta, il 23 ottobre, mettendo in evidenza, per bocca del direttore Vittorio Silva, una serie di strategie da perseguire, alcune delle quali condividiamo.
Inizia così una nota di Legambiente Piacenza, la quale però avanza anche alcuni dubbi.
Ciò che va messo in assoluta evidenza però è il profondo dissenso di Legambiente verso la decisione di scegliere il metodo del 3% differenziato per Comuni e di ignorare la richiesta di una moratoria di nuovi insediamenti logistici per consentire un serio monitoraggio della sua evoluzione nel nostro territorio e delle effettive esigenze di logistica ancora in essere, alla luce delle criticità che hanno evidenziato, sia sotto il profilo ambientale che sociale. Tale decisione, che pare concordata con maggioranza dei Sindaci, ignora totalmente le richieste che sono state inoltrate personalmente alla Presidente mediante un documento sottoscritto insieme a diversi comitati, associazioni e forze politiche locali.
Desideriamo mettere in evidenza che tale decisione metterà a serio rischio la possibilità di contenere adeguatamente il consumo di suolo imprimendo conseguentemente un duro colpo all’agricoltura (che perderà la sua risorsa primaria per produrre cibo), alle proprietà del suolo (permeabilità, assorbimento di carbonio, biodiversità), alla qualità dell’aria e al congestionamento del traffico.
Tutto questo in nome di una espressa subordinazione allo “sviluppo” economico e ad una indefinita “attrattività del territorio”. Noi riteniamo che il territorio non deve essere considerato una merce da svendere ma, alla luce dei cambiamenti climatici in atto, da trattare con profonda cura, vagliando attentamente le possibilità di trasformarlo sulla base di una valutazione degli vantaggi e degli impatti.
Il “fondo di perequazione”, per lo scambio fra Comuni di territorio da consumare, rappresenta invece l’esatto opposto, una scorciatoia per derogare agli obiettivi già blandi contenuti nella legge urbanistica regionale n.24/2017. Invitiamo pertanto tutte le forze politiche che dichiarano attenzione verso i destini del territorio, dell’ambiente e di uno sviluppo economico equilibrato, a prendere posizione per opporsi a questa decisione nefasta sia per le conseguenze immediate conseguenti ai sempre più frequenti eventi atmosferici estremi, sia per le future generazioni.
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