A seguito del forte interesse dimostrato dai visitatori in questi mesi e in concomitanza con la mostra Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo, la Galleria e il Collegio Alberoni resteranno aperti per tutte le domeniche del mese di luglio, dalle ore 15.30 alle ore 18, con le seguenti modalità di visita:
Ore 15.30 – 18.00: visita libera alla sola Galleria Alberoni
Ore 16: visita guidata ordinaria al Collegio e alla Galleria Alberoni: (durata un’ora e trenta).*
*La visita guidata è necessaria per vedere l’Ecce Homo di Antonello da Messina, l’Appartamento del Cardinale e visitare il Collegio (Biblioteca monumentale, aula di fisica, museo degli strumenti scientifici, etc).
Notevole è stato infatti, dall’inaugurazione del nuovo allestimento dell’Appartamento del Cardinale, avvenuta nello scorso mese di marzo, l’interesse dimostrato dai visitatori al prezioso patrimonio culturale del Collegio Alberoni.
Proprio per questo motivo e per contribuire a garantire un’offerta culturale alta, in concomitanza con la grande mostra dedicata a Klimt, è stata determinata l’apertura straordinaria del mese di luglio.
Visite gruppi
Restano attive anche a luglio le visite su prenotazione per gruppi di almeno 15 visitatori in ogni giorno della settimana.
Riprenderanno invece con la riapertura a fine settembre i percorsi accompagnati nei giorni feriali che hanno incontrato un ottimo riscontro da parte del pubblico.
Chiusura nel mese di agosto e riapertura dall’ultima domenica di settembre
La Galleria e il Collegio Alberoni resteranno chiusi nel mese di agosto per riaprire, come da tradizione, con l’ultima domenica di settembre.
APERTURA STRAORDINARIA LUGLIO 2022
Modalità di visita
Domenica
Ore 15.30 – 18.00: visita libera alla sola Galleria Alberoni
Ore 16: visita guidata ordinaria al Collegio e alla Galleria Alberoni: (durata un’ora e trenta)*
*La visita guidata è necessaria per vedere l’Ecce Homo di Antonello da Messina, l’Appartamento del Cardinale e visitare il Collegio (Biblioteca monumentale, aula di fisica, museo degli strumenti scientifici, etc).
Altre modalità di visita attive nel mese di luglio 2022
Visite gruppi
I gruppi di almeno 15 visitatori possono prenotare una visita guidata al Collegio e alla Galleria in ogni giorno della settimana.
La Galleria e il Collegio Alberoni saranno chiusi nel mese agosto.
Riapertura ordinaria dall’ultima domenica di settembre 2022 fino all’ultima di giugno 2023.
Contatti
Galleria Alberoni, Via Emilia Parmense 67 – 29122 PIACENZA 0523322635 – 3494575709 info@collegioalberoni.it – uffici@operapiaalberoni.it – info@collegioalberoni.it –www.collegioalberoni.it
Biglietti:
Visita libera alla sola Galleria Alberoni: €. 5,00 (ridotto €. 4,00)
Visita guidata ordinaria Collegio e Galleria: €. 8,00 (ridotto €. 6,00)
L’appartamento del Cardinale
Uno scrigno d’arte rinnovato
Divenuto dopo la morte di Giulio Alberoni e progressivamente nel tempo, luogo di esposizione del nucleo più pregiato e delicato delle opere appartenenti alla collezione alberoniana, l’Appartamento del Cardinale ha ampliato, in seguito all’intervento di restyling, la sua consolidata destinazione e le sue potenzialità museali.
L’anticamera, completamente musealizzata, si è aggiunta alle sale del nucleo storico dell’Appartamento ora perfettamente climatizzate con sistema ad alto filtraggio dell’aria; raddoppiata inoltre la preziosa collezione di argenti esposti, mentre lo straordinario dittico di Jan Provost è ora presentato nella suggestiva penombra di una saletta dedicata.
Rinnovato infine l’allestimento dell’Ecce Homo di Antonello da Messina vera perla della collezione alberoniana.
