“Giovanni Paolo Panini: un dossier piacentino”, al via la mostra alla Galleria Biffi Arte

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Dal 20 dicembre 2022 fino al 19 marzo 2023 gli spazi della Galleria Biffi Arte di Piacenza ospiteranno una mostra dossier dedicata a Giovanni Paolo Panini. Un progetto espositivo che si presenta come riflessione sulla formazione iniziale del grande artista piacentino ponendo attenzione sull’ambiente pittorico dal quale il Panini subì le iniziali influenze ed apprese le prime nozioni e le sensibilità estetiche necessarie a concorre per formarne la personalità artistica. Piacenza, la città che gli diede natali e dove Panini iniziò a strutturare la sua raffinata cultura intellettuale, rende omaggio al maestro, principe dell’Accademia di San Luca, con un’intima esposizione che profila l’artista nei suoi tratti salienti. A Ferdinando Arisi, nel decennale della sua scomparsa, questa mostra vuole essere dedicata: una vita, quella del grande storico dell’arte piacentino, rivolta alla riscoperta e allo studio di Panini, consacrato con importanti studi monografici costituenti da sempre un fermo punto di riferimento per la comprensione della dimensione artistica del maestro. Tra l’altro il periodo in cui si svolge l’evento espositivo della Galleria Biffi Arte (2022-2023) coincide con ulteriori significativi anniversari legati ai protagonisti della mostra: per Giovanni Paolo Panini (1691-1765) ricorreva nel 2021 il 330esimo anniversario della nascita ed è quindi doveroso per la città di Piacenza ricordare il suo più celebre pittore, sebbene un anno più tardi a causa delle limitazioni normative imposte lo scorso anno in relazione alla pandemia; nel 2023 invece ricorre il 280esimo anniversario della morte di Ferdinando Galli Bibiena (1657-1743) che con le sue straordinarie architetture dipinte ispirò il giovane Panini durante la sua prima formazione a Piacenza, infine, sempre nel 2023, ricorre il 400esimo anniversario di Giovanni Ghisolfi (1623-1683), pittore milanese di nascita, ma in parte piacentino di origine, di cui si conservano due grandi dipinti che occupano altrettanti pareti nel salone (oggi denominato “Sala Panini”) di Palazzo Galli a Piacenza. I rapporti fra Ghisolfi e Panini sono già stati ampiamente scandagliati dagli studi sulla storia dell’arte del periodo in quanto, se i due artisti non ebbero mai modo di incontrarsi dal momento che Ghisolfi venne a mancare prima della nascita di Panini, è pur vero che tutta la prima produzione romana di Panini è fortemente influenzata dalle opere di Ghisolfi.

Le opere esposte, raccolte grazie alla preziosa collaborazione di collezionisti privati, spaziano dalle incisioni, tra le quali figurano quelle di Galli Bibiena, Francesco Panini, figlio di Giovanni Paolo, Claude-Henri Watelet e Robert Daudet, due celebri artisti le cui opere sono esposte al Louvre e al British Museum, che avendo ripreso nelle loro incisioni diversi dipinti di Panini testimoniano più di ogni altra considerazione l’importanza e la fama internazionale di cui godeva il grande pittore piacentino già al suo tempo. Un ritratto eseguito da Charles Natoire attorno al 1750, esposto al pubblico per la prima volta, ci regala, inoltre, una squisita immagine del pittore nel pieno della sua maturità, all’apice del suo successo che lo consacrerà come uno dei protagonisti indiscussi della storia dell’arte internazionale del XVIII secolo. Segue un gruppo di dipinti ad olio che rievoca la geniale maestria di Panini nell’orchestrare sapientemente gli spazi, vere scenografie di rovine romane, popolate dalle sue tipicissime figurette. Composizioni uniche che affascinavano già i suoi contemporanei, e che acutamente François Basan scrisse, a riguardo, nel 1775: “(…) la maggior parte di coloro che lavorano nel medesimo genere non hanno affatto quell’entusiasmo, né quella fecondità di genio che a lui era peculiare (…): il tocco seduce, nulla nei suoi lavori appare forzato. Luci e ombre sono distribuite con tanta arte e tanta intelligenza che ne risulta un accordo perfetto e nulla può essere più piacevole all’occhio”.

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