Attualità

L’altra scena, torna il festival di teatro contemporaneo

A Piacenza è l’ora de “L’altra scena”, Festival di teatro contemporaneo curato da Jacopo Maj e organizzato da Teatro Gioco Vita con Fondazione Teatri di Piacenza, il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e la collaborazione dell’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita. Siamo alla nona edizione, in programma dal 30 settembre al 25 ottobre. 

Oltre a un cartellone di sei spettacoli rappresentativi del settore della ricerca, in scena al Teatro Filodrammatici il lunedì e venerdì, è confermata al Teatro Gioia nelle serate di mercoledì la sezione Residenze creative che offrono uno spaccato sul lavoro di compagnie emergenti tra teatro, danza e performing art. A completare la proposta, la sezione Off con due appuntamenti tra Filodrammatici e Gioia e la sezione Educational con le attività collaterali per gli studenti. 

Tra le compagnie in scena, Kepler-452, Il Mulino di Amleto, Eco di Fondo, Berardi Casolari, Mamimò, Teatro Gioco Vita, Sotterraneo. In cartellone tre Premi Ubu 2018: Gianfranco Berardi (Migliore attore o performer); Chiara Bersani (Nuova attrice o performer under 35); “Overload” di Sotterraneo (Spettacolo dell’anno).

Una sottolineatura a parte meritano sicuramente le Residenze creative. Teatro Gioco Vita ha offerto una “casa” al Teatro Gioia per le nuove creazioni di tre realtà selezionate tra diverse proposte arrivate un po’ da tutta Italia, che grazie al festival hanno la possibilità di realizzare i loro studi a Piacenza e di presentarli al pubblico. Un cartellone quest’anno tutto declinato al femminile, con alcune artiste legate personalmente e professionalmente al nostro territorio. 

Per la sezione Off, invece, il nuovo lavoro dei Diurni e Notturni con Teatro Gioco Vita e le presentazioni finali degli allievi di Animateria – corso di formazione per operatore esperto nelle tecniche e nei linguaggi del teatro di figura. 

«Il Festival di teatro contemporaneo “L’altra scena” – scrive il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri nell’introduzione al programma – è ormai saldamente inserito in un’ampia offerta teatrale piacentina che mira con passione a rivolgersi a tutta la comunità ed ambisce ad intercettare nuovi sguardi, lottando contro la pigrizia intellettuale attraverso una proposta artistica che si conferma sempre di valore. E non è un caso che grazie a un’offerta teatrale articolata, attenta a tutte le fasce di pubblico e capace di rispondere alle esigenze e ai gusti più diversi (dalla lirica al balletto, dalla concertistica alla prosa, dal teatro di ricerca al teatro ragazzi) Piacenza sia stata collocata al 12° posto alla voce Teatro nell’indagine de “Il Sole 24 Ore” sulle province italiane».

Nella giornata inaugurale del Festival, lunedì 30 settembre, in via Santa Franca dalle ore 19 avrà luogo l’ormai consueta proposta conviviale a scopo benefico realizzata in collaborazione con l’Associazione Amici di Roccapulzana: i volontari prepareranno per tutto il pubblico i Batarò, prodotto tipico della Valtidone. 

Al Teatro Filodrammatici alle ore 20.30 la programmazione 2019 de “L’altra scena” prenderà il via con “Il giardino dei ciliegi” – Trent’anni di felicità in comodato d’uso, ideazione e drammaturgia di Kepler-452, produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, regia di Nicola Borghesi, che vedremo anche in scena con Annalisa e Giuliano Bianchi, Lodovico Guenzi (il cantante de Lo Stato Sociale) e Tamara Balducci.  Lo spettacolo nasce dall’incontro tra i componenti di Kepler-452 (Nicola Borghesi, Paola Aiello ed Enrico Baraldi) con due personaggi “immaginari” realmente esistenti, Giuliano e Annalisa Bianchi, ossia Ljuba e Gaev. Il centro del dramma di Čhecov è la scomparsa di un luogo magico, profondamente impregnato delle vite di chi lo abita. Gli artisti cominciano così a sbirciare nelle pieghe della loro città, Bologna, alla ricerca del loro Giardino dei ciliegi e incontrano Giuliano e Annalisa Bianchi, che per trent’anni hanno vissuto in una casa colonica concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune nella periferia della città, occupandosi del controllo della popolazione dei piccioni e dell’accoglienza di animali esotici o pericolosi. 

