Grande successo di pubblico per Piacenza nel Cuore – Sant’Antonino con parole e musiche della nostra terra, la rassegna della canzone dialettale che conclude in Piazza Cavalli i festeggiamenti per Sant’Antonino, occasione di punta per il Comune di Piacenza che ha concesso la collaborazione insieme alla Cantina Val Tidone e la Cooperativa San Martino.
Nonostante lo slittamento della data per il maltempo che la sera del 4 luglio ha causato tanti danni, un pubblico numeroso e attento ha animato piazza Cavalli per applaudire Marilena Massarini con il suo spettacolo magico, grazie a tanti interpreti della tradizione, insieme a giovani leve e a cantanti dialettali con stili alternativi, con brani che spaziavano dalla ballata al blues, dal valzer alla dance.
Il sindaco Katia Tarasconi ha scelto “Piacenza nel Cuore” per la sua prima uscita pubblica e ha conquistato i presenti cantando, insieme a Marilena, Tal digh in Piasintein, il modo più schietto e sincero per dimostrare ai piacentini il suo affetto e l’impegno per amministrare al meglio la nostra amata Piacenza. Il commento di Katia “… ci voleva Marilena per farmi cantare, ma sono felice di avervi espresso il mio amore per Piacenza cantando il nostro inno…”. ha provocato uno scroscio di applausi per il neo sindaco.
E poi via con lo spettacolo, tra l’entusiasmo crescente degli spettatori, con Marilena a cantare i suoi cavalli di battaglia, alternando il dialetto strettissimo a motivi classici della tradizione italiana, per permettere anche a chi il dialetto non lo comprende bene, di seguire la serata con piacere.
Per iniziare ha scelto “Il tuo Mondo” scritta dal concittadino Gianni Pettenati, poi ha proposto “L’amicisia” di Lamberti, toccante storia del rapporto tra un vecchio e un cane randagio. Ma il tema dominate dello spettacolo è stato quello dei nostri fiumi a cui si deve dedicare più attenzione e rispetto: ha infatti interpretato “Gh’era una volta al Po” di Lamberti e “Sota la loina dal Po” di Levoni per ricordate a tutti che il lungopo e il ponte un tempo erano meta di passeggiate romantiche, mentre ora sono divenute zone pericolose e inospitali. Dopo la toccante interpretazione di “La riva bianca, la riva nera” dedicata all’assurdità della guerra in corso, uguale a tutte le altre e di cui non dobbiamo dimenticare le sofferenze causate, Marilena ha spaziato con canzoni di tema diverso, passando dalla celeberrima “Cioti tri limon des franc” a “Piasintein”, un inno al nostro dieletto scritto da Teddy Randazzo, piacentino negli States, arrangiatore di Frank Sinatra.
Ma lo spettacolo è stato studiato da Marilena in modo da accompagnare tutti gli artisti coinvolti in un entusiasmante percorso alla scoperta delle nostre radici: hanno iniziato i “Rundan ‘d Piaseinsa” Maristella Zarantonello, Elena e Lucia Carmagnola con “Noi ragazzi di oggi”, un inno ai sogni delle giovani generazioni, per passare poi alle canzoni popolari come “La famiglia Piasinteina” e “La me Siguleina”, portando una ventata di freschezza nella canzone in vernacolo e sottolineando, con questi brani, i grandi cambiamenti negli usi che si sono avuti negli ultimi decenni. Molto apprezzata anche l’esibizione di Maurizio Pitacco, validissimo cantante e chitarrista “sal sass”, che ha proposto “Dag dal gas” dedicata ai 70 anni della Vespa che sono stati festeggiati tre anni fa proprio in Piazza Cavalli. E’ stata poi la volta della piccola Chantal Morbelli, undici anni e tanta musicalità, che ha interpretato, accompagnata dalla fisarmonica del maestro Bruno Orlandi, “La sciura dal Klimt” di Mario Schiavi, più volte vincitore del premio Faustini. Chantal ha incantato il pubblico con la ballata proposta che narra la fuga della celebre sciura del quadro che “… è partita nel novecento e tornata con quota cento”. Subito dopo si è cambiato genere, con l’inossidabile Mauro Sbuttoni che ha portato il pubblico a fare un tuffo nel blues nostrano con le sue composizioni “I pèran ball” e “Al lott” accompagnato da Maurizio Pitacco alla chitarra e dalla sua fedelissima armonica a bocca. Dopo il successo della scorsa edizione, anche quest’anno sono stati riproposti due valzer tradizionali piacentini che il maestro Alberto Kalle ha recuperato con un’attenta opera di ricerca, eccezionalmente eseguiti da ben quattro fisarmoniche: Alberto Kalle, Marino Castelli, Mauro Miglioli e Massimiliano Belli da Pianazze, unico con fisarmonica cromatica. Non poteva mancare la splendida voce di Daniela Bergoni che ha interpretato “Dipendesse da me” di Al Rangone, con scrosci di applausi. Per la prima volta si è esibita in dialetto Sara Veneziani, bella e calda voce piacentina che per l’occasione ha scelto “Al me Trebbia” di Umberto lamberti, una ballata che rappresenta un accorato appello a salvare le bellezze della nostra Trebbia, scritta oltre quarant’anni fa, ma sempre molto attuale.
Infine, l’atteso ritorno del maestro Giulio Manara che con la cantante Elda ha proposto due sue storiche composizioni: “A l’era al mer di Piasintein”, dedicata alle vacanze sul Po e “Viva Piaseinsa”, un accattivante brano che gioca su tutti i luoghi comuni riguardanti Piacenza.
Tutti gli interpreti sono stati accompagnati da musicisti d’eccezione radunati da Marilena: Alberto Kalle, il mago della fisarmonica, Maurizio Pitacco virtuoso della chitarra, Marino Castelli alla fisa e sax, Gigi Miglioli alla batteria, Maurizio Miglioli al basso e fisarmonica, Bruno Orlandi alle tastiere e fisa.
“Ringrazio di cuore il comune di Piacenza per la collaborazione, la Cantina Valtidone e la Cooperativa San Marino per il sostegno, – conclude sorridendo raggiante Marilena– ma soprattutto sono grata al numerosissimo pubblico tra cui ho notato tanti giovani, a conferma del fatto che cantare in dialetto significa guardare avanti, con la forza del bagaglio culturale del nostro passato, che non dobbiamo mai scordare. Infine, un grazie di cuore al sindaco Katia Trasconi che ha scelto Piacenza nel Cuore per la sua prima uscita pubblica cantando con noi in apertura Tal digh in Piasintein, inno al grande cuore dei piacentini: la sua presenza ci ha onorato e ha rinvigorito il nostro entusiasmo per ricercare i brani di un tempo e continuare a stimolare la composizione di nuove canzoni in dialetto, il mezzo espressivo che ci fa sentire comunità.
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