Partire dalle audaci performance di Achille Lauro per trarre considerazioni sui tempi che stiamo attraversando. Al di là di giudizi “di parte”, per così dire, che potrebbero impedire al messaggio dell’artista di giungere nella sua interezza. Sono le considerazioni di Laura Groppi, dell’associazione Spazio Tesla.
Siamo continuamente bombardati da sensibilizzazioni che creano in noi convinzioni e che determinano emulazioni da parte di chi resta affascinato in modo più ampio. Siamo vulnerabili, suscettibili, influenzabili e chi più ne ha più ne metta… ma oggigiorno il messaggio che dovrebbe essere visto, al di là del giusto e dello sbagliato. Angelo o demone? Il messaggio di Lauro potrebbe essere un altro, ben al di là del male e del bene: “Perché è finito il tempo del nero o bianco, del giusto o sbagliato”.
“Lui ha ricoperto il ruolo sia dell’angelo che del demone, in un susseguirsi continuo di colori, suoni, vibrazioni, parole, recite. Tutto questo ha mosso emozioni, sensazioni, giudizi. Ecco la via: andare oltre il giudizio per uscire da questo incastro, spezzare le catene di questo eterno conflitto che in modo incessante e perpetuo si ripete all’infinito. Oggi nella nostra Era c’è la possibilità di cogliere questo spiraglio: e per menti e cuori attenti, questo si può cogliere.
“Prendiamo la sua ultima esibizione, quella del sabato sera, chiusura del festival: diventa a mio avviso emblematica per comprendere che mentre lui si inginocchia con la rosa che gli trafigge il petto e la canzone che recita: “E’ giunta la nostra fine, il nostro momento…. colpevoli e innocenti”. E’ arrivato il momento di trascendere da queste due parti! E potremmo parafrasare ………C’est La Vie! Perché così è!”.
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