Il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile della Camera di commercio, pur nella situazione transitoria e di incertezza che caratterizza, in questo momento storico, il sistema delle Camere di commercio, si è riunito al fine di progettare nuovi interventi a favore delle imprese femminili. Preliminarmente, ha tuttavia ritenuto di soffermarsi su un’analisi dei dati riferiti all’andamento delle imprese femminili nel territorio piacentino, elaborati dall’ufficio Studi e Statistica dell’Ente camerale, in modo da prendere coscienza del quadro che si delinea dopo due anni di emergenza sanitaria.
Alla fine di Settembre 2021 lo stock delle Imprese femminili registrate alla Camera di Commercio di Piacenza è composto da 6.273 imprese e resta sostanzialmente invariato rispetto al dato di Settembre 2020 (pari a 6.275 unità), facendo segnare una piccola riduzione di 11 unità rispetto allo stock del 2019. La movimentazione anagrafica relativa ai primi nove mesi del 2021 riscontra 253 iscrizioni di nuove imprese a guida femminile, a fronte di 242 denunce di cessazione e il saldo che ne deriva risulta collocato in campo positivo per 11 unità.
Le iscrizioni di nuove imprese hanno registrato una modesta crescita rispetto alle 237 che erano state registrate nello stesso periodo del 2020, ma restano ancora molto al di sotto dei valori rilevati nei periodi precedenti la pandemia, considerato che il numero medio relativo al triennio 2017/2019 era di 291 iscrizioni. L’incidenza delle nuove imprese femminili sul totale delle iscrizioni pervenute al Registro imprese risulta in calo di oltre due punti percentuali rispetto ai dati precedenti la pandemia e si attesta al 24,4%.
Il dato di Piacenza risulta di poco inferiore al dato regionale (24,8%) e distaccato di un punto dal valore medio italiano (25,4%). Nei primi tre trimestri del 2021 non si è riscontrato un aumento delle denunce di cessazione di attività, anzi, il dato evidenzia un calo di 14 unità rispetto allo scorso anno e risulta molto più esiguo del dato medio del triennio 2017/2019, pari a 361 cessazioni. Anche nei contesti territoriali limitrofi le cessazioni risultano molto al di sotto dei valori rilevati nei periodi precedenti la pandemia.
Lo stock complessivo delle Imprese Femminili della provincia di Piacenza non ha subito riduzioni significative rispetto alla consistenza dello scorso anno (-2 unità) e nemmeno rispetto al dato del 2019 (-11 unità), ma vale la pena di mettere a fuoco le dinamiche registrate all’interno dei diversi settori di attività rispetto alla situazione pre-pandemia. Il Commercio si conferma settore prediletto dalle imprenditrici piacentine e in questo comparto si concentrano 1.607 realtà imprenditoriali, corrispondenti al 25,6% del totale. Rispetto al dato di settembre 2019 si registra la perdita di 33 imprese femminili, per lo più riconducibili ad attività di commercio al dettaglio.
Il comparto dell’Agricoltura mantiene il secondo posto per consistenza numerica, con 1.043 imprese agricole guidate da donne, ma accusa un calo di 39 unità rispetto al dato del settembre 2019. La quota di imprese femminili attive nel settore primario a Piacenza resta comunque molto alta e si attesta al 16,6% del totale, distaccandosi nettamente dal dato regionale, fermo al 12,5%, e dal dato nazionale che si attesta al 15,4%.
Nel gruppo delle Altre attività di servizi si osserva la perdita di 21 unità rispetto al dato pre-pandemia, all’interno delle quali almeno 18 sono riconducibili a chiusure di attività di Parrucchiere ed Estetiste avvenute nel corso del 2020. Si registra un piccolo arretramento anche per il settore dei Servizi di Alloggio e Ristorazione, che nel biennio rileva la chiusura di 12 esercizi. Il nucleo delle imprenditrici locali che operano nel settore delle Attività manifatturiere si accresce di 10 unità rispetto al 2019, ma l’incidenza di imprese “rosa” in questo comparto resta la più esigua fra gli ambiti territoriali di confronto e si ferma al 6,5%. Molto più consistenti i dati delle province che siamo soliti monitorare, su tutte Reggio Emilia che svetta con il 12,6% e traina il dato regionale che si colloca all’8,8%, mentre il dato italiano si attesta al 7,3%. Una nota positiva viene dalle Attività professionali, scientifiche e tecniche, che registrano un incremento di 27 unità rispetto al dato del 2019.
