È uno dei drammi musicali più evocativi di Antonio Vivaldi e tra i più rappresentativi del periodo barocco: Il Farnace andrà in scena venerdì 8 aprile, alle ore 20, e domenica 10 aprile alle 15.30 al Teatro Municipale di Piacenza, nuovo titolo della Stagione Lirica 2021/2022, che prosegue così l’attenzione per il repertorio barocco che ha caratterizzato le recenti programmazioni. Su libretto di Antonio Maria Lucchini, l’opera verrà eseguita nella versione del 1738, nell’edizione critica di Bernando Ticci (2013), prodotta dal Teatro Comunale di Ferrara e dal Teatro Municipale di Piacenza.
Federico Maria Sardelli, tra i massimi conoscitori dell’opera vivaldiana, sarà sul podio dell’Orchestra Accademia dello Spirito Santo, specializzata nella musica dell’epoca barocca, con la regia di Marco Bellussi. Il celebre controtenore Raffaele Pe interpreta Farnace e fa ritorno al Municipale di Piacenza dopo il successo di Aci, Galatea e Polifemo di Handel, produzione trasmessa in streaming nel 2020 e registrata anche in un CD accolto da numerosi riconoscimenti (tra gli altri, Album della settimana per The Sunday Times).
Nel cast, anche Francesca Lombardi Mazzulli (Gilade), Chiara Brunello (Tamiri), Elena Biscuola (Berenice), Leonardo Cortellazzi (Pompeo), Silvia Alice Gianolla (Selinda) e Mauro Borgioni (Aquilio). Il Coro Accademia dello Spirito Santo sarà diretto da Francesco Pinamonti. Le scene sono firmate da Matteo Paoletti Franzato, i costumi da Carlos Tieppo e le luci da Marco Cazzola. Interventi video a cura di Creativite.
Andato in scena per la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia nel 1727, Il Farnace fu ripetutamente ripreso dal compositore e profondamente riveduto negli anni successivi. La versione scelta per questa nuova produzione è quella composta da Antonio Vivaldi nel 1738 (versione RV 711-G) per il Teatro Bonacossi in occasione del Carnevale di Ferrara del 1739, che però non poté essere allestita per un divieto ecclesiastico che bandì il compositore, anche sacerdote, a causa del presunto legame illecito tra il ‘Prete Rosso’ e la sua cantante prediletta, Anna Girò. La messa in scena saltò e Vivaldi morì pochi anni dopo, nel 1741, indebitato, senza vedere rappresentata questa sua sofferta versione.
L’azione si svolge a Eraclea durante la conquista romana dell’Anatolia. Farnace, re del Ponto, è il figlio e successore di Mitridate. Sconfitto dai Romani, è assediato nella sua ultima roccaforte. Per evitare la caduta nelle mani del nemico, ordina alla moglie, Tamiri, di uccidere il figlio, poi di suicidarsi. La madre di Tamiri, Berenice, regina di Cappadocia, nutre sentimenti d’odio verso Farnace e si accorda con il vincitore romano Pompeo per ucciderlo. L’arrivo delle truppe di Pompeo aggrava la situazione. Selinda, sorella di Farnace, viene fatta prigioniera dal romano Aquilio che è innamorato di lei, così come Gilade, uno dei capitani di Berenice. Nel tentativo di salvare il fratello, la donna li mette l’uno contro l’altro. Farnace sta per suicidarsi, credendo che sua moglie e suo figlio siano già morti, ma Tamiri appare e gli impedisce di compiere il fatale gesto.
Il terzo atto dell’opera, nell’edizione del 1738, è andato perduto, tanto da venire generalmente inserito quello di altre versioni. Direttore e regista, in maniera condivisa, hanno invece optato per un’altra soluzione, assolutamente rigorosa della versione giunta, scegliendo di presentare il frammento in soli due atti, senza ricostruzioni o integrazioni. “Questo è il suo ultimo Farnace giunto sino a noi – dichiara il direttore Federico Maria Sardelli – È il cavallo di battaglia di tutta la sua carriera musicale”.
“L’energia prevalente che scaturisce dal Farnace si sostanzia in un vigore conflittuale che invade e pervade i principali personaggi dell’opera con vivide tensioni che si sviluppano su piani e a livelli differenti – anticipa il regista Marco Bellussi – I caratteri sono netti per un’opera che tuttavia non rinuncia alla ricchezza del chiaroscuro”.
“Farnace è un personaggio tirannico e commovente allo stesso tempo – dichiara il controtenore Raffaele Pe – dalla vocalità impervia e ricca di sfumature emotive”.
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