Il Festival prosegue con il primo studio delle Residenze creative: “Le mille e una notte – III ora”, una produzione Lidelab e Teatro Gioco Vita / Festival “L’altra scena” con il sostegno di MIBAC e SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Per Chi Crea”, in programma mercoledì 2 ottobre alle ore 21 al Teatro Gioia. Progetto Finalista Registi Under 30 – Biennale College Teatro 2018, il lavoro nasce dall’esplorazione del gioco amoroso presente nei racconti de “Le mille e una notte” e nel manuale arabo del ‘400 “Il giardino profumato” ed è un dialogo femminile sul mistero dell’atto d’amore. LideLab, dal danese “laboratorio del piacere e del dolore”, è un collettivo di artiste indipendenti under 35, nato con l’obiettivo di creare performance che giocano con il paradosso e la meraviglia. Concept, regia e drammaturgia sono di Silvia Rigon; regia, scenografia, ideazione e realizzazione figure di Lucia Menegazzo; attrice Barbara Mattavelli; sound design, musicista e performer Federica Furlan; producer Christina Lidegaard.

Venerdì 4 ottobre al Teatro Filodrammatici alle ore 21 va in scena “Senza Famiglia” di Magdalena Barile, regia di Marco Lorenzi, uno spettacolo di Il Mulino di Amleto finalista al Premio Scenario 2017, interpretato da Christian di Filippo, Francesco Gargiulo, Barbara Mazzi, Alba Maria Porto, Angelo Maria Tronca. Una famiglia composta da cinque personaggi, tra conflitti e impossibilità di esprimersi con affetto. Una nonna, che ha fatto gli anni ‘70, risorge per convincere la figlia a cambiare vita. A partire da un racconto spietato, esasperato e memorabile dei rapporti familiari, “Senza Famiglia narra” la storia di un’educazione politica e sentimentale tra generazioni destinata a un grottesco fallimento. Uno spettacolo che racconta, come spiega la Barile, «di come i sogni dei padri e delle madri cadano come macigni sulle teste dei figli, mentre la comunicazione fra le generazioni sia costellata da equivoci e disastri. Fra voglia di approvazione e voglia di ribellione, i passaggi di consegne fra genitori e figli si trasformano in un tritacarne».

Appuntamento Off sabato 5 ottobre dalle ore 18 al Teatro Gioia con “La notte delle figure”, presentazioni finali degli allievi di Animateria – Corso di formazione per operatore esperto nelle tecniche e nei linguaggi del teatro di figura, operazione approvata con DGR 1208/2018 del 30/07/2018 e co-finanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna” (Rif. PA 2018-9871/RER Cup E37D18000890007), progetto formativo curato da Teatro Gioco Vita con Teatro delle Briciole e Teatro del Drago, direttore pedagogico Fabrizio Montecchi, coordinatore Roberto de Lellis, tutor Beatrice Baruffini, Roberta Colombo, Nicoletta Garioni. Pupazzi, ombre, corpi, oggetti, maschere, teatro su nero, marionette: cinque brevi studi che ci accompagnano tra i tanti linguaggi del teatro di figura contemporaneo. Ogni lavoro, creato e costruito da un gruppo di allievi, conduce lo spettatore all’interno di un diverso microcosmo artistico, dove la forma intrattiene un diverso dialogo con il contenuto. Alle ore 18 vedremo Ingegnerie emotive con “Il sogno di Jumbo”, di e con Corinna Bologna, Gisella Butera, Erika Salamone. Alle ore 18.30 “Cane nero” Studio sulla paura di Miriam Costamagna, Jessica Graiani, Andrea Lopez Nunes, Marta Lunetta e Riccardo Perna. Dopo una pausa con aperitivo a cura di Superfood, alle ore 19.30 “Alice” di e con Greta Di Lorenzo e alle ore 20 Hombre Collettivo in “Le città indicibili” di Agata Garbuio, Angela Forti, Riccardo Reina, Aron Tewelde. Nuova pausa ristoro, sempre a cura di Supefood, quindi alle 21 Teatro della Polvere in “Polvere” a cura di Giulio Bellotto, Annalisa Esposito, Riccardo Reina, Christian Zucconi. In chiusura di serata un incontro con gli artisti.

