Guarito dal coronavirus, il grazie di Carlo ai sanitari: “Immensa risorsa umana, meritate la riconoscenza di tutti” AUDIO

Coronavirus, 41 nuovi contagi e nessun ricovero a Piacenza

Mi chiamo Carlo e ho contratto il covid19, come tante persone”.
Carlo rivolge il proprio grazie a quelli che lui definisce “angeli senza volto”.

L’Ausl pubblica, su richiesta dell’autore, la lettera di Carlo Fantini presidente dell’Associazione Diabetici Piacentini guarito dal Covid 19 e tornato a casa dopo un ricovero in ospedale per febbre altissima e polmonite interstiziale bilaterale.

Arrivai al Pronto soccorso nel pomeriggio del giorno 9 marzo, in una drammatica giornata che registrò un record di accessi. Dopo avermi visitato, mi hanno dotato di maschera per l’ossigeno e sistemato su una barella, in attesa di ricovero.

La mia situazione stava rapidamente peggiorando. Era per me uno sforzo impossibile solo il rispondere alle domande che mi ponevano. Mi hanno poi ricoverato nel reparto di Ortopedia e la terapia a cui mi sottoposero ebbe effetti quasi immediati; giorno dopo giorno sentivo un lentissimo ma graduale miglioramento. La vita, lentamente, ricominciava. Non a tutti è stata riservata questa fortuna”.

“Propongo questa mia testimonianza per dire che mi ha colpito l’impegno profuso dal personale medico-infermieristico, da tutti i professionisti che mi hanno curato; a partire dal Pronto soccorso, dove ho visto una volontà di aiutare che andava al di là del dovere professionale. Il direttore sempre presente e tutti pronti a dare il meglio di sé. Anche in Ortopedia, dove ho passato 10 interminabili giorni, ho constatato la stessa immensa umanità profusa oltre al dovuto. Ricordo i nomi degli addetti che entravano nella mia stanza nelle più disparate ore del giorno e della notte e il loro alacre e amorevole adoperarsi.

“Angeli senza volto”

Purtroppo i dispositivi di protezione di cui erano dotati mi impediranno un giorno di riconoscere per strada tutti questi “angeli senza volto”, come li avevo mentalmente battezzati! Intendo inoltre ricordare l’aiuto solerte e costante del personale di Diabetologia (avevo finito la mia provvista di insulina), anch’esso chiamato a dare il suo silenzioso contributo alla causa e capace di offrirmi un indimenticabile supporto morale. Anche riguardo alla disponibilità dei farmaci (potevano terminare in un frangente tanto eccezionale!) nessuna spiacevole sorpresa”.

“Concludo volgendo un pensiero a tutte le belle persone incontrate, che spero di riuscire un giorno a ringraziare una a una. Si tratta di un’ immensa risorsa umana e di una capacità di dedizione e di sacrificio che meritano la profonda riconoscenza di tutti cittadini e, mi auguro, di tutte le Istituzioni”.

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