La Stagione dell’Amore al Verdi di Fiorenzuola si apre il 15 gennaio. Tra i protagonisti: Ottavia Piccolo, Sergio Castellitto e Alice nell’omaggio a Battiato. Proprio al maestro recentemente scomparso è dedicata la stagione del meraviglioso teatro piacentino.
L’idea di dedicare la mia prima stagione teatrale come Direttore Artistico a Franco Battiato e a una sua famosa canzone nasce da un incontro.
Quello che avvenne tra me e il Maestro catanese nel marzo 2002. Un incontro fortuito, magico, emozionante. Un incontro casuale all’aeroporto di Catania che mi portò poi a lavorare con lui. Un’esperienza piena di insegnamenti, di luce, di speranza e di amore per l’arte e la vita, che lui metteva in tutto quello che creava e realizzava. E che trasmetteva con uno sguardo. Ed è da quello sguardo che voglio ripartire. In questo magnifico teatro, in questo magnifico palcoscenico voglio dedicare al pubblico di Fiorenzuola una stagione teatrale con le stesse speranze, gli stessi obiettivi, la stessa poesia che il grande cantautore siciliano mi trasmise in quei giorni.E non è un caso infatti che uno degli eventi centrali di questa nuova stagione sarà un importante omaggio al Maestro con un grande concerto a lui dedicato ed interpretato da Alice, una artista immensa che ha collaborato tanto con Battiato. Da questo evento ho poi sviluppato tutto il resto della stagione in un tempo brevissimo, ma cercando di tenere sempre alta la qualità degli spettacoli, con una particolare attenzione alla musica classica eseguita da giovani e importanti musicisti che con la loro arte apriranno uno spiraglio di speranza e di luce verso il futuro.
E poi la grande prosa con i protagonisti che amo: Ottavia Piccolo, Sergio Castellitto, Franco Branciaroli e Umberto Orsini, nomi fondamentali della storia del nostro teatro.
Non mancherà poi la grande danza con due strepitosi ballerini internazionali, il musical dedicato a uno dei più importanti romanzi della storia della letteratura statunitense: “Piccole donne”, e poi la commedia con un “Signore” del teatro italiano come Corrado Tedeschi che farà coppia con la bellissima ex miss Italia Martina Colombari.Sarà una stagione voluta fortemente dall’Assessore Morganti, dalla dott.ssa Pagliari e da tutta la straordinaria Amministrazione del Comune di Fiorenzuola. Una stagione nata inevitabilmente in corsa. Una stagione breve ma ricchissima di spettacoli.
Una stagione, mi auguro, che ci guiderà verso nuove speranze, all’ascolto e alla condivisione di quella magia meravigliosa che si chiama arte. Che si chiama teatro. Che si chiama vita. Che si chiama amore per la bellezza e che può ridonarci la luce dopo tanto buio. Sarà insomma una stagione molto varia, per tutti i gusti ma di grande livello artistico e culturale affinché su quel gioiello di palcoscenico possano esibirsi solo artisti che lo onorino e lo rendano grande, donandosi al pubblico fiorenzuolano che già ci ha regalato un grande affetto e un grande supporto nei primi tre eventi realizzati a fine 2021 e che per questo ringrazio ancora di cuore.
L’Orchestra Farnesiana nasce da una idea dei fratelli Gabriele e Marcello Schiavi, che uniti da esperienze tra le più prestigiose Orchestre Italiane, fra cui il Teatro alla Scala di Milano, si pongono l’obiettivo di sviluppare e proporre il repertorio sinfonico e operistico anche sul territorio piacentino. Appena nata, grazie alla collaborazione con Cristina Ferrari, Direttore Artistico del Teatro Municipale di Piacenza, l’Orchestra si esibisce in due concerti con Solista il Baritono Leo Nucci, diretti dal Maestro Alvise Casellati presso il Castello Sforzesco di Milano e presso il Cortile di Palazzo Farnese di Piacenza, nei quali esegue la Nona Sinfonia di Beethoven e alcune celebri pagine dal repertorio verdiano e rossiniano.
L’Orchestra ha inciso per Glossa il disco “Mozart in Italia”, contenente arie per controtenore risalenti al 1771, anno del secondo viaggio in Italia di W. A. Mozart. Lo stesso repertorio del disco è stato presentato in un concerto in stagione del Teatro Municipale.
L’Orchestra annovera al suo interno musicisti provenienti da alcune delle più prestigiose Orchestre europee – Teatro alla Scala, Conzertgebouw, La Monnaie Bruxelles.
