Calano in Emilia-Romagna le interruzioni volontarie di gravidanza: nel 2021 sono state 5.671, diminuendo del 6% rispetto all’anno precedente. Si tratta del numero più basso da quando, nel 1980, ha avuto inizio la rilevazione: lo attestano i dati contenuti nel Report messo a punto dall’assessorato regionale alla Sanità, che conferma la costante diminuzione delle Ivg sul territorio a partire dal 2004, anno in cui ne erano state registrate 11.839.
In calo le Ivg sia di donne residenti italiane (-239 rispetto al 2020) che straniere (-152). Cresce invece di 37 unità rispetto all’anno precedente il numero di residenti fuori dall’Emilia-Romagna. La maggior parte delle donne che hanno fatto ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza è nubile (56,2%), occupata (il 53,1%), ha già un figlio (il 61,5%) e una istruzione superiore (per il 63,7%). Il 61,8% delle donne preferisce il ricorso ai farmaci piuttosto che alla chirurgia.
E l’Emilia-Romagna, dopo aver aperto nelle scorse settimane le porte dei consultori familiari di Parma e Modena per la somministrazione della pillola RU486, si appresta ad estendere questa possibilità anche ad altre città del territorio: entro fine anno a Bologna, Ravenna, Cattolica, Reggio Emilia e Piacenza.
Anche nel distretto Ovest di Ferrara, presso l’ospedale di Cento, dove è presente anche il consultorio familiare, è possibile l’interruzione volontaria di gravidanza tramite trattamento farmacologico in regime ambulatoriale.
“I dati 2021 fanno registrare il numero di interruzioni volontarie di gravidanza più basso in assoluto – commenta l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Non solo: ci confermano anche che il ricorso al trattamento farmacologico non ha comportato un aumento nel numero dei casi, ma ha portato ad un’anticipazione, in termini di età gestazionale, dell’interruzione e ad una riduzione dei tempi di attesa. Riteniamo i consultori familiari luoghi adatti ad accogliere le donne che decidono di intraprendere questo percorso, perché rispondono all’esigenza di garantirne diritti e salute”.
Le azioni della Regione
Oltre ad aver adottato le Linee di indirizzo ministeriali, avviando la sperimentazione che renderà disponibile l’Ivg farmacologica alle donne maggiorenni entro il 49° giorno di età gestazionale in tutte le province dell’Emilia-Romagna anche presso i consultori familiari e non solo nei presidi ospedalieri, la Regione ha avviato una ricerca – i cui risultati saranno resi pubblici al suo completamento – sulle motivazioni che inducono le donne a richiedere l’interruzione della gravidanza, per comprendere se e come si sono modificate nel tempo. Nonostante le problematiche dovute al Covid, nel 2021 sono stati investiti 390mila euro per promuovere interventi di educazione all’affettività e sessualità nelle scuole tramite gli Spazi Giovani, anche attraverso modalità on-line, per contrastare comportamenti a rischio tipicamente associati all’adolescenza e promuovere il benessere relazionale e sessuale.
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