Sgrida l’alunna che utilizza il cellulare in classe, i genitori minacciano l’insegnante: denunciati.
Una docente di un Istituto comprensivo con sede in provincia di Piacenza ha denunciato un uomo e una donna, genitori di una studentessa, che durante l’orario di lezione si sono introdotti senza autorizzazione nell’edificio scolastico. Hanno avvicinato la professoressa in corridoio esprimendole minacce di vario tipo, ciò dopo che l’insegnante aveva “osato” redarguire la figlia che usava il telefono cellulare durante una lezione. Lo rende noto la Gilda degli Insegnanti.
La professoressa, che nei giorni successivi ha persino temuto per la sua incolumità, anche con il supporto della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza ha sporto regolare denuncia all’autorità giudiziaria e sempre assistita dall’Associazione Sindacale, la stessa ha chiesto alle competenti autorità scolastiche di provvedere a richiedere l’azione difensiva da parte dell’Avvocatura dello Stato, così come indicato recentemente dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara e come del resto è previsto da una norma sin dal lontano 1933.
Un altro docente piacentino, questa volta di un istituto di 2° grado, con la sua denuncia ha ottenuto il rinvio a giudizio di una donna, madre di una studentessa, che lo aveva pesantemente offeso relativamente alla sua professione, in questo caso il processo a carico dell’indagata è già iniziato davanti al giudice monocratico del Tribunale di Piacenza e davanti al quale il professore si è anche costituito parte civile.
La Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, tramite il coordinatore Salvatore Pizzo, ricorda che i docenti nell’esercizio delle loro funzioni sono pubblici ufficiali ed hanno poteri “autoritativi”, aspetti giuridici che talvolta sfuggono, per questo sta monitorando le varie realtà scolastiche del territorio per contrastare i fenomeni di delegittimazione e vilipendio dell’autorità del corpo docente, che spesso sono anche dovuti ad un becero aziendalismo che porta a considerare gli studenti e i loro genitori come clienti e ad un esasperato permissivismo che calpesta il galateo, non si esclude per il futuro, in casi simili, di chiamare in correità quanti a vario titolo dovessero agire giustificando l’indisciplina, il poco impegno per lo studio e i fenomeni delinquenziali che si consumano ai danni del corpo docente.
Pizzo, precisa: “Abbiamo preferito darne notizia ad anno scolastico concluso per non turbare ulteriormente la serenità degli istituti interessati e non creare situazioni di polemica che potessero disturbare il delicato lavoro degli inquirenti”.
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