A volte, per spiegare le cose, dovremmo solo cercare le parole. Trovarle. Infine dirle, ad alta voce. La cosa più semplice. Raccontare di come a Palermo, il 19 aprile 1983, per la prima volta nella storia della città, una donna, Elda Pucci, la Dottoressa, è eletta Sindaco. Raccontare poi di come sempre nel mese di aprile, di un anno dopo, il giorno 13, Elda Pucci, la Dottoressa, è sfiduciata. Raccontare infine di come a distanza di ancora un anno, il 20 aprile del 1985, la casa di Piana degli Albanesi di Elda Pucci salta in aria spinta da due cariche di esplosivo. Nel prima, nel mezzo, nel dopo, lì dove tutto si impasta come la calce, come la colla, i miliardi dell’eroina, gli assassinii del Generale Dalla Chiesa, di Michele Reina, di Piersanti Mattarella, di Pio La Torre, dello scrittore Pippo Fava, il cemento di Vito Ciancimino, gli Inzerillo, i Badalamenti, i Buscetta, l’avvento di Totò Riina. Chiddi forti, chiddi no e chiddi più. E la città di Palermo che per la prima volta, durante il mandato di Elda Pucci, la Dottoressa, si costituisce parte civile in un processo di mafia. Se riuscissimo a spiegare Cosa Nostra come ai bambini, tutto sarebbe diverso. Eppure le parole più semplici, a volte, sono quelle più difficili da trovare, quelle che solo il teatro riesce a dire. Un’attrice, un ensemble di voci, il palcoscenico: la storia di una donna, di una città, di un anno. Ottavia Piccolo e i Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo tornano a confrontarsi in scena con le parole di Stefano Massini, a dare forma e struttura a un teatro necessario, civile, in cui il racconto dell’etica passa attraverso le parole, i timbri e le azioni di coloro che spesso non hanno voce: personaggi come Haifa in Occident Express o come Elda in Cosa nostra spiegata ai bambini.
Lo spettacolo, come il romanzo, racconta le storie delle quattro sorelle March (Meg, Amy, Beth e in particolare Josephine, detta Jo, aspirante scrittrice), che nella seconda metà dell’800 vivono a Concord, nel Massachusetts, insieme alla loro mamma, mentre il loro babbo è lontano, cappellano dell’esercito dell’Unione durante la guerra civile americana. Le loro vite, questa volta in musica, si intrecciano con quelle di altri coloriti personaggi: il professor Bhaer, la zia March, il giovane Laurie con il signor Lawrence, suo nonno, e il suo tutore, John Brooke…
Piccole donne sarà proprio il titolo del romanzo che Jo scriverà sulla sua famiglia e sugli amici, e che verrà pubblicato da un grande editore.
Il balletto è basato sull’antefatto che fa da presupposto allo svolgimento della trama di “Le Mille e Una Notte”. Se lo scià di Persia Shahrīyār sposa ogni giorno una donna diversa che fa uccidere l’indomani mattina, e se Shéhérazade diventa l’unica che riesce a sopravvivere grazie al fascino dei suoi racconti, tutto nasce dal disprezzo per le donne nutrito da Shahrīyār e causato dal tradimento della sua amata Zobeide. Lo scià mette alla prova la fedeltà di Zobeide, fingendo di partire per la caccia e ponendo a guardia dell’harem gli eunuchi: durante l’assenza, le porte dell’harem vengono aperte agli schiavi, tra cui c’è il bellissimo Schiavo d’oro dalla pelle nera.
Dopo un’esperienza individuale pluridecennale su ogni genere di palco, affrontando ogni tipo di repertorio e affiancando i più grandi artisti del panorama classico e pop/rock contemporaneo, le quattro artiste hanno unito le loro creatività realizzando così un progetto che potesse legare mondi e linguaggi distanti tra loro che da sempre le accomuna. L’epicità e la potenza delle sonorità rock sono trasformate senza perderne il carattere, esaltandone gli aspetti grazie all’essenzialità del più intramontabile ensemble da camera: il quartetto [D4RKY]
Il repertorio, arrangiato ad hoc per D4RKY quartet, spazierà dai Beatles ai Pink Floyd, dai Led Zeppelin ai Van Halen, ripercorrendo la storia del rock e delle sue derivazioni, con speciale attenzione al lato virtuosistico ed espressivo di tale genere che l’ensemble va a “sfidare” con strumenti classici.
