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Grandine e allagamenti, gli agricoltori: “Siamo di nuovo in ginocchio” – FOTO

I forti temporali del primo di luglio hanno lasciato il segno nel piacentino. “Sono numerose le segnalazioni che tra il pomeriggio e la sera di lunedì ci sono giunte da tutte le zone della provincia” – commenta Confagricoltura Piacenza. Un bollettino di guerra con campi di mais allettati come quello dell’associata Sabrina Mazzocchi a Vigolzone; campi di frumento che non si potranno mietere come quello di Fabio Azzali a Piozzano.

In Val d’Arda si sono allagate diverse corti. Allarmanti le immagini dell’agriturismo Mascudiera di Baselica Duce; così come danni nell’azienda Frasani a San Protaso dove il vento ha scoperchiato anche una parte di tetto. L’elenco, purtroppo potrebbe proseguire.

“Proprio ora che si cercava di recuperare un po’ di fiducia in una campagna che già segnata da eventi estremi” sottolinea Confagricoltura Piacenza. E’ infatti notizia di pochi giorni fa il riconoscimento di stato di emergenza nazionale, avanzato dalla Regione, per gli eventi eccezionali di maggio”. A seguito di questa richiesta, fortemente voluta da Confagricoltura, sono in arrivo da Roma 31 milioni di euro per le opere più urgenti e la messa in sicurezza del territorio; insieme ai primi fondi anche per i rimborsi a privati e attività produttive colpite a febbraio.

“L’arrivo dei fondi è una buona notizia, ma è appena partita la ricognizione puntuale dei danni per gli eventi dei mesi scorsi – conclude l’associazione degli imprenditori agricoli – che ci troviamo già a fronteggiare nuovi danni. Stiamo verificando se non ci siano gli estremi per chiedere alla Regione, purtroppo e di nuovo, la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale”.

Il maltempo di febbraio

Del totale di 31 milioni di euro assegnati dal Governo all’Emilia-Romagna, 12 milioni di euro riguardano gli eventi meteo eccezionali che hanno interessato le province di province di Bologna, Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia dall’1 al 3 febbraio scorso: piogge abbondanti, l’alluvione del Reno nel bolognese; diffusi fenomeni di dissesto ed erosione delle sponde dei corsi d’acqua e gelicidio in Appennino, da Piacenza a Modena.

Con 9 milioni di euro sarà possibile continuare le opere di messa in sicurezza del territorio; altri 3 milioni di euro per i primi indennizzi a privati, attività produttive e agricole.

Gli eventi meteo di maggio

Altri 19 milioni di euro sono stati destinati agli interventi più urgenti in seguito ai quattro episodi straordinari di maltempo registrati a maggio – il 5 e 6, il 12, 13 e 14, il 20 e 21, il 28 – che hanno interessato la regione con piogge intense e l’alluvione di Villafranca, nel forlivese, raffiche di vento, neve in Appennino, per la prima volta in questa stagione dall’avvio delle rilevazioni, nel 1950, piene dei corsi d’acqua e mareggiate.

Come previsto dalle norme nazionali, i rimborsi saranno compresi nel limite rispettivamente di 5 mila euro per le abitazioni principali e i beni mobili non registrati di proprietà di privati e di 20 mila euro per le realtà economiche.

I criteri di concessione dei contributi saranno definiti nei prossimi giorni con un provvedimento del presidente e Commissario per l’emergenza, Bonaccini.

La dichiarazione dello stato di emergenza nazionale da parte del Governo, e la successiva ordinanza del Capo del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, permetteranno di far partire anche la ricognizione complessiva dei danni determinati dagli eventi meteo a privati, attività agricole e produttive: un passaggio fondamentale in vista della richiesta delle relative risorse statali per gli indennizzi.

Coldiretti: “Danni alle coltivazioni”

Danni alle coltivazioni e allagamenti. Ancora una volta, dopo giornate torride, un violento temporale si è scatenato sul Piacentino. Forti precipitazioni, vento e in alcune zone anche grandine – spiega Coldiretti Piacenza all’indomani dell’accaduto – hanno inevitabilmente danneggiato alcune coltivazioni.

“Avevamo i campi di grano in attesa di trebbiatura, circa 60 pertiche. Purtroppo la grandine ha distrutto buona parte della nostra produzione” racconta Damiano Sprega, giovane agricoltore che con la famiglia porta avanti l’agriturismo “Casa della Memoria” a Fiorenzuola. “Purtroppo per noi – spiega – il danno è doppio, perché perdiamo anche la possibilità di trasformare parte dei nostri prodotti nei piatti che proponiamo in agriturismo. Sicuramente anche le colture all’aperto da orto, come zucchine e cipollotti, sono in parte compromesse ed è piovuto anche nelle serre, in quanto la grandine ha rotto i teli di copertura”.

Allagamenti anche nei vicini campi di pomodoro da industria, dove per la stima dei danni bisognerà attendere qualche giorno. Si teme una forte riduzione dei quantitativi nelle zone colpite.

Eventi violenti sempre più frequenti

Un trend che purtroppo si registra in tutta Italia. Dall’inizio dell’estate di quest’anno nella nostra Penisola si è registrata una violenta grandinata al giorno; il verificarsi di eventi estremi è diventato ormai la norma.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base della banca dati europea ESWD; indagine realizzata in occasione della perturbazione che ha colpito nuovamente il nord Italia.

La grandine – sottolinea la Coldiretti – è l’evento più temuto dagli agricoltori nelle campagne in questo momento perché i chicchi si abbattono sulle verdure e sui frutteti pronti alla raccolta provocando danni irreparabili alle coltivazione e mandando in fumo un intero anno di lavoro. Il ritorno dei temporali, che si sono abbattuti a macchia di leopardo al Nord, rischia di aggravare – precisa la Coldiretti – il drammatico conto dei danni nelle campagne.

Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi; grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

Nel 2019 – conclude la Coldiretti – sono state rilevate fino ad oggi 135 grandinate lungo la Penisola, il 69% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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