Per le Residenze creative vedremo mercoledì 9 ottobre (Teatro Gioia, ore 21) lo studio di Chiara Bersani “The Whales song/Il canto delle balene”, ideazione/creazione della Bersani, azione Matteo Ramponi, suono F. De Isabella, consulenza drammaturgica Marco D’Agostin, una produzione Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00# in collaborazione con Teatro Gioco Vita/Festival “L’altra scena” (IT), Kunstencentrum Vooruit (BE), con il supporto di Santarcangelo Festival (IT), Armunia (IT). Matteo Ramponi è un performer italiano noto per la sua abilità di diventare invisibile: posto all’interno di una coralità, lui diventa scheletro, struttura. Sparisce tra i corpi ma ne detta il movimento. Solo sulla scena, Matteo avrà 50 minuti di tempo per compiere una magia: trasformare il pubblico da agglomerato a gruppo, da gruppo a coro. Da pubblico a performer. La sua abilità di svanire sarà il centro dell’intera creazione e il suo obbiettivo sarà quello di portare ogni fruitore dell’opera a scegliere diventare parte di un rito collettivo.  

Lunedì 7 ottobre si torna al Teatro Filodrammatici dove alle ore 21 andrà in scena “Dedalo e Icaro”, drammaturgia di Tindaro Granata, regia Giacomo Ferraù e Francesco Frongia, con Enzo Curcurù, Giacomo Ferraù, Libero Stelluti, Giulia Viana, una coproduzione Teatro dell’Elfo, Eco di fondo. In questa rilettura, Dedalo costruisce ad Icaro delle ali fatte esclusivamente dal suo estremo amore. Icaro, infatti, è rinchiuso in un labirinto: un mondo fatto di vicoli chiusi, strade verso l’esterno che s’interrompono, dalle quali spesso sembra di vedere improvvisamente l’uscita, ma è solo un’illusione. Il labirinto, Dedalo lo sa, è cieco, si chiama autismo e non ci sono cure. Si può, solo, amare incondizionatamente! Questo “particolare” “Dedalo e Icaro” nasce dallo studio di testimonianze dirette, a volte struggenti e altre pervase da una feroce ironia. Ogni storia è unica ma tutte hanno un comune denominatore: il terrore dei genitori che i figli non riescano a vivere dopo di loro.

Ultimo studio delle Residenze creative, mercoledì 16 ottobre alle ore 21 al Teatro Gioia, è “Khub Nist (Non sta bene)”. Il progetto nasce dal desiderio di un gruppo di “giovani” collaboratrici di Teatro Gioco Vita di mettersi alla prova, di sperimentare direttamente le tante conoscenze acquisite nel corso degli anni di lavoro con il teatro d’ombre. Questo studio è costruito a partire da un testo, scritto alcuni anni fa da Deniz Azhar Azari, che racconta di una donna, nata in Italia e di origine persiana, che cresce con una doppia identità. Si affronta il tema della costruzione di sé: dall’educazione familiare ai racconti scolastici e ai primi amori, fino a quando succede un evento che ribalta e mescola tutto… non si smette mai un attimo di cambiare, arricchirsi, mettersi in discussione. Un progetto di Deniz Azhar Azari (drammaturgia, interpretazione, regia), Anna Adorno (disegno luci), Vera di Marco (coordinamento registico), Agnese Meroni (scenografia e sagome). Collaborano alla produzione di Teatro Gioco Vita / Festival “L’altra scena” Paolo Codognola (musiche), Nicoletta Garioni (supervisione artistica).

Venerdì 11 ottobre (Teatro Filodrammatici, ore 21) sarà in scena la Compagnia Berardi Casolari con “Amleto Take away” uno spettacolo di e con Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, coprodotto con il Teatro dell’Elfo. Un affresco tragicomico che gioca sui paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo che, da sempre, sono fonte d’ispirazione per il nostro teatro “contro temporaneo”. Punto di partenza sono, ancora una volta, le parole, diventate simbolo più che significato, etichette più che spiegazioni, in un mondo dove «tutto è rovesciato, capovolto, dove l’etica è una banca, le missioni sono di pace e la guerra è preventiva». È una riflessione ironica e amara che nasce dall’osservazione e dall’ascolto della realtà circostante. In questo percorso s’inserisce, un po’ per provocazione, un po’ per gioco meta-teatrale, l’ “Amleto” di Shakespeare. Amleto, simbolo del dubbio e dell’insicurezza, icona del disagio e dell’inadeguatezza, è risultato, passo dopo passo, il personaggio ideale cui affidare il testimone di questa indagine.

