Aids, non abbassiamo la guardia. La battaglia contro la malattia, infatti, non è finita e in occasione della giornata mondiale della lotta contro l’Hiv – che si celebra il 1 dicembre – i professionisti delle Malattie infettive dell’Azienda Usl di Piacenza vogliono lanciare alla comunità un messaggio importante: l’Aids non è debellato, non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo abbassare la guardia.
“Ce lo dicono i numeri – sottolinea Alessandro Ruggieri, infettivologo responsabile della gestione del paziente con infezione da Hiv -nel 2023 sono state effettuate 12 nuove diagnosi di infezioni da Hiv, una al mese in linea con gli ultimi 3 anni. Si tratta di nove uomini e tre donne, di età fra i 19 e i 68 anni. Il dato che preoccupa di più è che, con elevata prevalenza, si tratta di diagnosi tardive: il 30% dei pazienti arrivato alla nostra osservazione ha avuto contemporaneamente diagnosi di infezione da Hiv e di Aids.
Di Aids si muore ancora
È importante ricordarlo, di virus dell’immunodeficienza umana si muore ancora: nel 2023 abbiamo registrato due decessi per Aids, uno di una persona che, dopo l’epidemia di Covid, aveva abbandonato le cure ed è tornata alla nostra attenzione con patologia grave e incurabile; altri per patologie cardiovascolari o tumori non Hiv correlati, la cui insorgenza è correlata anche a un non adeguato controllo della malattia da Hiv”.
“L’identikit di chi contrae l’infezione è mutato rispetto al passato – aggiunge lo specialista – Negli ultimi 5 anni il 100% delle infezioni rilevate sono state contratte per via sessuale. Il potenziale contagio riguarda tutta la popolazione sessualmente attiva, soprattutto ora che l’attività inizia prima e termina più tardi: il paziente più giovane sieropositivo seguito dalla nostra equipe ha 19 anni, il più anziano 88. Il grande problema è la scoperta tardiva dell’infezione che comporta, inoltre, l’alto rischio per la salute del soggetto portatore anche quello di trasmettere ad altri il virus. La raccomandazione valida per tutti non può che essere di condurre una vita sessuale responsabile, adottando le giuste precauzioni per impedire la trasmissione”.
Cosa fare in caso di dubbio?
“Eseguire il test: se l’infezione viene individuata in tempo, si può ben gestire la malattia grazie alle potenti ed efficaci terapie disponibili. Oggi l’aspettativa di vita di una persona che scopre di avere l’Hiv precocemente con sistema immunitario ancora valido è pari a quella di un soggetto che non ha l’infezione, si possono avere figli e se la terapia antiretrovirale viene assunta anche avere rapporti sessuali senza protezioni meccaniche”.
Il test anticorpale per Hiv è gratuito e anonimo (se uno desidera). Può essere svolto senza appuntamento dalle 9.30 alle 15.30 agli ambulatori delle Malattie Infettive dell’ospedale di Piacenza (edificio 9, piano terra) dal lunedì al venerdì.
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