“Vedo, riconosco, chiamo”. E’ il titolo del convegno in
programma martedì 16 aprile alle ore 16 presso l’auditorium Sant’Ilario. Incontro dedicato alla sensibilizzazione per la prevenzione dell’ictus cerebrale, promosso dall’associazione Alice in collaborazione con l’Amministrazione comunale.
Il convegno si pone l’obiettivo di fare il punto su questa patologia, fornendo consigli e indicazioni in un’ottica di prevenzione. Un progetto che prende spunto dalla campagna regionale di informazione e sensibilizzazione sul riconoscimento precoce e tempestivo dei sintomi dell’ictus. Campagna chiamata appunto “Vedo, riconosco, chiamo”.
L’associazione Alice
A.L.I.Ce. è l’acronimo di Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale ed è una Federazione di Associazioni Regionali a cui aderiscono tutte le regioni italiane. E’ un’associazione di volontariato libera e non lucrativa, l’unica in Italia formata da persone colpite da ictus e loro familiari, neurologi e medici esperti nella diagnosi e nel trattamento dell’ictus, medici di famiglia, fisiatri, personale socio-sanitario addetto all’assistenza e alla riabilitazione e volontari. L’attività degli aderenti è basata sul volontariato e i finanziamenti derivano prevalentemente dalle donazioni e dai contributi di soci ed enti pubblici.
Lo scopo dell’associazione è dunque migliorare la qualità della vita delle persone colpite da ictus cerebrale, dei loro familiari e delle persone a rischio.
Il riconoscimento dei sintomi
“E’ di fondamentale importanza infatti saper riconoscere i sintomi di questa patologia” spiega la presidente piacentina dell’associazione, Annamaria Tononi.
“Oltre all’opera di sensibilizzazione, però, la nostra associazione si pone anche l’obiettivo di assistere le persone colpite da ictus dopo l’avvento della patologia”.
Pertanto, A.L.I.Ce. ITALIA Onlus si propone di:
- diffondere l’informazione sulla curabilità della malattia, specialmente perché questa coinvolge giovani, adulti e bambini, donne in età fertile, oltre agli anziani per i quali i margini di recupero sono più ampi di quanto non si creda.
- creare un collegamento tra pazienti, familiari, neurologi, medici di base, fisiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione e personale sanitario coinvolto dalla malattia al fine di facilitare al massimo il recupero funzionale, limitare le complicanze e consentire un rapido inserimento della persona colpita da ictus nell’ambiente familiare, sociale e lavorativo, nei casi potenziali.
- facilitare l’informazione per un tempestivo riconoscimento dei primi sintomi così come delle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza.
- sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad attuare progetti concreti di screening.
- tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza dignitosi, uniformi ed omogenei.
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