Novità 2019 è la coproduzione Centro Teatrale MaMimò e Teatro Gioco Vita “La meccanica del cuore” dal romanzo omonimo di Mathias Malzieu, adattamento Marco Maccieri, che cura anche la regia insieme ad Angela Ruozzi; sagome, scene e ombre sono di Nicoletta Garioni e Fabrizio Montecchi, in scena Fabio Banfo, Cecilia Di Donato, Paolo Grossi. Non l’abbiamo ancora visto a Piacenza, quindi sarà una sorta di “debutto piacentino” l’appuntamento di lunedì 14 ottobre al Teatro Filodrammatici alle ore 21. È il 1874 e nella notte più fredda del mondo a Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine lo salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù: la protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali. L’amore, innanzitutto. Lo spettacolo, d’attore e ombre, narra gli eventi che seguono l‘incontro di Jack, ormai cresciuto, e Meliès, l‘inventore del cinema, che nello stesso periodo lavora nel suo laboratorio presso il circo Extraordinarium. A metà tra una fiaba teatrale e un romanzo di formazione, punteggiata di ironia, questa pièce traccia una metafora sul sentimento amoroso, ineluttabile nella sua misteriosa complessità.

Atteso appuntamento con Sotterraneo venerdì 18 ottobre alle ore 21 al Teatro Filodrammatici. In scena “Overload”, con Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini, scrittura Daniele Villa. Un ipertesto teatrale sull’ecologia dell’attenzione. A partire da un discorso centrale, i performer offrono continuamente dei collegamenti a contenuti nascosti che innescano possibili azioni e immagini. Il pubblico ha la facoltà di rifiutare i collegamenti e continuare a seguire il discorso, oppure di attivarli, allontanandosi dal centro dello spettacolo e perdendosi in un labirinto di distrazioni, attraverso una rincorsa continua al frammento che è molto simile alla nostra esperienza quotidiana. 1 paragrafo. 199 parole. 1282 caratteri. Tempo previsto 1’10’’. Riesci a leggere questo testo senza interruzioni? L’attenzione è una forma d’alienazione: il punto è saper scegliere in cosa alienarsi. Per questo sembriamo sempre tutti persi a cercare qualcosa, anche quando compiamo solo pochi gesti impercettibili attaccati a piccole bolle luminose e non si capisce chi ascolta e chi parla, chi lavora e chi si diverte, chi trova davvero qualcosa e chi è solo confuso.

Chiude l’edizione 2019 del Festival “L’altra scena” l’appuntamento “off” con il debutto del nuovo spettacolo firmato da Teatro Gioco Vita con la compagnia Diurni e Notturni, formata da ospiti e operatori del Dipartimento di salute mentale: “Radici”, in scena venerdì 25 ottobre alle ore 20.30 al Teatro Filodrammatici. Progetto e regia sono di Nicola Cavallari, la creazione è realizzata con un gruppo di utenti in carico al Dipartimento di Salute Mentale – progetto terapeutico Diurni e Notturni (responsabile Marco Martinelli, gruppo di lavoro Alberto Basili, Giuliana Cortini, Anna Laura Guacci, Monica Romanini, Silvia Santacroce): in scena Elisabetta Aldrigo, Rino Bertoni, Teresa Dadomo, Pierangelo Ferrari, Graziano Regondi, Luca Mezzadri, Ferdinando Scaglia, Michael Tampanella; ricerca musicale Rino Bertoni, Giovanni Terni. Con l’amichevole partecipazione di Simone Schiavi. Musicisti in scena Davide Cignatta e Alessandro Colpani, assistenti alla regia Erilù Ghidotti e Giulia Riva. Hanno collaborato alla creazione gli studenti delle classi IV e V scenografia del Liceo Artistico “Cassinari” di Piacenza nell’ambito del progetto Alternanza Scuola/Lavoro curato dai professori Mario Righi, Cristina Martini e Giovanni Gobbi. In questo nuovo lavoro la compagnia Diurni e Notturni continua a confrontarsi con la visual comedy e la musica dal vivo: “Radici” è così un susseguirsi di brevi scene accompagnate da canzoni popolari del nostro territorio e non solo.

