Attualità

Un nuovo percorso rivolto ai giovani “Neet”, il territorio fa rete per il progetto “A tempo”

Si è classificato al sesto posto nella graduatoria nazionale del bando “LINK! Connettiamo i giovani al futuro” di ANCI riservata ai Comuni sopra i 70.000 abitanti, il nuovo progetto del Comune di Piacenza dedicato ai giovani che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi di formazione, i cosiddetti Neet, che segue i progetti comunali No Neet Work in Progress e Mappe – disegnare il territorio futuro degli scorsi anni, sempre rivolti a giovani che si trovano in un momento di pausa e necessitano di attenzione e percorsi di supporto.

A Tempo – take your time”, è la nuova proposta per i giovani di Piacenza premiata dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, nata in rete con le cooperative sociali e associazioni piacentine L’Arco, Officine Gutenberg, Consorzio Sol.Co Piacenza, Associazione La Ricerca, Associazione culturale Crisalidi, Giano APS, Cosmonauti APS, Pc_Network APS, CSV Emilia.

Dopo aver raccolto negli anni passati le esperienze di vita dei ragazzi e averli affiancati nella progettazione e realizzazione di un servizio per la città – la Ciclofficina Sociale Pignone attualmente attiva a Spazio4.0 – questa volta il focus risiede nello sviluppo di una gamma di interventi, a cura di una rete pubblico-privata, in grado di agganciare, rimotivare e accompagnare giovani inattivi e fragili e a rischio di inattività in un percorso che prevede la loro partecipazione alla vita della comunità locale.

Si lavorerà sulla rimotivazione dei ragazzi grazie a:

attività educative e creative gratuite legate ai loro specifici interessi e desideri, condotte da esperti e con il supporto e la presenza di un tutor

– un riconoscimento delle loro competenze trasversali

– un accompagnamento personalizzato per favorire l’accesso al sistema dei servizi per il lavoro locali.

L’obiettivo è quello di raggiungere entro dicembre 2024 coloro che, dai 16 ai 29 anni, si trovano in un momento di pausa o disorientamento, coinvolgendoli in diverse attività, a partire da una “presa in carico” attraverso un primo incontro con gli operatori di A Tempo presso il centro di aggregazione comunale Spazio2.

Le attività proposte riguarderanno il mondo della musica, con un laboratorio di composizione e produzione musicale presso il centro di aggregazione giovanile comunale Giardini Sonori, oltre che quello del teatro con la proposta laboratoriale “Tenersi forte e lasciarsi andare” e quello della mobilità sostenibile unita al riuso con il corso di ciclomeccanica per ciclisti urbani “Tips & Tricks” presso la Ciclofficina Pignone, questi ultimi al centro di aggregazione comunale polivalente Spazio4.0.

Per tutta la durata del progetto, ragazze e ragazzi avranno al proprio fianco un tutor che li accompagnerà e supporterà durante la partecipazione alle attività, a disposizione inoltre per metterli in connessione con i servizi territoriali rivolti ai giovani, tra cui quelli di politica attiva del lavoro.

Per chi sarà interessato, sarà possibile attivare tirocini della durata di 3 mesi, per sperimentare il mondo del lavoro.

Tutte le partecipanti e i partecipanti, infine, potranno aderire al percorso di scrittura partecipata “Protagonisti di futuro”, attraverso cui verrà elaborato un “manifesto” che darà voce al loro punto di vista sul tema del lavoro e di come la comunità può supportarli nella transizione dal mondo scolastico a quello professionale.

Con A Tempo, dunque, si mira ad attivare un percorso per rimotivare i giovani a partire dalle loro passioni e interessi, oltre che a incentivare la capacità di raccogliere informazioni, porsi degli obiettivi, lavorare in gruppo, facilitare l’accesso alle reti e ai servizi locali, e soprattutto far riacquistare a chi l’ha perduta o la sta perdendo, la fiducia in se stessi e nel futuro. Sono questi i temi toccati anche da Alessandro Rosina, docente e coordinatore scientifico dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, che nel suo “Progettare interventi per giovani e NEET. Il ruolo dei Comuni” pone l’accento sul fatto che difficilmente i giovani inattivi si muovono per l’obiettivo diretto del lavoro: ancora prima, hanno bisogno di riacquistare fiducia in se stessi e di essere capaci di riconoscere le proprie competenze da mettere in gioco poi nella ricerca del lavoro e nel lavoro in sé.

Gli operatori del progetto sottolineano infine come tutta la comunità può e deve collaborare nell’obiettivo di rendere visibile ai giovani l’esistenza di un sistema locale in grado di accompagnarli nella transizione studio lavoro, e in generale nelle transizioni e nei momenti di scelta della vita: l’invito è quello di attivarsi tutti – non solo i partner che disporranno di uno strumento di intercettazione dei giovani inattivi appositamente formulato –  nel riconoscere giovani che potrebbero beneficiare del progetto, indirizzandoli ai contatti di riferimento.

Un target di giovani, quello dei Neet sul territorio piacentino – specificano gli operatori – molto diversificato: si parla di giovani fuori dai circuiti lavorativi e demotivati nella ricerca del lavoro, che hanno sostenuto diversi colloqui con esito negativo e si sono scoraggiati, di chi ha basse competenze, ma magari è disponibile alla formazione, ma anche di ragazze e ragazzi con alte competenze che non trovano corrispondenza nel mercato del lavoro. Il target comprende anche giovani tra i 16 e i 18 anni fuori dai circuiti scolastici, ma ancora in obbligo formativo, tra cui chi ha avuto esperienze fallimentari di ri-orientamento scolastico, o sta diradando la propria frequenza scolastica o è fuori corso all’università. Giovani qualificati o senza diploma, privi di reti di sostegno familiari e sociali, giovani che hanno smesso di frequentare percorsi di studio o si sono presi una pausa dopo un diploma o una laura cosiddetti “deboli”.

“A loro e a chi pensa che sia meglio fermarsi piuttosto che provare e deludere le proprie e altrui aspettative, si vuole comunicare che si possono fare delle scelte, senza che siano definitive, che si può ripartire e si può tornare indietro, senza rischi. Che è possibile stare bene nei propri tempi, senza pressioni, e che si può trovare una propria dimensione a partire da ciò che si sa fare e interessa davvero, prima ancora di sapere che lavoro si farà “da grandi”, per scoprire e prendere coscienza delle proprie competenze e talenti, per trovare una propria identità e stare bene. L’invito a tutte e a tutti è quello del payoff del logo di progetto, Take your time”, concludono gli operatori.

Per informazioni: progettoatempo.it – atempopiacenza@gmail.com

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