Futuro dell’Ospedale di Castel San Giovanni, Lino Anelli: “Non deve diventare un presidio di comunità. Raccolte già 300 firme”. I cittadini sono preoccupati e parlano di ridimensionamento della risposta ospedaliera in Val Tidone.
E’ partita in Val Tidone una raccolta di firme in difesa dell’ospedale. L’iniziativa, partita spontaneamente nel territorio di Alta Val Tidone ora ha iniziato ad allargarsi anche negli altri comuni della valle. Le prime firme sono state inviate al direttore del distretto di ponente (e ai sindaci e all’Ausl) perché sia avviato un confronto con i cittadini che chiedono di essere ascoltati.
La decisione di spostare su Fiorenzuola la riabilitazione ortopedica – spiega Lino Anelli del Coordinamento provinciale su salute e medicina territoriale – è l’ennesima dimostrazione di un ridimensionamento in atto.
Sì, ma è da tempo che vediamo ridimensionati diversi reparti. Nel corso dell’ultima Commissione Socio Sanitaria la direzione di Ausl è stata chiarissima, affermando che non ci sarebbe più stato un pronto soccorso a Castello perché Castello non è più un ospedale ma un ”Presidio di prossimità”. Guardando le note interne delle comunicazioni dell’Ausl, abbiamo notato che i 4milioni stanziati per l’apertura del nuovo pronto soccorso sono stati sospesi e dirottati su altre attività che ci preoccupano.
Si tratta di sistemare gli spazi per realizzare un reparto per brevi degenze. In pratica 20 posti letto per prendere in carico anche pazienti dimessi da Piacenza. Inoltre è previsto un Ospedale di Comunità, con 24 posti letto per lunghe degenze e cronicità, a gestione prevalentemente infermieristica che riguardano le lunghe degenze. Una situazione che nulla a che a vedere con la risposta ospedaliera che i cittadini si aspettano .
Da questa situazione emerge un pesante ridimensionamento dell’accesso alle cure e della risposta ospedaliera per i cittadini della Val Tidone che sempre più dovranno accedere alle strutture del capoluogo (pubbliche e convenzionate) per i ricoveri, visite ed esami.
Di rivedere le scelte organizzative fatte da Ausl perché sia garantito in valle il rispetto del diritto costituzionale alla presa in cura, garantendo la continuità di accesso alle varie specializzazioni in carico ad una struttura ospedaliera. Chiediamo che si possa avviare un percorso di confronto perché vengano ascoltati i cittadini e i loro bisogni. Non si può ragionare solo in termini aziendalistici quando si parla di diritto alla salute. L’Ausl e i sindaci devono tenere conto dell’opinione della cittadinanza.
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