Gian Lorenzo è un Oss (Operatore Socio Sanitario) che opera presso il reparto di geriatria dell’Ospedale di Piacenza. Quando ci siamo sentiti prima della nostra chiacchierata, l’idea era di raccontare la sua storia per fare in modo che coloro che trasgrediscono alle regole di isolamento ne possano trarre uno stimolo per “restare a casa”.
Gian Lorenzo è stato intervistato in diretta su Radio Sound durante il programma condotto da Roberto Bagazzoli, in onda da lunedi a venerdì dalle ore 17 alle 21 e la domenica dalle ore 18 alle 20.
Gian Lorenzo è a casa da venerdì delle scorsa settimana, a causa di un forte stato di indebolimento associato a febbre.
“Tutto è accaduto la sera quando sono tornato a casa, ero ‘rotto’ e mia moglie, che mi fa da infermiera, mi ha misurato la temperatura. Avevo trentasette e mezzo. Lei si è un po’ preoccupata e ha pensato al virus; io ero molto tranquillo perché quando sono al lavoro indosso la tuta protettiva”.
La tuta protettiva è una sorta di muta da palombaro in cui una volta entrati non è possibile nemmeno grattarsi il naso o bere un bicchiere d’acqua.
A Gian Lorenzo chiedo come si prepara per stare li dentro, nella tuta da palombaro.
“Bevo pochissima acqua perché non si può sudare e per fare i propri bisogni fisiologici è obbligatorio spogliarsi e rivestirsi; è un’impresa. Dentro ci resti mediamente dalle 4 alle 6/7 ore, non puoi bere, mangiare o soffiare il naso.”
Mi racconta di questa vestizione multistrato che è utile a proteggere gli operatori, e con il senso del tempo ?
“ Il tempo è relativo, ti concentri sul lavoro che devi portare a termine, aiutato da un collega che fa da supporto”.
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Chiedo a Gian Lorenzo, dopo l’aspetto tecnico, di raccontarci un po la sua esperienza “umana”.
Ricordiamo che Gian Lorenzo è un Oss (Operatore Socio Sanitario) che opera presso il reparto di geriatria dell’Ospedale di Piacenza. E’ in mutua da 4 giorni e lunedì vuole assolutamente rientrare per dare il suo contributo; ci sono pazienti Covid-19 che hanno bisogno.
Inizia col raccontarmi che i pazienti una volta prelevati da casa non rivedranno le loro persone care per avere un sostegno o assistenza.
“Sono persone che stanno male – continua Gian Lorenzo – diamo loro tutta la nostra assistenza..” ma poi il suo racconto viene fermato dalle lacrime che non riesce a trattenere. Mi chiede scusa per questo suo momento di debolezza. ….. …..
…… Poi Riprende il suo racconto:
”Il mio periodo di malattia scade oggi e domani (Domenica n.d.r.) io dovrei rientrare. Premetto che in condizioni di normalità io avrei già anticipato il rientro. Qualche collega mi ha detto di prolungare i miei giorni di mutua, anche mia moglie è preoccupata, ma io ho già chiamato la mia caposala e lo ho detto che voglio rientrare”.
Poi vuole spiegare bene il suo comportamento: ”L’ho scelto come lavoro, mi piace aiutare le persone che soffrono, mi da grande soddisfazione. Quando siamo con i pazienti cerchiamo di alleggerire la situazione magari con un sorriso, sono persone sole che stanno affrontando ‘un mostro’.
Dicono che siamo in guerra ma nei conflitti tu vedi il viso del tuo nemico, qui no, sai solo che è pronto a colpirti. A volte non è facile combattere la frustrazione della barriera della tuta protettiva; è difficile rendere un gesto umano quando il paziente in quel momento non riesce magari nemmeno a vedere la tua faccia.
Per questo mi chiedo: ma quelli che escono sfidando i divieti, lo sanno che se si dovessero ammalare entrano in ospedale e restano soli ?!
Io faccio un lavoro che mi piace, non mi risparmio e poi mi ritrovo magari qualche trasgressore che finisce qui in Ospedale.”
“Io vi chiedo di stare a casa – dice ancora Gian Lorenzo e continua – se proprio dovete uscire, informatevi e andate a fare il volontariato, occupatevi di chi ha bisogno veramente. Lo potete fare anche camminando”.
Ringraziamo Gian Lorenzo per la sua testimonianza.
Lo ringraziamo perché ci ha reso, raccontandoci la sua storia, anche umanamente più ricchi e ancora convinti che loro, quelli che sono in prima linea che siano medici, infermieri, Oss o volontari, sono davvero degli eroi e meritano un profondo rispetto che ci deve spingere a restare a casa.
Grazie a nome di tutto lo staff di Radio Sound Piacenza24.
Grazie a nome di tutti i piacentini è dell’Italia intera.
Grazie
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