“Vedendo tutte queste persone qui per te credo che saresti felice, il tuo narcisismo salterebbe fuori, un po’ come quando ti gasavi guardandoti allo specchio”. Gli amici sapevano bene che Kristopher non avrebbe voluto volti tristi e malinconia, sapevano che avrebbe voluto essere salutato con il sorriso sulla bocca. E si sono sforzati di fargli questo ultimo regalo. Aneddoti e ricordi, sì, ma allegri, per rendere omaggio al proprio compagno di avventure nel migliore dei modi. Nel più giusto dei modi. E allora capita che tra le migliaia di persone presenti ai funerali di Kristopher Dixon, il 17enne deceduto nel tragico incidente di Roma, possa sollevarsi anche una risata. Ed è quello che è successo. Come non è casuale che proprio accanto al feretro un bimbo di pochi mesi inizi a piangere e gridare: il modo migliore per strappare un sorriso a mamma Katia, che cerca di consolare il piccolo a suon di buffetti. Anche don Silvio Pasquali si lascia andare a un ricordo spontaneo: “Nel suo frequentare la parrocchia, nel suo essere animatore del Grest, Kristopher avrà vissuto quella realtà di amore verso i più piccoli. Tante le esperienze condivise, tanti anche i richiami che gli ho dovuto fare: vivace il ragazzo, tutti ce lo ricordiamo”, racconta il sacerdote con affetto e simpatia.
Alle esequie, che si sono celebrate nel giardino della parrocchia di San Lazzaro, il feretro, avvolto nella bandiera USA in omaggio alle sue origini, era circondato da centinaia e centinaia di persone. Una folla composta da amici e rappresentanti delle istituzioni e del tessuto economico, sociale e politico della città. Tutta Piacenza si è stretta intorno a Katia Tarasconi in questo momento terribile, quella Katia Tarasconi che da anni si impegna per la comunità, forte della sua decennale storia politica. Istituzioni tra cui il sindaco Patrizia Barbieri, il prefetto Daniela Lupo, la Regione Emilia Romagna con una rappresentanza di assessori e funzionari.
Al termine delle esequie tre amici hanno voluto salutare Kristopher con un messaggio. “Mi ha dato così tanto che anche in mezzo a tutto questo dolore non riesco a non sorridere pensandolo. Sono convinta che ora in cielo se la starà spassando come al suo solito”.
“Ricordo quando ci trovavamo a casa mia e giocavamo a fare la lotta, e tu te la prendevi sempre con Ruspa: prima gli facevi male, però poi ti dispiaceva e così gli facevi le coccole”, racconta con affetto uno dei migliori amici. E anche in questo caso tra le centinaia di persone presenti si solleva un’altra delicata risata. Sì, questo è il saluto che Kristopher avrebbe voluto.
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