“Quello non è stato un incidente, una svista, un colpo di sonno, e lo vogliamo dire con la poca forza che ci rimane. Perché se dovesse servire a far scattare il pensiero in qualcuno di questi giovani, il pensiero “Ho bevuto e non guido”, allora almeno forse questo immenso e ingiusto dolore sarà servito ad evitare altre stragi sulle strade”.
Le famiglie di Sonia e Daniele, i due giovani travolti e uccisi da una Golf mentre erano in sella alla loro Vespa sulla provinciale di Zena, a una settimana dalla tragedia che ha spezzato per sempre il loro cuore, chiedono aiuto ai tanti giovani che gli sono vicini.
A tutti i giovani: “Perché tragedie simili non debbano toccare ad altre mamme, ad altri papà, ad altre vite”.
Qui ci sono due mamme che non possono smettere di piangere: Iole, forte e carismatica come Sonia e che d’ora in avanti vivrà per prendersi cura di uno dei suoi amori più grandi, Mia, la sua cagnolona; Laura, che viveva per il suo Daniele, trent’anni, una carriera importante, la parola sempre giusta per tutti, soprattutto per i più giovani. Quegli stessi giovani a cui ora le famiglie Tosi e Zanrei chiedono attenzione, chiedono di mettere giù il bicchiere, di non mettersi al volante. Con le mamme, ci sono due papà, Danilo, stessa intelligenza di Sonia, Antonio, stesso coraggio di Daniele.
“Chiediamo non solo ai nostri giovani di stare attenti, di non mettersi alla guida se hanno bevuto; ma chiediamo anche ai loro amici di fermarli, di dire loro “Guido io”, se li vedono in stato alterato. Chiediamo attenzione, da parte di tutti, a volte basta una parola giusta per cambiare un destino, un destino per noi ora tanto crudele. Noi non abbiamo più parole, ma vogliamo vi arrivi un messaggio di responsabilità. Per favore, state attenti, quello che ci ha portato via per sempre Sonia e Daniele non è stato un incidente…”.
Basta un secondo a diventare un omicida, tutti al volante siamo potenziali omicidi; e incidersi dentro l’immagine delle due bare allineate nella chiesa di Carpaneto può essere quel click che ci fa riflettere, prima di pensare superficialmente che l’alcol non ci alteri: “Chiediamo anche alle famiglie, ai genitori, di stare attenti ai rischi, di non stancarsi di dire che non si guida se si ha bevuto, di non lasciare nulla di intentato se serve perché i figli stiano attenti e che queste cose succedono sempre agli altri e non a noi”. Le due famiglie ringraziano infine chiunque sia stato loro vicino in questi giorni assurdi e impossibili da definire, “Abbiamo visto tanti ragazzi e tante ragazze ed è per questo che crediamo questa vicenda abbia toccato loro nel profondo”. Sul resto, “Adesso per noi è davvero il tempo del silenzio”.
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