Le straordinarie opere di Luca Giordano, Guido Reni, Pietro del Po, Zenone Veronese, Angelo Caroselli, Andrea Camassei, Placido Costanzi, Jusepe de Ribera, i numerosi capolavori di pittori fiamminghi che compongono questo eccezionale e rinnovato scrigno d’arte, vengono ora presentati in un nuovo itinerario museale, curato dallo storico dell’arte Angelo Loda, studioso e conservatore del Collegio Alberoni, in uno scenario di delicate luci progettato dal designer Davide Groppi, che non manca di sottolineare i preziosi oggetti e arredi, appartenuti a Giulio Alberoni, che scandiscono il percorso di visita.
L’allestimento rinnovato dell’Ecce Homo di Antonello da Messina
L’Ecce Homo o Cristo alla colonna di Antonello da Messina (1430-1479 circa), vera perla della collezione, è presentato in un allestimento delicatamente rinnovato che favorisce l’incontro tra il visitatore e il capolavoro e il dialogo tra quest’ultimo e la Sacra Scrittura, con un versetto che risplende nella penombra della sala: Popolo mio che male ti ho fatto?
La Sala dedicata all’Ecce Homo di Antonello da Messina è stata rivista negli apparati espositivi. Si è proceduto a realizzare una “parete allestitiva” a tutta altezza, di metallo e tinta blu, traforata con una scritta luminosa, ripresa dalla Sacra Scrittura, vera e propria quinta laterale evocativa alla visione dell’opera.
Nella Sala, collocata nel vano tamponato della finestra e specificamente illuminata, trova ora spazio anche l’anconetta lignea di gusto neo-rinascimentale che della tavola è stata cornice nel secolo scorso.
Siamo al cospetto di un’opera fondamentale per la storia dell’arte con la quale Antonello rivoluziona l’iconografia del dipinto di soggetto sacro e il sentire religioso del suo tempo.
Il Cristo rivolge gli occhi allo spettatore, esprimendo intensamente i suoi sentimenti; la ripresa ravvicinata conferisce alla rappresentazione una forte carica drammatica, provocando in chi osserva un forte coinvolgimento emotivo. Sul cartiglio – omaggio agli ammirati modelli fiamminghi – il quadro reca firma e data d’esecuzione. La composizione è stata più volte replicata da Antonello, ma è proprio in questa versione e in quella conservata al Louvre, che l’artista conquista una stupefacente sintesi tra realismo lenticolare di ascendenza fiamminga e visione plastico-prospettica della civiltà figurativa italiana.
L’eccezionale conservazione ci fa apprezzare appieno la raffinata resa dei peli della barba, le lacrime, le stille di sangue, che contribuiscono all’effetto potentemente drammatico e realistico di questo doloroso volto di Cristo. Proprio le lacrime lasciano trapelare l’inequivocabile umanità del Figlio di Dio. Antonello segue fino in fondo questa verità, dando però alle lacrime del Cristo lo splendore della trascendenza: la trascendenza di un Amore mite, che non accusa, ma nemmeno tace per il male ricevuto rivolgendosi allo spettatore con la domanda: “Popolo mio che male ti ho fatto?”. E’ questo l’esergo che, nel nuovo allestimento, accompagna l’incontro con il capolavoro.
La Sala del dittico di Jan Provost
Una saletta è ora esclusivamente dedicata alla Madonna della fontana e al Bicchiere con fiori entro una nicchia, capolavori dipinti da Jan Provost (1462-1529), tra i più preziosi della collezione alberoniana, esposti, in questo nuovo allestimento, senza le cornici realizzate nel secolo scorso, in una vetrina/parete espositiva progettata e realizzata specificamente per la loro presentazione.
Le luci della teca sono state ideate e realizzate da Davide Groppi, con il fine di salvaguardare la naturalità delle tinte scelte dall’artista senza alcuna interpretazione dettata dalla luce artificiale.
La penombra dell’ambiente, interrotta solo dalle didascalie luminose dei dipinti, focalizza l’attenzione del visitatore sulla sofisticata interpretazione dell’iconografia della Vergine che l’artista ha realizzato. Un’atmosfera intima e colloquiale pervade la composizione, nella quale la Madonna col Bambino è raffigurata sotto un sontuoso baldacchino sostenuto dagli angeli e all’interno di un giardino fiorito, entro il quale troneggia una fontana. Il simbolismo della scena si rifà alla sposa del Cantico dei cantici, tradizionalmente identificata con la Madonna, paragonata a un hortus conclusus e a una “fonte di giardini”.
