“C’è una certa politica che per un po’ ci prova a essere responsabile e a stento riesce a trattenersi da polemiche e accuse in un momento tragico come poche altre volte nella storia”. Così il Partito Democratico interviene sulla polemica inerente l’hub nazionale di Terapia intensiva.
Poi, alla prima occasione riprende i toni della consueta polemica contro gli avversari di sempre. L’ occasione è oggi data dalla questione Hub nazionale per la terapia intensiva dei malati Covid-19 che non vede Piacenza tra le sedi previste. Occasione ottima per approfittarne, con la Regione non indenne da critica, per aver preparato il terreno con una comunicazione improvvisa e troppo sintetica.
Ciò nonostante, noi del Partito Democratico di Piacenza cerchiamo di mantenere un atteggiamento costruttivo e responsabile; pensiamo che in un territorio martoriato come il nostro, sarebbe oggettivamente difficile, in termini di posti, logistica, personale, chiedere ulteriori sforzi al nostro sistema sanitario.
Pensiamo fondamentale, a rischio di essere impopolari, che in Emilia Romagna ci sia sempre la possibilità di curare i malati, ogni volta che se ne presenta la necessità. Farlo qui o altrove sulla via Emilia, nel 2020, rasenta l’irrilevanza. Specie, purtroppo, per chi è affetto da Coronavirus, il cui isolamento totale include anche l’impossibilità di qualsiasi contatto con i familiari.
Oggi Piacenza ha quasi triplicato i posti di terapia intensiva, da 15 a 46. Non è un dettaglio di poco conto. Domani, a emergenza conclusa, è già stato detto che questo potenziamento rimarrà sul nostro territorio; di conseguenza, ci aspettiamo che sia sorretto da adeguata dotazione di professionisti: medici e tecnici.
Quello che riteniamo importantissimo, alla luce di quanto sta accadendo, riguarda il nuovo ospedale. Gli 8/10 anni previsti per la sua realizzazione non sono più un tempo accettabile. Tocca al Sindaco, al quale daremo la nostra collaborazione, ottenere da Bologna tempi più brevi, insieme a un di più di risorse per sostenere la ripresa dell’area più colpita, la nostra. Non dimentichiamo nemmeno l’attuale struttura ospedaliera, da riconvertire non appena sarà disponibile il nuovo nosocomio.
In città abbiamo due università e una dote di esperienza maturata sul campo tale da non scartare l’idea di un centro di ricerca e prevenzione di portata nazionale. Dobbiamo portare in via Taverna eccellenze utili ai piacentini e servizi che fungano anche da indotto per il tessuto commerciale ed economico della zona.
Il Commissario Venturi ha detto che il post-Covid in Emilia Romagna partirà proprio da Piacenza. Noi vogliamo credergli e ci impegneremo perché sia così, sollecitando senza sosta tutti i soggetti – locali e regionali – che hanno il compito di tramutare in fatti queste parole.
Tutto il resto è purtroppo polemica di parte, che non solo non aiuta, ma offende la memoria delle troppe vittime piacentine.
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