Uno spettacolo interpretato da Sergio Castellitto, un vagabondo che ripercorre la storia della sua vita e delle scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada e nel mentre riflette sul significato della vita. Un uomo ai margini della società capace di vedere la realtà osservando la vita delle persone “normali”. Capace di restituire attraverso una sorta di “filosofare” allegro e indefesso il “sale della vita”, la complessità e l’imprevedibilità dell’esistenza. Uno spettacolo tragicomico ed emozionante.
Alice, nome d’arte di Carla Bissi, è una delle cantautrici italiane più note ed amate dal grande pubblico. La canzone “Per Elisa”, scritta insieme a Franco Battiato e al violinista compositore Giusto Pio, con cui vinse il Festival di Sanremo nel 1981 si impose nelle hit parade nazionale e internazionale.
Il sodalizio artistico con Battiato ha caratterizzato una parte importante del percorso musicale e professionale di Alice che oggi presenta il nuovo live tour “Alice canta Battiato”. In questo viaggio è accompagnata al pianoforte dal maestro Carlo Guaitoli, da tanti anni collaboratore di Battiato in qualità di pianista e direttore d’orchestra. Alice riesce ad omaggiare l’artista siciliano con autenticità ed eleganza, sia perché sua amica e collaboratrice dagli esordi, ma soprattutto per quell’affinità artistica che da sempre li lega e che la rendono un’interprete unica della musica di Franco Battiato.
” Il compositore e autore che sento più vicino e affine, non solo musicalmente, è sicuramente Franco Battiato e da molto tempo, nei vari progetti live e discografici, canto le sue canzoni, quelle a cui sento di poter aderire pienamente. Già nel 1985 gli ho reso omaggio con l’album Gioielli rubati e questo
programma in qualche modo ne è il naturale proseguimento. Una versione acustica dei brani con i bellissimi arrangiamenti e rielaborazioni per pianoforte del pianista Maestro Carlo Guaitoli, con cui condivido il programma e che sarà con me sul palco, già stretto collaboratore di Franco Battiato da alcuni decenni anche come direttore d’orchestra. Interpreto canzoni che appartengono ai suoi diversi periodi compositivi, alcune mai cantate prima d’ora e altre che abbiamo cantato insieme per la prima volta nel 2016, nel Tour Battiato e Alice. E poi non ho potuto fare a meno di una breve incursione anche nelle sue cosiddette canzoni mistiche, senza dimenticare quelle nate dalle nostre numerose collaborazioni a partire dal 1980 e che abbiamo scritto insieme come Per Elisa, i nostri duetti oserei dire storici e anche i brani che Franco ha scritto più recentemente per me, Eri con me e Veleni, inclusi rispettivamente nei miei ultimi album Samsara e Weekend. Ora più che mai è mio profondo desiderio essere semplice strumento insieme a Carlo Guaitoli, per quel che possiamo cogliere e accogliere, di ciò che Franco Battiato ha trasmesso attraverso la sua musica e i suoi testi, in questo suo straordinario passaggio sulla Terra”.
Viviana Lasaracina inizia lo studio del pianoforte all’età di 6 anni. Dopo la maturità classica, si diploma in pianoforte a 18 anni sotto la guida del M° Benedetto Lupo, e nel 2015 si laurea in “Pianoforte a Indirizzo Concertistico” presso il Conservatorio “N. Rota” di Monopoli (BA) con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale. Nel 2013 consegue il “Master of Art” presso la Royal Academy of Music di Londra con “Distinction”, sotto la guida del Professor Christopher Elton; nel Giugno 2016 conclude con il massimo dei voti e la lode il corso triennale di alto perfezionamento con il Maestro Benedetto Lupo presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Ha frequentato le masterclass di L. Berman, V. Balzani, E. Virsaladze, A. Jasinski, S. Perticaroli, A. Lonquich, C. Martinez Mehner, A. Vardi, P.
Gililov e C. Ortiz. Si è aggiudicata il primo premio assoluto in numerosi concorsi pianistici nazionali tra i quali: il “Città di Cesenatico”, il “Marco Bramanti” di Forte dei Marmi, il TIM – Torneo Internazionale della Musica 2006; nel 2007 si aggiudica la rassegna di Castrocaro Terme riservata ai migliori diplomati d’Italia nonché il premio intitolato ad “Alfredo Casella” alla XXIV edizione del concorso pianistico nazionale “Premio Venezia”. Nel 2011 si è aggiudicata le audizioni nazionali de “La Gioventù Musicale d’Italia”.