Il Vaso di fiori, una delle primissime “nature morte” autonome dell’arte occidentale, non fa che rafforzare questa sottile simbologia: la rosa bianca, senza spine, così come il trasparente bicchiere di cristallo evocano la castità e la purezza della Vergine, il garofano rosso è simbolo d’amore e allude alla futura Passione di Cristo; la margherita, fiore che si schiude a primavera, richiama la Resurrezione. Il vaso di fiori è anche uno straordinario pezzo di bravura pittorico; basti osservare la raffinatezza della gamma cromatica, lo stupefacente effetto di trasparenza dell’acqua entro il bicchiere e dell’ombra portata del garofano sul fondo della nicchia.
La Sala degli argenti alberoniani
Una raddoppiata selezione dei più preziosi capolavori dell’oreficeria alberoniana
Notevolmente accresciuta nei pezzi esposti è la straordinaria selezione di argenti, nella quale il Busto reliquario di San Vincenzo de’ Paoli, capolavoro di Angelo Maria Spinazzi (1693-1785/89), ornato con stola in rame arricchita da motivi floreali e il cui volto in argento massiccio riproduce con eccezionale finezza le sembianze del santo, è ora stabilmente esposto al pubblico e si confronta con lo straordinario Ostensorio d’argento gemmato e dorato, opera dello stesso argentiere. Tempestato da oltre seicento lucenti e sfarzose pietre preziose – topazi, rubini, zaffiri, diamanti, ametiste, granati, giacinti, crisoliti, smeraldi – è senza dubbio una delle più fulgide espressioni dell’oreficeria tardo barocca.
Accanto all’Ostensorio possiamo ora apprezzare l’elegante Madonna con il Bambino realizzata da un argentiere napoletano operante nella prima decade del XVIII secolo e l’Ostensorio a sole con lunetta, opera di un argentiere romano attivo nel primo quarto del XVIII secolo.
Completano l’esposizione il Turibolo con navicelle portaincenso di Gregorio Spinazzi (1736–1806), l’Ostensorio reliquario architettonico di un argentiere dell’Italia settentrionale attivo tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, la Brocca con piatto in argento sbalzato, recanti lo stemma del Cardinale Alberoni, dell’argentiere Christian Winter (1661 – 1737), accompagnati a un ulteriore piatto con stemma alberoniano di un argentiere europeo del XVIII secolo e una selezione di calici, pissidi, patene, realizzate nel XVIII secolo.
Gli argenti esposti in due grandi teche modulate in più vani, sono stati studiati e selezionati da don Andrea Pilato, studioso di iconografia sacra, esperto di arti applicate, che sta completando, su incarico di Opera Pia Alberoni, la catalogazione della cospicua collezione alberoniana di argenti e arredi liturgici.
La Cappella dei missionari, una narrazione multimediale
Si tratta di uno degli spazi architettonici più interessanti del Collegio Alberoni che è entrato a fare parte del percorso accogliendo i visitatori in un racconto multimediale che svela anche le novità delle indagini scientifiche condotte sul capolavoro di Antonello da Messina da quattro équipes italiane che lavorano a livello internazionale nella diagnostica su opere d’arte (nell’ambito di E-RHIS.it), i cui esiti sono stati pubblicati dal gruppo editoriale scientifico Nature.
Un video, realizzato da Padre Erminio Antonello, accompagna inoltre il pubblico alla scoperta del significato teologico ed estetico dell’Ecce Homo di Antonello da Messina anche attraverso il confronto con le altre versioni del Volto di Cristo dipinte dal maestro Messinese. Un ulteriore video, realizzato da Gianluigi Ruzzenenti e Silvano Tinelli, presenta la figura e la vita di Giulio Alberoni, fondatore del Collegio Alberoni.
Nuovi scenari musicali di visita
Tutte le Sale dell’Appartamento del Cardinale sono state dotate di un impianto di filodiffusione musicale che permette, sulla base di musiche selezionate per dialogare con le opere, di proporre più scenari di accompagnamento alle visite.
Iscriviti per rimanere aggiornato!
Compilando i campi seguenti potrai ricevere le notizie direttamente sulla tua mail. Per garantire che tu riceva solo le informazioni più rilevanti, ti chiediamo gentilmente di mantenere aggiornati i tuoi dati.