Lunedì 9 dicembre alle ore 18 al Seminario vescovile di via Scalabrini 67 a Piacenza si presenta la pubblicazione “La fede muove un popolo. In viaggio nella Chiesa piacentina dal 1900 al Giubileo del 2025”, edita dal settimanale Il Nuovo Giornale.
Abbiamo fatto un percorso – spiega Don Davide Maloberti, uno degli autori – della Chiesa piacentina dal 1900 a oggi. Come dice il titolo “La fede muove un popolo”, cioè non sono solo alcune persone, ma un popolo in cammino. La Chiesa del futuro darà i conti con tanti cambiamenti e ripartirà da piccoli gruppi, con una fede magari con meno strutture ma più viva.
La fede muove un popolo
Il libro – 400 pagine in stile divulgativo – è ricco di fotografie che documentano il percorso storico vissuto dagli inizi del Novecento con il vescovo Scalabrini ai momenti di crisi e di passaggio nei decenni del fascismo, dai tempi del martirio nella Resistenza alla rinascita nel dopoguerra e alla tappa creativa del Concilio Vaticano II, dal Sinodo diocesano degli anni Ottanta alla Visita pastorale tuttora in corso con il vescovo mons. Adriano Cevolotto. Ne emerge il ritratto di un popolo che con i suoi Pastori ha sempre cercato di rispondere alle sfide del tempo e trovare le ragioni della speranza.
Dopo Scalabrini, si percorrono gli episcopati di mons. Giovanni Maria Pellizzari, mons. Ersilio Menzani, mons. Umberto Malchiodi, mons. Enrico Manfredini, mons. Antonio Mazza (al tempo dell’unificazione con Bobbio), mons. Luciano Monari, mons. Gianni Ambrosio e, dal 2020, mons. Cevolotto.
Il libro è scritto da Federica Villa, Daniela Morsia, Silvia Manzi e don Davide Maloberti. Alla presentazione il 9 dicembre interviene, insieme agli autori, il Vescovo. Ad accompagnare l’incontro in questo viaggio nel tempo i musicisti Lorenzo Geroldi (tromba e piano), Mattia Signaroldi (chitarra) e Lucia Dal Corso (voce e flauto). Al termine, brindisi per lo scambio degli auguri natalizi.
“Dio chiama da sempre costruendo un popolo – sottolinea nell’introduzione al libro mons. Cevolotto -. Non siamo soli, non siamo eroi solitari, ma un popolo che è chiamato a prendere il largo, ad aprire strade nuove”.
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