
Nella piazzetta di economia del campus piacentino dell’Università Cattolica fanno mostra di sé le opere delle artiste Enrica Borghi e Nicole Colombo. È la declinazione, per la sede di Piacenza, della mostra organizzata nell’ambito della XX edizione del progetto Itinerari di Arte e Spiritualità promosso dal Centro pastorale d’ateneo in collaborazione con il Dipartimento di storia, archeologia e storia dell’arte dell’Università Cattolica.
Il tema di quest’anno
“Esse potest. Compresenze (Im)possibili” è il titolo dell’esposizione, che ogni anno si concentra su un tema differente. Quello del 2025 riguarda le polarizzazioni, cogliendone gli aspetti positivi, cercando di trovare un equilibrio fra concetti in contrapposizione. Nell’occasione gli artisti sono stati chiamati a lavorare su fragilità/forza, sviluppo/sostenibilità, qui/altrove, umano/divino.
In aula San Francesco si è svolta martedì la presentazione. Introdotto dal direttore di sede Angelo Manfredini, è intervenuto Monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il quale ha evidenziato come «dietro all’esposizione sia da cogliere il dialogo fra gli artisti e i curatori della mostra». «Questo progetto – dice monsignor Giuliodori – rappresenta per i nostri studenti anche un’occasione per mettersi alla prova».
Le opere
Dopo di lui sono intervenute le co-curatrici della mostra Arianna Bono, Matilde Dante, Elena Bertuccioli, Caterina Opizzi, Elisa Bartoli e la professoressa Michela Valotti.
“Lost Suspension” è l’opera esposta da Enrica Borghi, che ha riflettuto su sviluppo/sostenibilità. Nella piazzetta di economia compaiono una ventina di tele che fluttuano sospese. Come è solita fare, l’artista ha indagato il concetto di scarto, cercando di cogliere nelle pieghe di quanto è stato accartocciato e buttato una rilettura del nostro passato.
Nel campus di Piacenza, Nicole Colombo espone invece “The Burned”, un’opera composta da una frusta realizzata artigianalmente in ecopelle. Come dice il catalogo che accompagna la mostra, quello di Colombo è un invito ad abbandonarsi «alle sfumature intermedie fra apparenti sfere distanti, creando uno spazio di soglia dove le dicotomie si aprono al dialogo e divengono dualismi».

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