Lo stock complessivo delle imprese femminili è composto da 1.346.531 unità, che costituiscono il 22% del sistema economico italiano, mentre l’incidenza media in Emilia Romagna si ferma al 20,9%. La provincia di Pavia riscontra un’incidenza analoga al dato nazionale, seguita dalla provincia di Piacenza, con una quota di “imprese rosa” che si attesta al 21,6%. Seguono le province di Cremona e Parma con quote rispettivamente del 20,5% e del 20,3%, mentre per le province di Reggio Emilia e Lodi si rileva una presenza femminile molto più contenuta, con valori del 18,6 % e del 19,3%.
La componente delle attività artigianali nell’insieme delle realtà imprenditoriali a guida femminile conta 1.241 unità (corrispondenti ad una quota del 20% delle imprese “rosa”) e al suo interno il nucleo più numeroso è quello afferente le Altre attività di Servizi, con 676 unità. Risulta ancora in crescita il numero delle imprese gestite da imprenditrici di origine straniera e alla fine di Settembre 2021 se ne contano 835 (67 in più rispetto al dato del 2019), corrispondenti al 13% del totale. Per queste imprenditrici i settori di elezione sono: il Commercio (con 196 unità), le Attività di alloggio e ristorazione (con 163 esercizi) e le Altre attività dei Servizi (con 114 unità). Le imprenditrici nate in Cina sono le più numerose, con un totale di 98 titolari di impresa, a seguire poi ci sono le imprenditrici nate in Romania (con 72 soggetti), Albania (61) e Marocco (44).
La stragrande maggioranza delle imprese femminili locali risulta costituita come ditta individuale e sono 4.129 le realtà imprenditoriali aventi questa elementare forma giuridica, corrispondenti ad una quota del 66% del totale. Negli ultimi anni si è registrato un ampliamento della platea delle realtà aziendali costituite nella forma di Società di capitali e questo aggregato di imprese “più strutturate” nell’ultimo biennio si è incrementato di 72 nuove attività, raggiungendo una consistenza di 1.198 imprese (pari ad una quota del 19% del totale). Dinamica calante invece per le Società di persone, che raggruppano 810 imprese (pari al 13% del totale) e registrano la perdita di 43 unità dal settembre 2019. Completano il quadro 104 imprese cooperative e altre 32 unità che risultano sono costituite con altre forme giuridiche.
Il comitato nel corso del 2021 ha puntato sulla realizzazione di interventi tecnici mirati a sostenere l’imprenditorialità femminile ed a stimolare le imprese verso nuove prospettive. In particolare il Comitato ha aderito e promosso a livello locale, alcuni importanti progetti realizzati da Unioncamere: “Women Exporters Program” un ciclo di webinar gratuiti, destinati a imprenditrici interessate ad affrontare il commercio internazionale e l’e-commerce; il progetto pilota “Donne in attivo – La tua guida all’educazione finanziaria”; il progetto «E-WOMEN LAB» promosso da e-Bay Italia, Dintec e oltre che dai Punti Impresa Digitale e da Si.Camera.
Grande interesse è emerso anche dall’incontro di presentazione del “Fondo regionale per l’imprenditoria femminile e women new deal”, realizzato con la partecipazione di Artigiancredito Emilia-Romagna e dal progetto “Un Disegno di Impresa” strutturato in diversi percorsi formativi concernenti la Comunicazione digitale, le Strategie e gli strumenti digitali, la Leadership Communication, l’individuazione di un Brand di valore e la Smart leadership.
“L’impegno del Comitato – sottolinea la Presidente Nicoletta Corvi – è quello di trasferire alle imprenditrici, alle lavoratrici autonome e alle professioniste, le tecniche e gli strumenti concreti per affrontare, in chiave positiva e con nuove idee progettuali, la nuova sfida derivata dall’emergenza sanitaria, riconoscendo il nuovo equilibrio attraverso i propri talenti, valori e passioni, al fine di raggiungere così nuovi traguardi sia personali che professionali”. Concretezza, potenziamento e innovazione sono quindi le parole chiave che spingono il Comitato anche nel corso del 2022, a realizzare un nuovo progetto a favore delle imprese femminili.
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