C’è grande preoccupazione, in casa CNA, per le sorti del conflitto tra Russia e Ucraina. Preoccupazione principalmente dal punto di vista umanitario, ma anche per le conseguenze che il perdurare delle ostilità belliche potranno avere sul sistema economico-produttivo italiano e, anche, piacentino.
“Diverse nostre aziende – evidenzia il Direttore di CNA Piacenza, Enrica Gambazza – ci hanno già prospettato le gravi difficoltà con cui sono alle prese da quando è iniziata questa drammatica guerra. Quelle che avevano sia la Russia che l’Ucraina tra i propri mercati di riferimento, sono state costrette a interrompere parte della loro produzione per evitare perdite e l’annullamento della marginalità. Il blocco relativo al circuito internazionale Swift, inoltre, sta generando ulteriori problematiche per diverse nostre aziende piacentine, che senza la certezza di ricevere i corrispondenti pagamenti sono state costrette a interrompere i rapporti commerciali di esportazione con conseguente invenduto, calo del fatturato e perdita di un importante parte di portafoglio estero. Da quando è in atto questo drammatico conflitto, inoltre, i costi energetici e dei carburanti sono ulteriormente, anche se immotivatamente, aumentati, generando ulteriori problematiche soprattutto sul settore della meccanica e dei trasporti e, a cascata, un po’ in tutti i settori produttivi”.
Una situazione particolarmente critica che CNA sta monitorando anche in sede nazionale, attraverso occasioni di confronto a livello governativo e parlamentare come dimostra la recente audizione alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
“Esprimiamo vicinanza e solidarietà all’Ucraina – precisa il Presidente provinciale di CNA, Giovanni Rivaroli – con un forte appello a favore del dialogo per trovare soluzioni in nome della pace e della civile convivenza tra i popoli. I nostri imprenditori non faranno mancare sostegno e supporto per alleviare le profonde sofferenze del popolo ucraino, ma siamo fortemente preoccupati anche per la conseguenze socio-economiche che deriveranno da questo conflitto, anche perché il nostro Paese è tra i più esposti per il rilevante interscambio con i territori coinvolti dalla guerra. CNA sta predisponendo una indagine a livello nazionale per quantificare gli effetti della guerra sul tessuto delle nostre imprese, che ci consentirà di presentare proposte al Governo e alla task force appositamente istituita presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Purtroppo abbiamo avuto notizia del fermo di alcune attività; ci auguriamo che siano solo decisioni temporanee in attesa di sostegni e incentive concreti da parte dello Stato che, a questo punto, non possono più essere rimandati”.
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