Numerose anche le borse di studio che le sono state assegnate: Società Umanitaria di Milano, MIUR (Ministero Istruzione, Università e Ricerca) , YMFE (Yamaha Music Foudation), Royal Academy of Music di Londra.
E’ stata selezionata e ha partecipato alle fasi finali di importanti concorsi pianistici internazionali: “F.Busoni” 2008 Bolzano, “Gina Bachauer” 2010 e 2014 di Salt Lake City, “Unisa” 2012 di Pretoria. È stata semifinalista al Concorso Internazionale di Montreal 2014; si è aggiudicata il terzo premio e il premio per la migliore interpretazione della musica spagnola al concorso internazionale “Ciudad de Ferrol” 2009, il terzo premio e premio del pubblico al “Ciudad de Jaen” 2011 in Spagna; nel 2012 il “Distinction prize” all’ “Halina Czerny Stefanska” di Poznan, il secondo premio e premio per la migliore esecuzione di un’ opera classica all’ “Open piano competition” di Londra. Nel 2013 è stata finalista al “German Piano Award” di Francoforte e delle audizioni del YCAT (Young Concert Artists Trust) di Londra e si è aggiudicata le audizioni internazionali della “New York Concert Artists and Associates” per il debutto in Carnegie Hall a New York, dove ha poi tenuto un recital nel Marzo 2014.
Nel 2015 si è aggiudicata il secondo premio ed il premio per la migliore interpretazione della musica spagnola al concorso internazionale “Premio Iturbi” di Valencia in Spagna; nel 2017 il Secondo Premio all’Euregio Piano Award in Germania ed il premio speciale “Steinway Piano gallery and Finnish Chopin Society” al Concorso “Maj Lind” di Helsinki.
Intensa l’attività concertistica, solistica e in formazione da camera e con orchestra; dopo il debutto in Sala Verdi a Milano per la “Società dei Concerti” nel 2006, Viviana è stata invitata a esibirsi in importanti sale e Festival in Italia e all’Estero, tra le quali: Sala Verdi di Torino, Teatro Bibiena di Mantova, Teatro Dal Verme e Auditorium Verdi di Milano, Teatro Argentina di Roma, Teatro Verdi di Salerno, Auditorium Pollini di Padova, Teatro Verdi di Trieste, Palazzo Bianco di Genova, Teatro Politeama di Lecce, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro Olimpico di Vicenza,
Sala Mozart dell’Accademia Filarmonica di Bologna, Teatro Bellini di Catania, Cavea del Parco della Musica di Roma, Bergamo per la Società del Quartetto, Teatro Savoia di Campobasso per “Amici della Musica”, Sala Maffeiana di Verona, Palazzo municipale di Saarbruken in Germania, Auditorio de Congresos di Zaragoza e Teatro Jofre di Ferrol in Spagna, “Salle Cortot” a Parigi, a Nizza per la “Société des Interprètes”, Steinway Hall e Wigmore Hall a Londra, Carnegie Weill Hall di New York e Arsht Center for the Performing Arts di Miami, Prokofiev Hall del Teatro Mariinsky II di San Pietroburgo.
Ha collaborato con la violoncellista Silvia Chiesa, Philipp Glass, gli artisti dell’Accademia dei Cameristi di Bari e con le prime parti dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, il violoncellista Francesco Mastromatteo ed il Primo Violino dei Solisti Aquilani Daniele Orlando.
Ha tenuto concerti con l’orchestra della Magna Grecia di Taranto, l’Orchestra “Ciudad de Granada”, l’Orchestra Sinfonica “Mihail Jora” di Bacau, l’orchestra Verdi di Milano, l’Orchestra del Teatro Bellini di Catania, l’Orchestra de Valencia, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali e l’Orchestra di Lubiana e Sarajevo.
Alcune sue esecuzioni sono state trasmesse su Radio Vaticana, Rai Radio 3 e Rai5.
Il suo album di debutto, uscito lo scorso Maggio su etichetta Dynamic, interamente dedicato ad E. Granados, è stato “Editor’s Choice”, è stato inserito tra i migliori dischi del 2021 dalla celebre rivista Inglese “Gramophone” ed ha esordito in top 30 nella UK Charts. Attualmente è docente di pianoforte principale al Conservatorio “L. Perosi” di Campobasso.