«Curiosità, sorpresa e rinnovamento – conclude il sindaco a proposito dell’edizione 2019 del Festival – sono il filo rosso che da nove edizioni lega il cammino de “L’altra scena” al proprio pubblico e ha consentito non solo di fidelizzarlo ma anche di farlo crescere, perché uno spettacolo non è mai solamente “lo spettacolo”, ma è anche tutto ciò che avviene prima e dopo per il pubblico e con il pubblico. Per gli artisti e con gli artisti. Il programma dell’edizione 2019, come in passato, affianca alla proposta di spettacoli serali una serie di progettualità virtuose. I percorsi rivolti agli studenti, i progetti di residenza artistica per la valorizzazione e il sostegno delle nuove compagnie, gli esiti degli allievi del corso di formazione professionale sul teatro di figura Animateria, il debutto della nuova creazione della compagnia dei Diurni e Notturni, oltre naturalmente all’atteso momento conviviale con i batarò degli Amici di Roccapulzana: ingredienti che esaltano il sapore della proposta e contribuiscono a rendere pulsante il cuore del Festival».

Attività educational

L’edizione 2019 del Festival di teatro contemporaneo “L’altra scena” conferma le attività educational rivolte alle scuole superiori, che fanno capo all’Ufficio scuola di Teatro Gioco Vita guidato da Simona Rossi e che vedranno impegnati Nicola Arrigoni e Nicola Cavallari. In primo luogo il progetto, che prosegue analoghe esperienze realizzate nelle ultime edizioni del Festival, dedicato alla critica teatrale: si tratta di “Sguardi critici” a cura del giornalista e critico teatrale Nicola Arrigoni, redattore del quotidiano “La Provincia” di Cremona e critico teatrale, collaboratore anche dei periodici “Sipario” e “Hystrio” e della testata on line “Paneacqua Culture”. I percorsi proposti verteranno sugli spettacoli “Amleto Take away”, “La meccanica del cuore” e “Overload”.

Al termine degli spettacoli, le compagnie e gli artisti ospiti del Festival “L’altra scena” incontrano il pubblico.  Il Mulino di Amleto (venerdì 4 ottobre) e Teatro dell’Elfo / Eco di fondo (lunedì 7 ottobre) dialogheranno con Nicola Cavallari; Compagnia Berardi Casolari (venerdì 11 ottobre), MaMiMò / Teatro Gioco Vita (lunedì 14 ottobre) e Sotterraneo (venerdì 18 ottobre) si confronteranno con Nicola Arrigoni.

Info

I biglietti per gli spettacoli al Teatro Filodrammatici costano 12 euro (intero), 10 euro (ridotto) e 5 euro (studenti), al Teatro Gioia 10 euro (intero), 8 euro (ridotto) e 5 euro (studenti). Fanno eccezione al Teatro Filodrammatici “Overload” con biglietti a euro 10 (intero), 15 (ridotto) e 10 (studenti) e “Radici” con biglietti a 10 euro (intero), 8 euro (ridotto) e 5 euro (studenti). Gli studi “La notte delle figure” al Teatro Gioia sono offerti con biglietto di cortesia a 1 euro (pubblico limitato, max 70 spettatori, si consiglia la prenotazione).

Si può acquistare anche un pass che dà diritto alla visione di 6 spettacoli al Teatro Filodrammatici al costo di 72 euro (intero), 60 euro (ridotto), 33 euro (studenti).

La prevendita di biglietti e pass è in corso alla biglietteria di Teatro Gioco Vita in via San Siro 9, dal martedì al venerdì ore 10-16 e sabato ore 10-13 (tel. 0523.315578, biglietteria@teatrogiocovita.it). Il giorno dello spettacolo la biglietteria funziona nella sede della rappresentazione a partire da un’ora prima dell’orario di inizio. Per tutti gli spettacoli del Festival i posti non sono numerati.

TEATRO FILODRAMMATICI via Santa Franca 33 – telefono 0523.315578

TEATRO GIOIA via Melchiorre Gioia 20/a – telefono 0523.1860191

Per informazioni: Teatro Gioco Vita, tel. 0523.315578, info@teatrogiocovita.it

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