“I licenziamenti contro i quali il sindacato inscena la protesta sono un pretesto. Si tratta invero dell’ennesima prova di forza di USB che GLS non ritiene di dover assecondare mediante ulteriori incontri”. E’ la dura nota della GLS in merito alla protesta dei 33 facchini che da alcuni giorni si trovano sul tetto dell’azienda di Montale. Nota a cui risponde lo stesso sindacato USB.
La nota della GLS
“Seam S.r.l. ha intimato i licenziamenti lo scorso gennaio all’esito di regolari procedure disciplinari per condotte illecite di natura individuale. Nei mesi di novembre e dicembre 2018, proprio e non a caso nel periodo di picco dell’attività, i lavoratori licenziati hanno infatti bloccato ogni operatività. Impedendo fisicamente ai colleghi di scaricare le spedizioni dai camion e sabotando i macchinari per lo smistamento dei pacchi. All’origine della protesta una non meglio precisata richiesta di “sicurezza” dopo l’ennesima rissa tra lavoratori iscritti ad USB e colleghi iscritti a S.I. Cobas avvenuta in un parcheggio pubblico fuori dal magazzino”.
“Soggetti estranei reclutati ad hoc”
“Secondo le informazioni in possesso di GLS gli addetti licenziati, che stanno di fatto occupando tutta l’azienda impedendo alla stessa di operare, sono 6 su 33 totali. Le altre persone accampate sul tetto del magazzino sono soggetti estranei reclutati ad hoc per intenti strumentali dell’organizzazione USB”.
“Gli ex lavoratori, che come pubblicato sulla stampa locale percepivano stipendi netti da 1600 a 2200 euro mensili, stanno ora mettendo a rischio la propria incolumità; dopo aver perso il posto di lavoro per colpa degli stessi sindacalisti che li hanno strumentalizzati e che continuano a manovrarli”.
“Questa è l’ennesima denuncia che GLS si accinge a depositare alla Procura della Repubblica di Piacenza; dopo quella per arbitraria invasione e occupazione di azienda aggravata sporta per una simile azione l’8 marzo 2018, sempre da parte di esponenti USB. E dopo aver denunciato, nel dicembre 2018, alcuni degli ex dipendenti, in concorso con gli stessi dirigenti del sindacato, per turbamento dell’attività produttiva. Turbamento messo in atto attraverso il boicottaggio della rulliera di scorrimento delle merci al fine di interrompere dolosamente la produzione”.
“Si tratta di un altro episodio che nulla ha a che fare con rivendicazioni di natura giuslavoristica. Ma nemmeno con la libertà sindacale – come noto ampiamente rispettata e tutelata in azienda – di cui USB continua invece ad abusare, snaturandola e facendone uso personale illegittimo”.
“In realtà si è in presenza di azioni politiche per la predominanza sindacale perpetrate negli anni da parte dalle organizzazioni di base. Azioni che hanno portato al degrado produttivo del sito di Piacenza. Si pensi che già nel 2017 registrava il più alto tasso di assenteismo dal lavoro di tutti i siti GLS in Italia”.
Vani tentativi di risanamento
Dopo una serie di vani tentativi di risanamento, anche attraverso accordi presso il Ministero dello Sviluppo Economico e con l’investimento di ingenti somme di denaro da parte di GLS e dei propri fornitori, lo scorso 20 febbraio Seam S.r.l. è stata costretta ad aprire una procedura di mobilità per i lavoratori del magazzino di Piacenza.
Nel corso della procedura hanno avuto luogo i dovuti incontri con le organizzazioni rappresentative dei lavoratori S.I. Cobas e USB, in via disgiunta tra loro su richiesta delle stesse organizzazioni. All’esito degli incontri l’azienda ha raggiunto con S.I. Cobas un accordo per l’esodo volontario da parte dei lavoratori che hanno aderito allo stesso.
L’azienda ha prospettato identiche condizioni a USB con riferimento ai lavoratori loro iscritti ancora in forza presso Seam S.r.l.
I rappresentanti di USB, incontrati da Seam S.r.l., Natana.doc S.p.A. e GLS in data 26 marzo e 10 aprile u.s. (alla presenza anche di alcuni lavoratori delegati sindacali), hanno invece preteso di estendere l’accordo anche ai 33 addetti licenziati. Tale pretesa è stata ovviamente respinta, trattandosi di lavoratori in condizioni completamente differenti, con l’invito ad impugnare giudizialmente i licenziamenti.
Tuttavia, a riprova della costante apertura di GLS, Natana e Seam in tutta la vicenda che ha interessato l’hub di Piacenza, in via meramente transattiva, senza alcun riconoscimento e pur non dovendo alcun importo, al solo fine di evitare un contenzioso giudiziale è stata prospettata una chiusura conciliativa della vertenza in merito al licenziamento verso il pagamento di una somma per ogni ex addetto. I rappresentanti sindacali hanno rifiutato questa proposta, e hanno poi dato il via al blitz in corso.
Azioni legali
Considerata la forzata inutilizzabilità del magazzino e la conseguente necessità di dirottare le merci altrove pur dovendo corrispondere la retribuzione ai lavoratori in forza, Seam, Natana.doc e GLS procederanno in sede civile nei confronti dell’organizzazione USB per il risarcimento dei gravi ed ingenti danni causati.
È evidente che conseguenze di questa ennesima azione, che si aggiunge a tutte quelle perpetrate per anni, si rifletteranno sul futuro del magazzino che in queste condizioni non può che rimanere chiuso a tempo indeterminato per ragioni di sicurezza e ordine pubblico, come richiesto dalle Autorità.
GLS declina quindi ogni responsabilità per danni e incidenti che potrebbero verificarsi trattandosi di circostanze di forza maggiore così come per le ovvie future ripercussioni sull’occupazione dei 70 lavoratori ancora in forza.
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