“Parlo a nome di tutti i miei colleghi che di punto in bianco si sono ritrovati sospesi e oggi piangono. Io lavoro in ospedale e posso dire che molti di quelli che si sono vaccinati, lo hanno fatto per paura di perdere il lavoro, colleghi che avendo anche tre figli non se la sentivano di rinunciare all’impiego. Il vaccino non è stato il frutto di una libera scelta, bensì un obbligo”. E’ la testimonianza di una infermiera che ha preso la parola durante il No Paura Day, che si è tenuto sul Pubblico Passeggio.
Almeno 300 le persone che sono intervenute sul Facsal per dire no al green pass. Una manifestazione incentrata sul rifiuto del certificato sanitario e non del vaccino, come spiegano gli organizzatori.
“Noi non siamo no vax, siamo contro il green pass”, spiega Ilaria Ravizzoli, organizzatrice. “Molte delle persone che sono qui oggi sono vaccinate, non siamo contrari al vaccino, non abbiamo mai parlato di vaccini. Siamo contrari al green pass, in quanto provvedimento discriminatorio. Abbiamo diritti che sono fondamentali e riteniamo giusto e doveroso venire a parlarne in piazza”.
“Lo Stato dovrebbe rappresentare una figura paterna, e invece in questo momento storico lo Stato terrorizza i propri cittadini. Di fatto la paura è stata utilizzata come arma contro tutti, la gestione della paura va appresa e praticata. Molte persone hanno paura del vaccino perché non si fidano, ma si trovano di fronte a una paura più grande che è quella di perdere il lavoro. Il green pass non è altro che un obbligo mascherato”. Così Pietro Ratto, storico e scrittore.
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