Sempre più giovani. Sempre più donne. In occasione della “Giornata mondiale senza tabacco”, che si celebrerà in tutto il mondo domani, mercoledì 31 maggio, la Regione l’Emilia-Romagna ha voluto fare il punto sull’argomento: la fotografia scattata dalle più recenti indagini sull’argomento registra un calo di fumatori di sigaretta, di contro crescono gli utilizzatori di sigarette elettroniche e di prodotti derivati da nicotina. Le giovani generazioni si affacciano al consumo in tempi sempre più precoci, prediligendo sigarette elettroniche. Tra gli adolescenti si registra per la prima volta il sorpasso delle femmine sui coetanei maschi.
La fotografia di Piacenza
“I sistemi di sorveglianza che come Azienda Usl applichiamo sul territorio fanno emergere un quadro preoccupante – sottolinea Giorgio Chiaranda, direttore di Medicina dello sport e promozione della salute – Il 25% della popolazione piacentina è rappresentato da fumatori. Il calo, leggero ma costante, registrato nel corso degli anni passati è stato interrotto dalla pandemia con un picco di nuovi consumatori nel periodo del look down, che ora sta lentamente rientrando”.
“Fumano prevalentemente i giovani per cui raggiungiamo la percentuale del 30% nella fascia di età tra i 18 e i 20 anni. Tanti sono coloro che vorrebbero smettere, ma non riescono: oltre il 40% degli intervistati dichiara di aver tentato, nel corso dell’ultimo anno, di allontanarsi dal fumo, ma nel 90% dei casi senza successo. Sono soprattutto i giovani che restano intrappolati nella gabbia della nicotina: il numero di ex fumatori cresce negli over 30 anni e la percentuale sale sempre più nella fascia tra i 60-65 anni”.
“I numeri dimostrano che tanto è facile iniziare, quando è difficile smettere. Ecco perché è importante la prevenzione, soprattutto nei più giovani. Come Azienda – aggiunge il professionista – abbiamo avviato progetti di supporto nelle scuole che mirano ad affiancare i docenti nella pratica di sviluppo delle competenze di vita: la capacità di dire di no, di gestire lo stress, di aver rapporti sani con il prossimo proprio per aiutare i giovani a non iniziare a fumare. Contemporaneamente stiamo organizzando gruppi per la disassuefazione dal fumo per coloro che hanno difficoltà a smettere”.
Una battaglia ancora aperta
“Quella contro il fumo e gli effetti nocivi che ha sull’organismo è una battaglia ancora aperta – sottolinea Franco Cosimo, direttore Pneumologia e Utir – Ancora oggi sono 93mila le persone in Italia che muoiono per malattie legate al fumo, di queste 43mila perché colpite da un tumore legato al fumo: al polmone, allo stomaco, alla gola. Preoccupa anche l’affacciarsi di nuove mode nel consumo del tabacco come le sigarette elettroniche utilizzate soprattutto nei più giovani con l’ingenua convinzione che sia meno nociva”.
“Oltre a essere la porta d’accesso per il fumo da sigaretta, è stato dimostrato che le sigarette elettroniche hanno avariate e gravi effetti collaterale causando infiammazioni polmonari che possono sfociare in bronchioliti e alveoliti ed evolvere in asma. Ultimamente, inoltre, si sta diffondendo l’utilizzo del tabacco riscaldato, molto in auge tra i giovanissimi: ancora non abbiamo studi sulle conseguenze di questo utilizzo, che però non è senza danni. Per questo nei prossimi mesi riprenderemo l’attività del Centro antifumo, purtroppo interrotta con la pandemia per affiancare i piacentini nella battaglia contro il fumo”.
L’analisi della Regione Emilia Romagna
Per tenere alta l’attenzione sui gravi rischi per la salute che comporta l’abitudine al fumo, in tutta l’Emilia-Romagna il servizio sanitario regionale, insieme a tante realtà associative, è impegnato sul territorio con iniziative di comunicazione e sensibilizzazione (vedi allegato).
“La lotta al tabagismo- rimarca l’assessore regionale alla Politiche per la salute, Raffaele Donini – per l’alta incidenza di gravi malattie provocate dal fumo, è tra le priorità del Servizio Sanitario Regionale. Lo attestano anche le tante iniziative organizzate sul territorio dalle Aziende sanitarie e ospedaliere in occasione della Giornata mondiale senza tabacco. Fondamentale è l’attività di sensibilizzazione e prevenzione, soprattutto verso i giovani e giovanissimi, che sono i più esposti al rischio. Altrettanto importante è l’attività di aggiornamento e formazione degli operatori sanitari impegnati su queste tematiche nelle scuole e nei luoghi di lavoro, oltre al potenziamento dei servizi offerti a quanti, e fortunatamente sono molti, provano a smettere di fumare”.
