«Una pubblicazione di grande interesse e di grande significato; espressione della devozione di un discendente di una delle famiglie più distinte di Piacenza, che s’incarna con la storia di una farmacia che nella sede attuale dura da più di due secoli; anche se i Corvi hanno ufficialmente iniziato l’attività 300 anni fa con l’iscrizione, nel 1715, nella Corporazione degli speziali. Un atto di devozione verso la famiglia ma anche verso l’arte farmaceutica e la storia della nostra città. Auspico che ci si attivi per avere altre raccolte di documenti di famiglie che meritano di essere ricordate. Vedo in prima fila l’avvocato Gianluigi Grandi, discendente di un’altra grande famiglia, titolare di uno studio legale dalla storia secolare, che ha avuto come cliente Giuseppe Verdi».
Il presidente esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani ha così introdotto il partecipato appuntamento dell’Autunno culturale di Palazzo Galli (con Sala Panini gremita e Sala Verdi video collegata), che ha visto la presentazione del libro di Antonio Corvi “Un’arte, una città, una famiglia”, a cura di Luisa Castellini, realizzato con il sostegno dell’istituto di credito di via Mazzini. Il volume è stato illustrato dall’autore in dialogo con il presidente Sforza e con il giornalista Robert Gionelli.
Il dott. Corvi (che è stato per 25 anni presidente dell’Accademia nazionale della storia della farmacia) ha posto l’accento sull’eccezionalità della continuità familiare nell’ars farmaceutica, che non si deve solo al fatto che i suoi antenati hanno sempre avuto molti figli, ma ad una condizione di Piacenza che la rende unica in Italia, perché fin dai tempi antichi l’attenzione per la salute era da noi maggiore rispetto ad altre realtà, forse anche a causa del nostro clima insalubre. E il primo segno dell’arte del curare nel nostro territorio è – secondo l’autore – il fegato etrusco ritrovato nelle nostre campagne, che dimostra una conoscenza dell’organo che poteva avere solo chi aveva fatto vivisezione su animali.
Altre testimonianze di questa vocazione sanitaria le troviamo con la figura del medico militare nelle colonie romane e – qualche secolo dopo – con l’arrivo a Bobbio di San Colombano (medico) e dei suoi confratelli, che curavano i pellegrini con sistemi, per l’epoca, moderni.
«Il XIII è per Piacenza un secolo aureo – ha spiegato il dott. Corvi -: vengono costruiti il Duomo, San Francesco, il Gotico, e abbiamo un Papa piacentino (Gregorio X, ndr) dopo Silvestro, Abate di Bobbio. Anche l’arte farmaceutica dimostra precocità, con la nascita della categoria degli speziali che gestivano le “droghe” portate dall’Oriente con le Crociate. Ho trovato un documento del 1309 che attesta un contratto di affitto per una spezieria in piazza Duomo». Si passa quindi alle farmacie medievali, che vendevano anche generi diversi, come confetti, marzapane, sementi e candele, e poi al 1630, allorché la peste determinò la trasformazione in farmacie delle vecchie drogherie.
Arriviamo così alla prima traccia della famiglia Corvi: in una pagina delle “Memorie storiche di Piacenza” di Cristoforo Poggiali si riporta la notizia del testamento (contestato) di Gerolamo Illica, che istituisce una spezieria dei poveri a beneficio della città (in via Illica): a gestirla (1575) è Petrus de Corvis. Inizia così una catena familiare che ancora prosegue.
«Il merito – ha sottolineato il dott. Antonio – è di alcuni miei antenati di capacità e intelligenza superiori. Come Antonio II, già speziale a 20 anni, che gestisce in affitto una farmacia in piazza Cavalli riuscendo a guadagnare le risorse per acquistare l’attuale sede di via XX Settembre, arredata approfittando delle aste napoleoniche: il banco della nostra farmacia era quello della ricca biblioteca di Sant’Agostino. Da ricordare anche le capacità di Antonio III, laureato a Parma e per 10 anni presidente della Camera di commercio. Grandi capacità imprenditoriali dimostrò anche Luigi I che consolidò, siamo a metà ‘800, patrimonialmente la famiglia».
Robert Gionelli ha ricordato come il volume (che nasce da un invito fatto al dott. Antonio dal compianto Giorgio Fiori) richiami aspetti interessanti della storia della città, legati per esempio alla chiesa di Sant’Alessandro (l’attuale Santa Teresa) e di San Protaso.
E veniamo alla storia recente. Al timone della Farmacia Corvi (con annessi un museo e una preziosissima biblioteca con 300 volumi) oggi resta, nonostante i suoi 90 anni – il dott. Antonio (V) con la figlia Maria Giovanna, mentre l’altro figlio Luigi ha portato avanti il laboratorio per la preparazione dei medicinali. Ma per continuare la tradizione dei preparatori, è stato necessario unirsi con altri colleghi. E’ nata così una rete di 600 farmacisti-preparatori che ha creato un’azienda – collegata con due Università – in grado di produrre qualsiasi tipo di integratore e cosmetico e della quale è vicepresidente il dott. Luigi.
Il dott. Antonio ha ricevuto, in ricordo della serata, una pubblicazione della Banca.
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