«Un libro di 85 pagine – corrispondenti agli anni che aveva quando è stata portata via, lo scorso anno, dal Covid – che mia mamma ha sempre voluto scrivere, ma che si era decisa a farlo quando di primavere ne aveva 80, complice un ricovero in ospedale di due settimane. Aveva iniziato a mettere insieme i ricordi della sua vita con il tablet, ma poi il correttore gli cambiava le parole in dialetto e allora si era stufata e aveva proseguito scrivendo a mano. Il mio è stato più che altro un lavoro di trascrizione». Così Andrea Bricchi – introdotto da Riccardo Mazza dell’Ufficio Relazioni esterne della Banca – ha presentato questa sera al PalabancaEventi della Banca di Piacenza (in Sala Panini) la biografia della madre Franca Maria Brigati Bricchi “La Franca dal maringòn” (edizioni le Piccole Pagine), che racconta la storia della figlia del falegname del Fornello. Pubblicazione curata dallo stesso figlio con la collaborazione di Maria Vittoria Gazzola e prefazione di Gian Giacomo Schiavi.
«Mia mamma è stata la persona più caparbia che abbia mai conosciuto – ha osservato l’ing. Bricchi -. Nata a Fornello, il papà falegname del piccolo paesino, come la maggior parte delle altre bambine era destinata a diventare sarta o casalinga (“Il tempo di noi bambini – scrive in un passaggio del volume – era scandito dal susseguirsi delle stagioni, dai lavori di campagna, dalle faccende domestiche delle donne che si ripetevano come moto perpetuo dei giorni segnati dalla levata del sole, dal tramonto, dalle lune…”), ma grazie alla sua testardaggine riuscì a studiare». Tutti i giorni andava a Stradella facendo tratti di strada a piedi, in bicicletta e poi in autobus. Si diplomò ragioniera e il primo impiego fu alla Gragnanese, in amministrazione. Quando a Castelsangiovanni aprì la Petroltubi, fu la prima donna ad essere assunta nel settore della raccorderia. Si occupava del commerciale verso l’estero conoscendo le lingue per essere stata in Germania e in Inghilterra (“Alla Petroltubi – racconta Franca Maria Brigati nel libro – svolgevo un lavoro che mi piaceva, come ai bambini piace il gioco, che non mi stancava e mi dava tantissima soddisfazione”).
Nel volume ci sono anche i racconti dei numerosi viaggi compiuti dalla famiglia Bricchi (in Spagna, Francia, Stati Uniti, Russia quando era ancora Urss): «I miei genitori – ha ricordato con una punta di nostalgia l’ing. Bricchi – mi hanno portato in giro per il mondo e quando andavamo in auto ingannavamo il tempo cantando l’opera».
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