Domenica 5 marzo al mattino il “Jazz Breakfast” al Grande Albergo Roma e il primo appuntamento con “Jazz al Centro – Aperitivo Swing” al Centro Commerciale Gotico nel pomeriggio
A un anno di distanza circa dall’improvvisa uscita di scena del Maestro Giuseppe Parmigiani, il Piacenza Jazz Fest gli dedica uno dei suoi concerti più significativi, quello dell’apertura della ventesima edizione, che si terrà il 4 marzo alle 21:15 e che da sempre ha come location lo Spazio Rotative (via Benedettine, 66). Si intitola “Ciao, Maestro!” questo sentito omaggio e ricordo che ripercorrerà alcuni tra gli arrangiamenti più belli di Parmigiani grazie alla sua creatura, quella Sugar Kitty Band che lui aveva fondato, ricomposta proprio per questa speciale occasione. Inizia così, con una produzione propria che suona come un doveroso e sentito ringraziamento, questo festival che festeggia vent’anni di vita e di jazz, tramite l’omaggio a una figura che è stata cruciale per la diffusione di questo genere a Piacenza.
Il Piacenza Jazz Fest è organizzato dal Piacenza Jazz Club grazie al determinante sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di altre istituzioni e privati. I biglietti per poter assistere a questo e a tutti gli altri concerti a pagamento del festival si possono acquistare presso la sede dell’associazione in via Musso 5 tutti i giorni feriali dalle 15:00 alle 19:30 e il sabato mattina dalle 10:30 alle 12:30, oppure online sul sito vivaticket.it. Informazioni scrivendo a biglietti@piacenzajazzclub.it, oppure chiamando lo 0523/579034. Fino a esaurimento di disponibilità sarà possibile acquistare i biglietti anche in loco la sera stessa.
Domenica 5 marzo iniziano invece le prime attività collaterali, come il Jazz Breakfast presso lo scenografico 7° piano del Grande Albergo Roma, dove il trio guidato dalla cantante Lara Ferrari insieme a Renato Podestà alla chitarra e a Daniele Tortora al contrabbasso, proporrà un repertorio basato sui grandi successi di Ella Fitzgerald. Tra le 8:00 e le 10:30 sarà possibile seguire il concerto approfittando della colazione internazionale a buffet (prenotazioni allo 0523/323201).
Rientra nel festival una rassegna storica che aveva dovuto fermarsi nelle ultime edizioni a causa delle restrizioni pandemiche, quel “Jazz al Centro – Aperitivo swing” che porta formazioni davvero coinvolgenti negli spazi del centro commerciale “Gotico” la domenica pomeriggio durante il festival. La prima occasione vedrà protagonista la Milano Hot Jazz Orchestra, sette elementi per un gruppo che ha venticinque anni di storia e che è nato per ricreare l’atmosfera originale del jazz classico, come nei ruggenti Anni Venti a Chicago e New Orleans.
Tornando al concerto inaugurale di sabato sera, il programma della serata vuole essere anche un sunto della produzione di Parmigiani e verterà su brani nati dalla sua penna e da suoi arrangiamenti che avevano dato origine a progetti discografici incisi dalla Sugar Kitty Band, come “T’al dig in Jazz – from Piacenza with love” che attinge al repertorio popolare piacentino, “Classic in Jazz” dal repertorio classico e “Verdi’n Blue”, basato sulle più belle arie verdiane arrangiate per orchestra jazz.
La Sugar Kitty Band deve il suo nome al Maestro Parmigiani che così la chiamò nel lontano 1982, anno della sua nascita. Restò attiva a fasi alterne fino al 2015, quando si esibì a Palazzo Farnese nel concerto “Verdi’n Blue”, per l’occasione con l’aggiunta di un’intera orchestra d’archi del Conservatorio Nicolini.
Oltre che valente clarinettista, sassofonista e polistrumentista (suonava egregiamente il flauto traverso e numerosi flauti in legno, destreggiandosi abilmente anche alla chitarra classica, pianoforte, fino all’ocarina) Giuseppe Parmigiani eccelleva nella figura di arrangiatore. I suoi lavori in questo senso sono centinaia e centinaia, la sua vera passione. Dalla big band (la sua preferita) ai duo, trio, quartetti dall’organico più svariato, fino a un brano arrangiato per sette ocarine. Come compositore lascia molti brani, di vari generi, dal jazz alla musica popolare, dalla canzone a brani scritti per il teatro; scrisse addirittura un’opera, “Margherita d’Austria”, purtroppo mai eseguita.
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