Attualità

La provocazione di Xerra e Torre, dieci copie numerate di Ritratto di Signora

10 copie numerate del ritratto di signora firmate Xerra e Torre. Si tratta della provocazione del noto artista piacentino che, in compagnia dell’istrionico ex candidato sindaco, ha voluto dire la propria opinione su una vicenda definita “grottesca ed affascinante”, della quale si parlerà per molti anni e che è destinata ad entrare nella storia della nostra città come pochi altri eventi hanno fatto.

Sui dipinti proposti da William Xerra e Stefano Torre, compare la scritta IO MENTO in caratteri cubitali.

La scritta è di una delle cifre artistiche caratteristiche dell’opera di Xerra, già celebrata nel manifesto che l’artista ha pubblicato nel 2002, e che a distanza di 18 anni, viene attualizzata alla luce di una società che è fortemente cambiata, soprattutto nei valori e nell’etica.

La menzogna, al giorno d’oggi, secondo i due autori, diventa infatti un fenomeno antropologico, connaturato con il fatto che l’uomo abbia perso i riferimenti etici e religiosi.

Recentemente, alla presentazione di un romanzo di Ermanno Mariani sulla Signora di Klimt, Torre ebbe a dire: “il quadro che hanno trovato è falso, lo so perché l’originale è nel baule della mia auto. La copia è stata realizzata da William Xerra. Il problema è che ha voluto scrivere sull’originale IO MENTO, così oggi non so più se nel baule della macchina ho un quadro di Klimt o di Xerra.”

Si trattava di una provocazione, come le tante alle quali ci ha abituato Stefano Torre, ma l’idea è piaciuta al maestro, che ha voluto arrivare alla realizzazione delle 10 tele, firmate a due mani con Torre, che presto verranno esposte nelle vetrine del centro di Piacenza.

Del resto Xerra, noto per essere uno dei massimi esponenti della poesia visiva, a livello mondiale, ha già avuto modo di dimostrare la sua capacità di realizzare copie perfette. Nel 1988 ha eseguito la copia del Cristo Morto del Mantegna, che esposta a Palazzo Strozzi a Firenze, è stata una delle copie più apprezzate da Federico Zeri, curatore della mostra.

Quindi, la provocazione di Torre, potrebbe anche essere vera.

Ma, bando alle illazioni, ci dicono i due: “siamo di fronte ad una vicenda surreale, quella del furto del quadro di Klimt dalla galleria Ricci Oddi, che ha messo alla ribalta internazionale sia la Galleria che l’intera città di Piacenza.

Prima si era sonnacchiosi, a tal punto che una delle gallerie più belle d’Italia non era conosciuta, non faceva nulla per promuovere la propria collezione.

Le iniziative artistiche e culturali che ruotavano attorno alla Galleria Ricci Oddi, non erano di un livello comparabile con quello della galleria e spesso finivano con lo sminuirla.

Poi, con il furto la storia ha preso una china molto diversa, la galleria è diventata popolare a tal punto da far parlare di se in tutto il mondo.”

Xerra e Torre hanno opinioni personali piuttosto diverse su quello che è successo, secondo il primo si tratta di un furto vero, per Torre invece si tratta di una operazione di marketing studiata a tavolino.

Resta il fatto che la verità non si conoscerà mai e che la vicenda ha i connotati di un thriller affascinante e geniale.

Il manifesto che accompagna le 10 copie della signora con la scritta io mento:

La signora di Kimt direbbe:

Io mento, ho acquisito il diritto di farlo perché sono vecchia, anche se mi hanno ritratta giovane, perché ho un cappello che non si vede e perché, attorno a me, mentono tutti.

La signora che mente, a voi e a se stessa, in fondo, è la dimensione stessa dell’esistere, in una contemporaneità che basa il senso ultimo della vita sulla menzogna.

La bugia escatologica, nella quale si mente per diritto divino, e la vita diventa capace di andare oltre i limiti umani, rappresenta oggi il dramma di chiunque si fermi un momento a cercare di capire se stesso.

Stiamo entrando nell’era Transumana. Grazie alla scienza, l’uomo diventa immortale!

Julian Huxely già nel 1927, nel teorizzare il Transumanesimo, parla di un uomo che, grazie ai prodigi della scienza, NON MUORE PIU’.

L’umanesimo è superato e l’immortalità raggiunta, necessita di una filosofia che lo supporti.

E salta fuori il Postumanesimo, che è tutta la teorizzazione filosofica che accompagna la conquista scientifica del Transumano.

Se per Bacone, la scienza poteva attutire le conseguenze del peccato originale, per la World Transhumanist Association, diventa capace di cancellarlo del tutto.

Senza peccato originale, la differenza tra uomo e Dio non c’è più.

Memento Mori, quello specchio sulla lapide, diventa incomprensibile agli uomini.

Nei centri urbani si accatastano moltitudini: gente che ha perso ogni contatto con la propria natura. Uomini per i quali gli oggetti diventano capaci di rivelare il senso della vita.

Viviamo in un mondo che ha invertito, nelle metafore, il soggetto con l’oggetto, che ha fatto dell’uomo stesso, niente altro che un oggetto.

Ed io mento, a me stessa ed agli altri, in questo scenario di realismo terminale, convinta che la patina di mistero che il mio mentire crea attorno a me, sia in grado di accrescere la mia popolarità, sia in grado di consegnarmi all’immortalità.

Perché “il dire” su di me, sui miei rapitori, sul mio riscatto, è cosa che mai finirà, che è stata concepita per durare sempre.

Chi sia io, posso permettermi di nasconderlo. Amante, musa ispiratrice, donna dallo sguardo languido e sensuale, oppure arpia, donna crudele che cela dentro ai suoi occhi una cattiveria profonda.

Io sono tutto e sono niente, perché io sono la menzogna.

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