Politica

La Lega riparte: “Dobbiamo essere il sindacato del territorio”

La Lega riparte dai territori e dai contatti diretti con i cittadini perché «dobbiamo essere il sindacato di Piacenza».

E’ la linea emersa dall’incontro con l’europarlamentare Paolo Borchia, intervenuto, il 12 dicembre, alla cena di auguri di Natale del Carroccio piacentino. La serata è stata un’occasione per riflettere su un intenso anno politico che ha visto il voto delle elezioni amministrative, europee provinciali e regionali, per confrontarsi sia sui successi ottenuti che su ciò non ha funzionato, per dare una nuova rotta dopo il recente direttivo del partito e per uno sguardo sull’Europa con attenzione al green deal.

Davanti a circa 80 persone, tra militanti e simpatizzanti, sono intervenuti il capodelegazione della Lega all’Europarlamento Borchia, la senatrice Elena Murelli, il segretario della Lega Emilia, Matteo Rancan ed il segretario provinciale Luca Zandonella.

Le elezioni amministrative

Quest’ultimo ha detto che «le elezioni amministrative sono andate bene, il centrodestra ha vinto la maggior parte dei Comuni e abbiamo aumentato il numero dei nostri Sindaci. Certo, la mancata rielezione di Rancan lascia l’amaro in bocca, ma va sottolineato – nello scenario attuale – il buon risultato della Lega a Piacenza, che si conferma il più alto in Regione, oltre che essere il secondo partito della coalizione, a differenza del dato regionale. I cittadini devono sapere che la Lega c’è e che le sue idee non moriranno mai».

Rancan – risultato non eletto per soli 61 voti dopo il controllo dell’Ufficio elettorale – ha ringraziato i candidati alle regionali e ha parlato di un anno positivo per la Lega dopo il voto europeo e amministrativo: «Certo, qualcosa non è andato bene e dobbiamo migliorare, non nascondere la testa sotto la sabbia. Il risultato di Piacenza è stato molto buono, sfiorando il 10%. Qualcuno si aspettava che Matteo mollasse, invece ho visto una reazione perché è nelle difficoltà che occorre stringersi e lavorare ancora di più».

“Una nuova rotta”

Poi, il segretario emiliano ha tracciato la nuova rotta, uscita dal direttivo del Carroccio: «La Lega è il sindacato di Piacenza, serve un rapporto più stretto con il territorio. I militanti avranno degli obiettivi per ascoltare i cittadini, raccogliere le segnalazioni di problemi e le proposte per risolverli. La differenza tra noi e gli altri è che noi ci mettiamo il cuore, la passione».

La forza della squadra

Anche la senatrice Murelli ha sottolineato la forza della squadra e la sua compattezza «nei momenti belli e in quelli brutti. E questo dobbiamo farlo sapere a chi vive sul territorio. Ripartiamo da qui, dagli incontri in sezione e tra militanti, ma soprattutto con i cittadini tramite i gazebo che solo la Lega sa fare con determinazione. L’ascolto e le battaglie sono gli strumenti che ci contraddistinguono dagli altri partiti e che l’elettorato ci riconosce. Gli oltre 3.500 voti di Matteo che si sommano a quelli di Giada, Lorella e Domenico dimostrano che la Lega c’è, grazie ai candidati per averci messo la faccia e la disponibilità».

“Gli errori vanno studiati”

Infine, l’eurodeputato Borchia ha rinforzato lo spirito di squadra ricordando che «c’è bisogno di tutti, dei giovani come di chi ha la tessera da 30 anni. Non bisogna fare drammi perché c’è una battuta di arresto dopo anni di successi. Ricordate quando eravamo arrivati al 3,9%? L’errore va studiato, non messo sotto al tappeto». Sulla nuova commissione Ue, Borchia ha scandito «come sul green deal noi avevamo avvertito che avrebbe provocato fabbriche chiuse e licenziamenti nel settore auto a causa dell’elettrico. Ebbene, tutto ciò sta avvenendo. Dico no alle sole auto elettriche nel 2035, il cittadino deve essere libero di scegliere tra elettrico ed endotermico, altrimenti avremo una macelleria sociale».

Il parlamentare europeo ha ricordato che «qualcosa non quadra se l’opinione pubblica va in una direzione e l’Europa in un’altra. Un esempio è l’agricoltura, perché l’accordo con il Mercosur (mercato comune dell’America del Sud) potrebbe far arrivare qui prodotti che non rispettano gli standard che invece vengono imposti agli agricoltori europei».

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