Furti in tutto il nord Italia, smantellata organizzazione sinti: un arresto anche a Piacenza – VIDEO

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Anche Piacenza coinvolta nella maxi operazione dei carabinieri di Venezia che ha riguardato tutto il nord Italia. In manette è finita Sara De Bianchi, 23 anni, di origine sinti e residente a Cadeo. Si trova agli arresti domiciliari.

L’operazione e le indagini

All’alba di questa mattina, nelle province di Venezia, Verona, Piacenza e Rovigo, sono entrati in azione circa cento carabinieri. I militari hanno eseguito 8 misure di custodia cautelare, di cui 6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, emesse dal Tribunale di Venezia.

Gli arrestati sono soggetti di nazionalità italiana di etnia sinti. Insieme a loro un marocchino. Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, furto aggravato, ricettazione, indebito utilizzo di carte di pagamento; ma anche maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e acquisto e vendita di arma con munizionamento.

Sono inoltre in corso le perquisizioni domiciliari a carico dei soggetti arrestati e di altre 15 persone, tutte italiane. Di questi, quattro sono minorenni per cui procede la Procura per i Minorenni di Venezia, indagate per i medesimi reati.

L’attività investigativa, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Venezia tra settembre 2018 e ottobre 2019 su appartenenti a comunità sinti residenti a Cavarzere (VE), Mestre (VE) e Verona, ha consentito di evidenziare gravi indizi di colpevolezza a carico degli arrestati.

Le accuse

Avrebbero costituito un’associazione per delinquere dedita ai furti in abitazione e su automezzi in sosta, specie nei pressi di supermercati e cimiteri. Si parla di oltre 100 episodi, commessi in numerose provincie di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna. E’ emerso che nel periodo in esame vi sia stato un danno complessivo per oltre mezzo milione di euro ai danni delle vittime.

Si è riusciti inoltre a risalire al canale di ricettazione del materiale provento di furto individuando un soggetto marocchino, residente a Noventa Padovana (PD), il quale destinava la refurtiva presso il proprio paese natale. Gli inquirenti hanno accertato l’indebito utilizzo delle carte di pagamento asportate nel corso delle azioni delittuose con prelievi per oltre 50 mila euro.

Durante le indagini gli investigatori hanno individuato e sequestrato refurtiva per un valore di circa 100 mila euro. Hanno inoltre appurato l’acquisto di una pistola semiautomatica con relativo munizionamento da parte di un appartenente all’associazione per delinquere.

Gli accertamenti, in particolare, scaturiscono dalla denuncia sporta dalla compagna convivente di un appartenente al sodalizio criminale, attualmente domiciliata presso un centro antiviolenza in sede protetta, per “maltrattamenti in famiglia” maturati nell’ambito della medesima comunità sinti, a seguito di reiterati episodi di violenza subiti dalla denunciante ad opera del coniuge e dei suoi suoceri, tutti e tre appartenenti all’associazione a delinquere, anche mentre la stessa versava in stato di gravidanza.

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