Il Trio Eidos nasce come formazione stabile nell’estate del 2020 dall’incontro tra il violinista Ivos Margoni (1999), allievo del M° Salvatore Accardo presso l’Accademia W. Stauffer di Cremona, il violoncellista Stefano Bruno (2000), allievo del M° Giovanni Sollima presso l’Accademia Nazionale di S. Cecilia a Roma, e la pianista Giulia Loperfido (2000), allieva del M° Benedetto Lupo presso l’Accademia Nazionale di S. Cecilia a Roma. Dall’ottobre del 2020 il Trio intraprende il Biennio di Perfezionamento in Musica da Camera nell’ambito dell’Avos Project, sotto la guida del Quartetto Avos. Parallelamente ha frequentato Masterclass con il Trio di Parma presso l’Accademia Perosi di Biella e con Andrea Lucchesini presso l’Accademia Nazionale di S. Cecilia. Nell’estate del 2021 è ammesso al Corso di Perfezionamento di Musica da Camera nella classe del M° Bruno Giuranna presso l’Accademia Chigiana a Siena. Nel 2021 è vincitore assoluto della XXV edizione del Concorso Strumentistico “Città di Giussano” e del Concorso Nazionale “Borsa di Studio Trio Pakosky” a Piacenza. Viene inoltre selezionato dalla Società dei Concerti di Parma come vincitore del contest “Mu.Vi. 2021”. Si è esibito per prestigiose Associazioni musicali italiane quali l’Oratorio del Gonfalone a Roma, l’Accademia Filarmonica Romana, l’Accademia degli Sfaccendati, gli Amici della Musica di Firenze, il Festival “Classiche Forme” a Lecce e ha in programma collaborazioni con enti quali la Fondazione W. Walton a Ischia, la Società Umanitaria dei Concerti di Milano, gli Amici della Musica di Verona, la Camerata Ducale di Vercelli, il Festival Pontino a Latina.
Lui – maturo, affascinante ed elegante, moglie e figlio fuori città – incontra casualmente lei – più giovane, di bell’aspetto e consapevole di piacere – e la invita a casa. Si preannuncia una serata molto piacevole e spensierata, ma lei non è facile come lui si sarebbe aspettato. Ed ogni volta che lui sta per riuscire ad ottenere quello che vorrebbe, la donna lo spiazza cambiando identità e carattere, in un continuo vorticoso salire e scendere, come sulle macchinette delle montagne russe, fino a scoprire che in realtà…
Corrado Tedeschi, dopo anni di attesa, interpreta con la sua intelligenza e classe, uno dei testi più riusciti di Eric Assous (vincitore di due prix Molière), portato in scena nel 2004 da Alain Delon e Astrid Veillon, tenendo a battesimo il debutto sul palcoscenico di Martina Colombari, perfetta per il ruolo, e che forma con lui una coppia inaspettata e di grande fascino.
Marco Rampoldi, che ha già diretto Corrado in alcune delle sue prove più convincenti, dirige una commedia scritta con inconsueta sapienza, divertente (a tratti esilarante), sorprendente, e con momenti di intensa commozione.
La commedia di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del novecento e che ha occupato un posto importante nell’alchimia tra teatro dell’assurdo e teatro del quotidiano, mette al centro della scena la forza delle parole in una ragnatela di incomparabile abilità. Due amici che si ritrovano dopo un non motivato distacco si interrogano sulle ragioni della loro separazione e scoprono che sono stati i silenzi tra le parole dette e soprattutto le ambiguità delle “intonazioni” a deformare la loro comunicazione aprendola a significati multipli e variati. Ogni “intonazione” può essere variamente interpretata dalla disposizione d’animo di chi l’ascolta. Questo è il tema centrale di “Pour un oui ou pour un non” titolo che si può semplicemente tradurre con “Per un si o per un no” ma che in realtà significa molto di più e che nella nostra lingua ha solo un’apparente valenza speculare. “Per un si o per un no” è quel nulla che può cambiare tutto, quel nonnulla che provoca lacerazioni profonde, ferite insanabili. La prosa della Sarraute, nella sua complessità, è un banco di prova per due manipolatori della parola quali Franco Branciaroli e Umberto Orsini che si ritrovano sulla scena dopo tanti anni per dare vita con la loro abilità al terribile gioco al massacro che la commedia prevede. A guidare questo gioco sarà uno dei maestri indiscussi dello spettacolo, Pier Luigi Pizzi, che ritorna al suo antico amore per la prosa ben noto a chi lo ricorda tra i collaboratori più assidui della “Compagnia dei giovani” fin dai suoi inizi.
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