Sono previsti in diminuzione, nel mese di agosto, i nuovi contratti di lavoro in provincia di Piacenza. Dall’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati forniti da Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sistema Informativo Excelsior, emerge, infatti, che per il mese corrente si dovrebbe registrare un calo del 3,6% rispetto all’agosto 2023, vale a dire 70 nuovi contratti in meno su un totale di 1.900.
Anche il dato trimestrale, per il periodo agosto-ottobre 2024, segna un calo del 2,6% rispetto al 2023, attestando a quota 7.490 i nuovi contratti che saranno attivati.
Quelli relativi al mese di agosto si concentreranno per il 75% nel settore dei servizi, con 1.430 nuovi contratti (-4,7% rispetto all’agosto 2023), e per il 50% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.
L’analisi all’andamento della domanda nei singoli settori rileva che all’interno dei servizi sono previsti 540 nuovi contratti nell’ambito dei servizi alle imprese (-43,2% rispetto ad agosto 2023), 180 nei servizi alle persone (-10,0%), 210 nei servizi di alloggio e ristorazione (+16,7%) e 490 nel commercio, che mostra una crescita di oltre il 100% rispetto ad agosto 2023.
Stazionaria l’industria, con 470 nuovi contratti previsti: i nuovi contratti si distribuiscono nell’industria manifatturiera e nelle public utilities (390 unità, -2,5% rispetto al dato agosto 2023) e, a seguire, nelle costruzioni, con 80 nuovi ingressi, (+33,3%).
I contratti stabili (cioè a tempo indeterminato o di apprendistato) copriranno una quota del 24% del totale, mentre nel 76% dei casi si prevedono contratti a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita.
Le attivazioni di contratti interesseranno per una quota del 35% giovani con meno di trent’anni; per una quota pari al 57% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore.
Come ormai accade puntualmente, le aziende incontreranno difficoltà, anche nel mese di agosto e in 49 casi su 100, nel reperimento delle figure professionali ricercate.
Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, la domanda infruttuosa di tecnici della salute rischia di attestarsi al 63,0%, quella di tecnici in campo ingegneristico al 53,8% e quella di tecnici dei rapporti con i mercati al 50,0%.
Nell’ambito degli impiegati e nelle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (77,8% di difficile reperimento), gli addetti alla segreteria e agli affari generali (42,1%), gli addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela (41,7%).
Per quanto riguarda gli operai specializzati, le maggiori difficoltà di reperimento si scontano per fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (91,8% dei casi di difficile reperimento), fabbri ferrai costruttori di utensili (83,3% dei casi) e meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse/flessibili (81,6%).
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