Fratelli Borgazzi in concerto, bando ai campanilismi: la rivalità e i conseguenti sfottò tra piacentini e cremonesi cominciano ad assumere toni più smussati se addirittura gli interpreti della piacentinità del nuovo millennio, il quartetto piacentino decide di passare sull’altra sponda del Po e suonare a Cremona!
Il concerto è solo l’ultimo di una discreta serie di esibizioni partita un anno fa all’indomani del ritorno discografico del gruppo: una manciata di date tra Como, Piacenza, Torino e il lodigiano, spesso vissute in compagnia dell’amico Massilanciasassi, eclettico cantautore comasco che non solo condivide le origini punk dei Borgazzi ma soprattutto un mini-cd “split” accompagnato dal 45 giri “Si beve bene/Gli occhi di Alberto Sordi”.
“Fratelli Borgazzi me ce lo chiedono spesso da dove nasce – spiega Nicolò Bisotti dei Fratelli Borgazzi – ma io sinceramente non me lo ricordo. Francamento penso sia stata unascelta abbastanza casuale, sono passati anche vent’anni.Quindi chissà cosa ci passava per la testa quel giorno”.
Nelle nostre canzoni ci mettiamo come capita a tanti – ancora Bisotti – quello che ci succede tutti i giorni, le nostre avventure quotidiane e poi un po’ di riferimenti, direi parecchi, alla città di Piacenza alla provincia, al nostro territorio, che tanto abbiamo amato e che amiamo.Tutto in chiave leggera, un po’ simpatica, gogliardica.
“Ci esibiamo all’osteria del fico – anticipa Bisotti – ci saranno tutte le nostre canzoni, i nostri grandi successi di questi anni di carriera, che da poco più di un anno proponiamo anche live, perché prima noi non suonavamo dal vivo. Abbiamo suonato a Piacenza, un po’ in giro in questo anno e quindi adesso abbiamo ancora un paio di concerti di cui il prossimo è proprio a Cremona. Abbiamo resistito stoici per anni, nel dire no ai live, poi abbiamo ceduto, e abbiamo fatto bene perché ci divertiamo molto”.
Un discreto giro di vite per la band che, poco dopo il 2000, era diventata celebre grazie a un trittico di album poi riassunti nella raccolta “I giovani di successo” in cui cantava con piglio divertito e soprattutto inedito personaggi, luoghi, modi dire e manie locali: il piacentino medio s’era pienamente riconosciuto ed erano fioccate da più parti numerose richieste per portare i Borgazzi dal vivo. Inviti costantemente declinati per non meglio precisate questioni tecniche, tanto che un’altra band, Lucky Night, aveva preso la palla al balzo mettendo l’autore dei brani Carlo Cantore dietro la batteria e adottando parte del repertorio varando quelli che sarebbero diventati i Cani della Biscia.
“Ma sì, abbiamo detto “o lo facciamo ora o mai più – raccontava Carlo lo scorso autunno – avevamo rifiutato di suonare perché non era un nostro interesse, non era una cosa che ci premeva fare: tutto era nato per pura amicizia, una roba da cameretta, e poi pensavamo di non essere in grado di riprodurre dal vivo quello che facevamo su disco.”
Fondamentale, per affrontare il palco, la scelta di ampliare la famiglia adottanto un quarto fratello, piazzando alla chitarra elettrica Federico Pagani (già ben noto con lo pseudonimo An Harbor, oltre che componente dei Lesima). Un nuovo membro sempre proveniente da un ambito assolutamente rock, che definisce ulteriormente i Fratelli Borgazzi come “supergruppo” costituito da musicisti singolarmente impegnati in altri progetti: il batterista Nicolò Bisotti (già nei Tough) che nelle incisioni da studio suona le cosce al posto delle percussioni, il bassista Andrea Chiappini (Bravi Tutti) e naturalmente Carlo Cantore, batterista e penna ispirata dei Cani della Biscia.
Come nelle migliori tradizioni, la “prima” cremonese dei Fratelli Borgazzi si terrà ad orario aperitivo: l’appuntamento è all’Antica Osteria del Fico (via Guido Grandi 12, Cremona) a partire dalle 19. Tra un buon rosso fermo e un paio di polpette come reagirà l’audience cremonese ai celebri versi “via Alessandria, via Tortona, grazie a dio non è Cremona”? I fans piacentini sono chiamati a raccolta per dare man forte ai Nostri: in assenza di trasferte calcistiche, sarà la nobile arte del canto lo spunto per mettersi al volante e parcheggiare all’ombra del Torrazzo.
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