Creare un’occasione per generare economie nei territori rivieraschi, favorendo la permanenza dei giovani nei luoghi d’origine, nonché un’opportunità per rendere più varia e completa l’esperienza di viaggio e di fiume. E’ questo l’obiettivo di TRASPONDE, il progetto di iniziativa dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e del gruppo di ricerca Politecnico di Milano, ideatore della ciclovia VENTO, presentato questa mattina a San Nazzaro di Monticelli d’Ongina (Piacenza), dove i primi gruppi di studenti hanno vissuto l’esperienza dell’attraversamento del fiume da una sponda all’altra, dopo aver raggiunto l’imbarco in bicicletta da Cremona.
L’idea di base è semplice: unire le sponde del Grande Fiume attraverso l’attivazione di servizi di traghettamento fluviale a supporto delle reti di mobilità lenta turistica. Un’occasione per generare economie nei territori rivieraschi, favorendo la permanenza dei giovani nei luoghi d’origine, nonché un’occasione per rendere più varia e completa l’esperienza di viaggio e di fiume, con l’auspicio che questo tipo di connessione possa essere replicato lungo il corso del Po in un collegamento permanente tra sponde.
La sperimentazione è stata presentata questa mattina a San Nazzaro dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e dal Politecnico di Milano, alla presenza di diversi amministratori, moderati dal giornalista Andrea Gavazzoli: il sindaco di Monticelli d’Ongina Gimmi Distante, il sindaco di Castelnuovo Bocca d’Adda (Lodi) Marcello Schiavi, la funzionaria del Comune di Cremona Assunta Sellitto e l’assessore del Comune di Piacenza Paolo Mancioppi, oltre ai sindaci di Monticelli Pavese, Enrico Berneri, e di Chignolo Po, Claudio Bovera.
“In questo momento il Fiume Po – ha affermato Meuccio Berselli, Segretario generale dell’AdbPo – è come un grande abito che va ricucito area per area e tutti i nostri sforzi vanno in questa direzione: per unire e mai per dividere. Questa iniziativa consente a centinaia di giovanissimi di scoprire il fiume, ma anche di conoscersi reciprocamente dopo le restrizioni del periodo pandemico, ci permette al contempo di studiare al meglio le possibilità concrete per riattivare, quanto prima, un servizio utile e stabile di traghettamento fluviale in un’ottica intermodale, in grado di offrire una mobilità leggera composta da bici e imbarcazione oggi sempre più richiesta dal turismo slow e dall’ambiente che ci ospita. Ci auguriamo che questo modello virtuoso sia il più possibile esportabile lungo tutto il corso del fiume ed in particolare nell’area MAB PoGrande”.
“Questa è la strada giusta – ha aggiunto il professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano – per investire sul turismo lento e reinserire le persone nel contesto del paesaggio. Puntare sulla ciclabilità significa inoltre generare occupazione, come già avviene all’estero”.
“C’è bisogno di unire e ricucire i territori – ha dichiarato Gimmi Distante, sindaco di Monticelli d’Ongina – e questo progetto rappresenta in questa chiave una boccata d’ossigeno. L’idea si inserisce appieno all’interno dei discorsi che abbiamo già avviato con i Comuni di Caorso, Castelvetro e Castelnovo Bocca d’Adda che punta a restituire vita lungo il corso del Grande Fiume. Questa è una zona che può dire la sua”. “Ben venga – ha aggiunto l’assessore di Piacenza Paolo Mancioppi – questa accelerazione sui temi della promozione della ciclabilità e del turismo lento, che possono aiutare i Comuni a ritornare protagonisti. La pandemia, oltre agli effetti negativi, ci ha dato la possibilità di guardarci intorno e di valorizzare i nostri territori, diversi tra loro ma accomunati dallo stesso intento, quello di valorizzarli. E farlo attraverso i giovani è l’azione più straordinaria che, a livello di comunicazione, si può mettere in campo”.
Al termine della presentazione sono giunti a San Nazzaro i primi 70 studenti (sugli oltre 300 totali) delle scuole secondarie di primo grado che hanno aderito al progetto, arrivati in bicicletta da Cremona e frequentanti il liceo “Novello” e l’Itas “Tosi” di Codogno (Lodi) e il liceo “Virgilio” di Mantova, che hanno poi attraversato il Po all’altezza di Caorso per approdare a Castelnuovo Bocca d’Adda.
Il progetto lavora in sinergia con il Piano operativo della Riserva di Biosfera Po Grande, strumento di tutela e protezione degli ecosistemi naturali e culturali di una vasta area fluviale compresa tra le province di Pavia a ovest e Mantova / Rovigo a est, ma ha l’ambizione di essere progetto pilota esportabile in altre situazioni fluviali. L’iniziativa, infine, è appoggiata dall’Unesco, la cui Commissione italiana (con sede a Venezia) ne ha apertamente approvato le finalità, in linea con i propri obiettivi culturali e ambientali.
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