Il gioco del TSO il video che diventerà un gioco da tavolo verrà presentato sabato 21 ottobre a Modena come evento di apertura del MÁT, Settimana della Salute Mentale 2023. Il video nasce dal testo di Marco Martinelli, psicologo e psicoterapeuta dell’Azienda Usl di Piacenza, ispirato da un disegno di Luca Gentile. Il video, realizzato dall’Associazione MenteViva, vede il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Azienda Usl di Piacenza e Comune di Borgonovo.
“TSO sta per trattamento sanitario obbligatorio – spiega il Dott. Marco Martinelli Psicologo psicoterapeuta alla Ausl di Piacenza – è un trattamento terapeutico messo in atto quando un paziente manca di consapevolezza della malattia per cui deve essere curato ma non se ne rende conto di stare male una cosa che accade in ambito psichiatrico”.
“Un paziente che seguivo, Luca che seguivo durante un ricovero ha ideato questo gioco – Racconta il Dott. Martinelli – una vota uscito dal percorso terapeutico in reparto ha realizzato questo gioco cartonato pieghevole. Come gioco ricorda il gioco dell’oca perchè è fatto a spirale, ci sono poi delle carte che si devono sorteggiare e poi ci sono molte citazioni dal terzo canto dell’Inferno di Dante è qualcosa di molto ricco e giocabile”.
“Luca grazie alle cure, alla sua intelligenza e alla sua ironia – indica il Dott Martinelli – ha ideato qualcosa che lo ha portato lontano lontano dalla sofferenza e l‘ha aiutato a reagire. Il gioco è qualcosa di molto intrigante le carte sono suddivise in dottore o carte semplici e sono carte che fanno avanzare o che fermano il giocatore per qualche giro, sono tutte riferite al piccolo mondo del reparto dove ci sono pazienti, medici, come se fosse un cerchio di persone con le loro caratteristiche i loro aspetti più marcati come accade nella commedia dell’arte. E’ una cosa vivace che nasce da un contesto a cui ci si rivolge per essere curati e non è una cosa facile”.
“L’idea di Luca è stata l’ispirazione per un testo teatrale – rivela Martinelli – nel mese di luglio ho scritto un testo che aveva come protagonisti tre personaggi, il terapeuta, Luca e una voce fuori campo. Quest’ultima può essere un’allucinazione uditiva, il destino, un suggerimento fuori campo. I tre personaggi imbastiscono un dialogo che si è trasformato in un cortometraggio che aprirà il Màt, la settimana della salute mentale a Modena. Trattandosi di un evento di importanza nazionale siamo molto contenti di poterlo presentare in quel contesto”.
Nel progetto artistico sono coinvolti oltre al Dottor Martinelli anche l’Associazione Mente Viva di Borgonovo organizzazione di volontariato che ha supportato il progetto con finanziamento, cercando gli sponsor ha trovato nel Teatro Capitol di Borgonovo il set ideale per il video. Da non dimenticare Fondazione di Piacenza e Vigevano e il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Azienda Usl di Piacenza e Comune di Borgonovo.
“Quello che adesso è un cortometraggio – rivela il Dotto Marco Martinelli – si trasformerà in un gioco da tavolo che verrà utilizzato dall’Associazione Mente viva insieme al filmato in contesti formativi come le scuole. L’associazione ed io siamo interessati a far conoscere la sofferenza mentale da cui si può uscire e lo si può fate attraverso un gioco che naturalmente non si gioca da soli”.
“E’ un modo per rivedere le idee che abbiamo in generale sulla sofferenza mentale che in realtà sono poi quelle che ci impediscono di avvicinarci alla stessa in modo sereno e autentico – continua il Dott. Martinelli – dalla sofferenza mentale si può uscire. E’ molto importante un discorso che coinvolga i Care-Giver. Questo lavoro artistico ispirato da Luca diventa importante anche per loro i familiari coloro che occupano un ruolo di cura, di vicinanza. Quello che vogliamo fare è veicolare un certo modo di essere care-giver”.
“Un video forte e positivo”, osserva Massimo Rossetti, direttore dipartimento Salute mentale e dipendenze patologiche. “Si tratta di un dialogo tra il paziente e il suo terapista, il dottor Martinelli. Un viaggio nell’anima attraverso, appunto, “Il gioco del TSO”, un misto fra il gioco dell’oca e il Monopoli. Ci sono momenti emotivamente toccanti, all’interno di questo viaggio dantesco che parte con il TSO e termina con la dimissione del paziente, che “esce a rivedere le stelle”. In mezzo ci sono i suoi patimenti, i suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi conflitti. Un mondo”.
Elena Uber, coordinatrice della commissione Welfare della Fondazione di Piacenza e Vigevano, a proposito del video ha affermato: “Le storie cliniche e personali legate alla malattia mentale sono quasi sempre costrette nello spazio muto del tabù e dello stigma, che aggravano gli effetti delle patologie e accrescono il dolore dei pazienti e dei loro famigliari. Sono perciò particolarmente preziose iniziative come questa, che ci mostrano non solo che queste storie possano e debbano essere raccontate senza paura, ma anche che è possibile condividere la sofferenza di chi le sta attraversando e persino riconoscerci in esse. Perché, parafrasando Franco Basaglia, visto da vicino nessuno (ma proprio nessuno di noi) è “normale”. Ancor più significativo, nel caso di questo video, è che l’innesco narrativo della storia raccontata sia il frutto dell’attività creativa e insieme terapeutica del protagonista della vicenda”.
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