Il tabagismo in Emilia-Romagna: numeri in calo
L’indagine PASSI (Progressi delle Aziende sanitarie per la salute in Italia), coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, dal 2006 svolge con regolarità rilevazioni statistiche tra la popolazione adulta italiana (18-69 anni) sugli stili di vita e i fattori di rischio per la salute. I dati riferiti al biennio 2021-2022 evidenziano che in Emilia-Romagna fuma con regolarità un quarto (24%) degli adulti, per un totale di oltre 710.000 persone. Una percentuale in linea con la media nazionale e in lieve ma costante diminuzione nel corso degli anni più recenti, con l’unica eccezione del 2020.
Nell’anno segnato dell’esplosione della pandemia si è infatti registrata una netta inversione di tendenza al calo della percentuale di fumatori, come ulteriore impatto negativo dovuto al Covid. Tuttavia, dal 2021 in avanti la quota di fumatori ha ripreso a scendere, riportandosi su valori pre pandemici.
Scendendo più nel dettaglio, il 20% degli emiliano-romagnoli nella fascia d’età 18-69 anni fuma esclusivamente sigarette tradizionali, il 4% abbina altri dispositivi alle sigarette tradizionali e il 3% si è convertito ai nuovi prodotti immessi recentemente sul mercato come le sigarette elettroniche e a quelle a tabacco riscaldato.
Per quanto riguarda le caratteristiche e il profilo socio-economico dei fumatori, in Emilia-Romagna la percentuale più alta di fumatori si registra tra le persone con 18-24 anni (31%), per scendere al 21% nella fascia 50-69, e tra gli uomini rispetto alle donne (26% contro 22%).
Trova inoltre conferma rispetto alle precedenti rilevazioni la maggiore abitudine al fumo che si riscontra tra le persone con basso livello di istruzione (29%) e che si trovano in condizioni di disagio economico (41%).
Gli effetti negativi sulla salute
Quanto all’impatto negativo del fumo sulla salute, sempre l’indagine PASSI evidenzia che in Emilia-Romagna nel quadriennio 2019-2022 è risultato affetto da almeno una patologia cronica il 26% dei fumatori adulti. In particolare fuma il 33% delle persone che soffrono di una malattia respiratoria cronica e il 26% di quelle con patologia celebro-vascolare o epatica.
Tra gli aspetti più preoccupanti evidenziati dalle più recenti indagini, c’è la tendenza ad un progressivo anticipo dell’età in cui i giovanissimi si avvicinano al fumo. In particolare dai risultati dello studio multicentrico internazionale HBSC 2022 (Health Behaviour in School-aged Children) sui comportamenti dei ragazzi emiliano-romagnoli in età scolare, emerge che fuma l’1% degli undicenni, il 6% dei tredicenni, e il 24% dei quindicenni. Adolescenti, quindi, sempre più precoci nel “copiare” le cattive abitudini degli adulti, anche se va sottolineato che la stragrande maggioranza dei ragazzi e delle ragazze non fuma.
Un trend, il progressivo abbassamento dell’età in cui si comincia a fumare, che trova conferma anche nei dati dell’indagine GYTS (Global Youth Tobacco Survey) 2022 che ha coinvolto in Emilia-Romagna quasi 2.800 studenti e studentesse di 13-15 anni.
Il fumo è più diffuso tra le ragazze rispetto ai coetanei maschi
Lo studio GYTS rivela che il 17% degli adolescenti in quella fascia d’età negli ultimi 30 giorni ha fumato almeno una sigaretta o ha usato altri prodotti derivanti dal tabacco o contenenti nicotina. Ed è emerso per la prima volta che questa percentuale è più alta tra le ragazze (21%) rispetto ai coetanei di sesso maschile (12%).
Anche considerando le varie modalità del fumo – sigaretta tradizionale, tabacco riscaldato, e-cigarette – il consumo di questi prodotti è più frequente nelle adolescenti di 13-15 anni rispetto ai coetanei maschi.
Tornando all’indagine PASSI, il 42% dei fumatori ha dichiarato di aver provato a smettere negli ultimi 12 mesi, ma solo il 6% c’è riuscito.
Da sottolineare, infine, l’importanza del ruolo dei professionisti dalla sanità, medici e personale infermieristico, nell’opera di convincimento ad uscire dalla dipendenza dalla sigaretta, tradizionale o elettronica che sia. Quasi la metà dei fumatori dichiara infatti di aver ricevuto la raccomandazione di smettere di fumare da parte di un operatore sanitario.
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