Gilda Insegnanti: “Solita pioggia di soldi pubblici per le scuole private”

Scuola, Zavattoni di Cgil Piacenza

Anche quest’anno è arrivata la solita pioggia di soldi pubblici destinata ai proprietari delle scuole private del nostro territorio, i governi cambiano ma i titolari di queste attività continuano a ricevere dazioni a prescindere da chi vince le elezioni, eppure l’art. 33 della Costituzione dice che: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. La cifra che incassano quest’anno i gestori delle attività scolastiche private è superiore a quella dello scorso anno, poco più di 7 milioni di euro ai titolari delle scuole private parmensi e circa 2,3 milioni di euro i loro colleghi piacentini.

Una pioggia di milioni che per quanto riguarda le scuole dell’infanzia è un doppio regalo: la politica deliberatamente evita di aprire nuove sezioni Statali inducendo di fatto i cittadini a diventare clienti dei privati, procacciandogli così fruitori che pagano fior di rette e poi gli dà anche fiumi di soldi nostri.

L’Ufficio Scolastico Territoriale di Piacenza e Parma (che è guidato da un candidato di centro destra alle comunali di Reggio Emilia) ci aggiunge anche il suo carico: nonostante nella città di Parma ci siano liste d’attesa enormi, a causa dei posti insufficienti nelle Scuole Statali e in quelle di altri enti pubblici, pur avendo sette posizioni di docente da poter riassegnare alle suole cittadine, dovute alla riduzione di organico provocata dalla denatalità nei comuni della provincia, preferisce destinare le risorse agli altri ordini di scuola. Con altri sette insegnanti si potevano aprire altre due sezioni accogliendo complessivamente una cinquantina di bimbi, sarebbero stati clienti in meno per i privati.

Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza: “La politica nel nostro territorio, per quanto ci riguarda, tranne qualche timido episodio non sta mostrando alcun segno di discontinuità con il passato, una riflessione che i circa 13.000 docenti delle due province certamente faranno quando tra poco si dovrà votare”.

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